Ritardi, annunci, bandi fermi | Formazione: il grande caos - Live Sicilia

Ritardi, annunci, bandi fermi | Formazione: il grande caos

Dopo avere "smantellato" il settore, il governo si è dimenticato di "ricostruire". Così, ancora fermi il Piano giovani, lo Youth guarantee, e altri bandi destinati ai ragazzi e agli Oss. Si complica intanto la situazione degli "sportellisti". E i lavoratori, in alcuni casi, non ricevono stipendi da due anni.

 

PALERMO – Al di sotto delle macerie, qualche speranza. E molte promesse. Ma anche tanti dubbi, ritardi, contraddizioni. Il mondo della Formazione professionale siciliana è nel caos. E non è una novità. Oggi i sindacati dei lavoratori hanno manifestato. Protestato. Non è la prima volta. E anche per questo si sono attirati la stilettata velenosa del governatore: “La Formazione? Stanno sempre in piazza”. Ma lì, in piazza, c’era di tutto. C’erano le sigle, le bandiere. E c’erano famiglie, in attesa di uno stipendio da mesi. Disagi, drammi personali che – è bene precisarlo subito – non sono e non possono essere addebitati all’attuale governo, che ha “raccolto” un mondo di sprechi, clientele e abusi.

Ricordati anche dall’assessore Nelli Scilabra, in un lungo e articolato intervento a Sala d’Ercole, pochi giorni fa, durante il quale ha elencato i “successi” del governo. Un governo che, però dopo essersi cimentato in una massiccia – in molti casi meritoria, in altri non del tutto convincente – opera di demolizione, ha dimenticato di (ri)costruire. Il risultato? Il vecchio piano della Formazione – quello al momento in corso – altro non è che una versione “small” ed europea del vecchio. Del nuovo, non c’è traccia, se non in un bando per esperti esterni in comunicazione già sospeso, tra le polemiche. Nel frattempo, altri bandi prendono polvere nei cassetti. Mentre l’Assemblea regionale chiede una riforma “organica” del settore, e per questo – e ancora una volta – istituisce una commissione d’indagine sulla Formazione. Il caos, appunto.

Che fine ha fatto il Piano giovani?

Una confusione che ha spinto sindacati e lavoratori in piazza a protestare. I nodi da sciogliere sono tantissimi. E in molti casi, agli annunci non è seguito granché. A partire dal tanto strombazzato “Piano Giovani”. Doveva partire a febbraio, a marzo, ad aprile. È maggio, e non c’è traccia. “I bandi saranno pronti – ha assicurato l’assessore Scilabra qualche giorno fa – i primi di giugno”. Ma già filtra la notizia che invece tutto potrebbe slittare, addirittura, a settembre.

Il giallo dell’albo unico

Ritardi, che finiscono per intensificare le paure e le preoccupazioni dei circa sette, ottimila lavoratori del settore. Tutti “teoricamente” compresi in un “Albo unico degli operatori della Formazione”. Anche questo, di fatto, ancora non esiste. Nonostante l’annuncio in lungo e in largo. Al momento, l’assessorato ha diffuso solo una versione “provvisoria”. I controlli incrociati starebbero facendo emergere molte anomalie che porteranno all’esclusione di decine di lavoratori dall’elenco. Ma il fatto è uno: quell’albo, non c’è. E all’assessore Scilabra hanno chiesto spiegazioni, recentemente a Sala d’Ercole, diversi deputati. Di ogni area politica. Il senso delle critiche? Molto semplice. Il decreto assessoriale dell’11 ottobre 2013 prevedeva la pubblicazione definitiva dell’elenco entro trenta giorni da quel decreto. Ne sono passati duecentodieci. Ma a marzo, sembrava che finalmente la situazione si fosse sbloccata, come ha raccontato in Aula il deputato grillino Gianina Ciancio: “La dirigente Corsello, il 13 marzo, ci aveva detto che era tutto pronto, e che l’albo sarebbe stato pubblicato la settimana seguente”. Ne sono passate quasi una decina.

Sportelli multifunzionali e progetto Spartacus

Una vicenda, quella dell’iscrizione all’albo dei Formatori, che si intreccia con un altro “pasticcio”: quello degli sportelli multifunzionali. Una questione , in realtà, che attraversa sia l’assessorato alla Formazione che quello al Lavoro. Il ponte tra i due rami dell’amministrazione? Il dirigente generale Anna Rosa Corsello, da diversi mesi ormai alla guida dei due dipartimenti-chiave dei due assessorati. Il progetto “Spartacus”, così si chiama, avrebbe dovuto garantire un futuro “a tempo determinato” ai lavoratori “in esubero” dagli enti in difficoltà. Circa 1.800 sono così passati al Ciapi di Priolo, a fronte di un finanziamento di circa 36 milioni di euro. I problemi, però, sono almeno due, in questo caso. La selezione dei lavoratori è già stata bocciata, in prima istanza, dal Tar. L’iscrizione all’albo dei formatori – considerata vincolante dall’assessorato – non può essere ritenuta tale. Ma solo contribuire al “punteggio complessivo” degli aspiranti lavoratori del Ciapi. Il dipartimento, infatti, avrebbe “cambiato le regole del gioco durante la partita”, sostituendo l’attesa “graduatoria” con un semplice elenco nominale. Dal quale sono state escluse decine di lavoratori che hanno fatto ricorso. E hanno ricevuto un primo “sì” dai giudici amministrativi.

Nel frattempo, poi, giusto per non farsi mancare nulla, gli stipendi per quei lavoratori si sono bloccati. Non arrivano da tre mesi. Il motivo? “Il dipartimento – spiega Giovanni Migliore, della Cisl Formazione – ha sforato il patto di stabilità e non ha potuto erogare nuove somme, dopo il primo acconto da 18 milioni. Così, non solo ai lavoratori non è arrivato lo stipendio, ma addirittura il Ciapi di Priolo non sarebbe nelle condizione di esibire il Durc”. Senza contare che la Regione, allo scadere dei sei mesi di progetto, sembra intenzionata a proporre ai lavoratori un contratto “co.co.pro”. “Sarebbe un’ulteriore precarizzazione dei lavoratori”, insistono i sindacati. Un pasticcio, appunto.

Il mistero di Prometeo

Che potrebbe ripetersi, con l’altra figura pescata direttamente nel mito. “Prometeo” dovrebbe a sua volta garantire qualche mese di lavoro a 1.400 dei circa 2.500 dipendenti della Formazione provenienti dagli enti ai quali è stato revocato l’accreditamento o costretti a licenziare. Ma anche qui, ecco il problema. Il Ciapi di Priolo, nella proposta di contrattualizzazione ai futuri dipendenti, avrebbe specificato che lo stipendio verrà erogato solo in occasione del trasferimento dalla Regione al Ciapi del primo acconto. “E se questo acconto arrivasse a dicembre? – si chiede Migliore – i lavoratori che faranno fino ad allora?”.

Gli extrabudget e le “compensazioni”

Lavoratori che hanno “subito” loro malgrado, le conseguenze degli abusi del passato. La vicenda degli “extra budget”, che ha portato alle condanne, da parte della Corte dei conti, all’ex governatore Lombardo, a un gruppo di ex assessori e all’attuale segretario generale di Palazzo d’Orleans Patrizia Monterosso, ha rivelato una sistema di “integrazioni” agli enti considerate illegittime dalla Procura contabile. Fatti che affondano nelle passate legislature. Ma che, come detto, sono rimbalzati in quest’ultima. È stato il dipartimento guidato da Anna Rosa Corsello, infatti, a operare attraverso le cosiddette “compensazioni”. Recuperi “coatti” nei confronti degli enti, delle somme indebitamente erogate dai vecchi amministratori. Ottenuti bloccando i finanziamenti dei nuovi piani formativi. Il risultato? Nuovi ritardi nel pagamento degli stipendi di molti lavoratori.

“Il presidente Crocetta – ha affondato Gianina Ciancio in Aula – si scaglia contro questo sistema, contro la corruzione e si vanta di queste inchieste che finalmente sono uscite fuori, ma dall’altro lato, si assiste ad un grandissimo paradosso: perché il presidente ancora tiene la Monterosso come segretario generale della Regione?”

I bandi destinati ai giovani 

Intanto, però, i ritardi riguardano anche la “seconda annualità” dell’Avviso 20. “Solo dieci enti – attacca Giuseppe Raimondi, della Uil – hanno ricevuto quelle somme. Senza contare che i primi acconti sono arrivati a dicembre, mesi dopo l’avvio dei corsi”. Così, il settore sarebbe in gravissima sofferenza, boccheggiante. Ma il governo regionale, sottolinea il segretario della Cgil Michele Pagliaro “non ha ancora un piano per rimettere in sesto il settore e dare certezze ai dipendenti che sono di fatto abbandonati a se stessi e tutto ciò è scandaloso. A questo si aggiunge che , il fatto che in Sicilia il settore sia in queste condizioni rischia di inficiare anche le misure sui giovani”.

Già, perché anche per i giovani non è che vada meglio. Anzi. Nonostante le intenzioni sbandierate dal governo di puntare tutto sulle giovani generazioni, è proprio lì che l’esecutivo sembra segnare il passo in maniera più evidente. Detto del “Piano giovani”, in stallo è anche il bando “Youth guarantee”. Un incontro è previsto proprio in queste ore, per accelerare l’iter. Ma al momento, circa 178 milioni di euro, destinati agli under 35 sono ancora nel cassetto. A questo, poi, va aggiunto il bando Sicilia Futuro, un’altra quarantina di milioni fermi. Insieme, come ha denunciato un deputato di maggioranza come Filippo Panarello, ad altri avvisi stoppati: “E’ una situazione intollerabile – ha detto il parlamentare Pd – che contraddice il conclamato impegno ad utilizzare i fondi comunitari e penalizza il mondo dell’università e della ricerca, fondamentale per promuovere politiche di sviluppo”. Panarello sottolinea anche l’assenza di notizie sul bando finanziato con l’avviso 1/2012 (circa 8 milioni), pubblicato nel febbraio 2012 e finalizzato a rafforzare l’occupabilità nel sistema della ricerca e sviluppo (R&S) ed a stimolare la nascita di spin-of di ricerca in Sicilia. E non finisce qua: “Anche del bando finanziato con l’avviso 4/2011 “beni in comune” (3 milioni) e pubblicato nel marzo 2011 non si hanno notizie”. Tutti avvisi che avrebbero potuto già dare una enorme boccata d’ossigeno ai giovani siciliani. E che secondo l’assessorato sarebbero stati pubblicati nonostante l’assenza di copertura finanziaria. Non c’è notizia, poi, dell’esito di un bando per gli Operatori socio-sanitari. Altri quaranta milioni. “Anche questo bando – ha denunciato in Aula il capogruppo di Forza Italia Marco Falcone – è bloccato, anche di questo bando non se n’è fatto nulla, dimostrando le forti carenze di un governo che ha annunciato una riforma un anno e mezzo fa, e ancora stiamo aspettando”.

Come aspettano gli operatori dell’altra filiera della Formazione, quella degli Obblighi formativi, destinati ai ragazzi delle scuole. “In questi casi – dice Raimondi della Uil – si arriva a ritardi di 24 mesi nell’erogazione degli stipendi. E molti enti, tra cui quelli religiosi, hanno dovuto già avanzare la proposta dei contratti di solidarietà. È un mondo, per intendeci, che riguarda circa 400 lavoratori”. Anche loro, col fiato sospeso, come tanti altri del “settore”. Un settore giustamente smantellato, colpito duramente negli sprechi e nell’illegalità. Ma oggi, sotto quelle macerie, non c’è nulla.


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