Province, Di Paola: "Cuffaro in cerca di potere" - LiveSicilia

Di Paola: “Province? Cuffaro in cerca di potere, è rimasto agli anni duemila”

Il coordinatore regionale M5s chiama in causa anche FI
L'INTERVISTA
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2 min di lettura

PALERMO – “L’interesse di Cuffaro sulle Province non riguarda i servizi per i cittadini ma il consolidamento di un sistema di potere”. Nuccio Di Paola, coordinatore regionale del Movimento cinque stelle, impiega pochissimi secondi per entrare in un tema che tocca la carne viva dell’elettorato pentastellato. Elezioni di primo livello, indennità e gettoni di presenza per presidenti, assessori e consiglieri: se il disegno di legge che naviga in commissione Bilancio all’Ars dovesse vedere la luce, tornerebbero gli enti intermedi e con loro anche le spese per i loro vertici.

Qualcosa di così inaccettabile per voi?
“Le Province potrebbero tornare benissimo con le elezioni di secondo livello che darebbero comunque una rappresentanza politica a questi enti. La verità è che qui c’è un disegno che prevede un ritorno al passato, agli anni duemila, un disegno costosissimo”.

Le Province hanno rappresentato un costo anche in questi anni
“Vero, ma per il semplice fatto che hanno continuato a erogare servizi. L’unico a puntare a un ritorno delle Province vecchio stile è Cuffaro, che è rimasto fermo agli anni duemila. Servirebbero subito cinque milioni soltanto per le elezioni. La verità è che quei soldi potrebbero essere utilizzati meglio. Per aiutare le famiglie a contrastare il carovita con sgravi su spesa, bollette e carburante”.

E il padre di questo disegno è Cuffaro?
“Certamente. Ha promesso poltrone e sulla base di quelle promesse sta allargando il suo partito. Ripeto: a loro non interessano i servizi ai cittadini ma soltanto il loro bacino elettorale. Ma questo gioco ci costerebbe oltre venti milioni di euro all’anno. Mi chiedo per quale motivo non vengano rimossi i commissari delle Province e non si celebrino le elezioni di secondo livello. Tutto questo con l’assurdo obiettivo di varare una legge che verrebbe impugnata dal momento che l’abolizione della Delrio a Roma è slittata”.

La Dc sostiene che questo rischio non esista perché la legge di proroga dei commissari con all’interno il riferimento alle elezioni dirette non è stata impugnata.
“Dicono sciocchezze. Quella legge non è stata impugnata soltanto per un fattore politico, siamo di fronte e due governi di centrodestra. L’esito per una eventuale legge di reintroduzione dell’elezione diretta dei presidenti di Provincia sarebbe diverso, scatterebbe l’impugnativa. La soluzione prospettata dalla Democrazia cristiana fa ridere”.

Intanto Cuffaro ha annunciato che intendono andare avanti.
“Mi chiedo con quali voti. Quelli di Forza Italia e Dc non sono certo sufficienti, serviranno quelli di Fratelli d’Italia che a quel punto dovrà fare chiarezza”.

Ipotizza un muro contro muro tutto interno alla maggioranza.
“Dico solo che è giunto il momento per Fratelli d’Italia di dire se in Sicilia sta sulle posizioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni o su quelle di Cuffaro e Schifani”.


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