CATANIA – Un suono caratteristico, simile ad un fischio dall’intensità crescente e poi progressivamente ridotta, ha allertato negli ultimi giorni diversi subacquei sportivi impegnati in immersioni lungo la Riviera dei Ciclopi. E’ risultato trattarsi dell’eco di un sonar, sistema di ricerca subacquea ad ultrasuoni. Anche lo spiaggiamento di una grossa verdesca sugli scogli di Acitrezza, avvenuto giusto in contemporanea con l’esercitazione antisommergibile NATO “Dynamic Manta” (iniziata il 6 Marzo, si concluderà il 16), ha negli ultimi giorni sollevato l’idea di un impatto ambientale dalle conseguenze potenzialmente distruttive per animali marini ed esseri umani.
LiveSicilia ha perciò rivolto, ad istituzioni e specialisti dei settori interessati, alcune domande volte ad accertare la consistenza del “pericolo”. “Il sonar può effettivamente causare disorientamento ai mammiferi, con conseguente perdita della rotta e spiaggiamento”, ha spiegato la biologa marina Maria De Filippo, “ma escludo categoricamente che possa fare altrettanto ad una verdesca”.
Caratteristica attitudine di alcuni mammiferi -tra i quali i delfini – è infatti il cosiddetto sistema di eco-localizzazione, che funziona in modo analogo ad un sonar.
E i danni all’organismo umano? “Potrebbero verificarsi danni all’udito, sia umano che animale, ma dipende essenzialmente dalla distanza.”, ha detto il professor Andrea Trucco, docente di “Emissione acustica ed elettromagnetica della nave” alla facoltà di Ingegneria Navale di Genova. Del resto, difficilmente un subacqueo sportivo potrebbe accostarsi ad un’unità navale impegnata in esercitazioni militari: diversa potrebbe essere la sorte di animali ignari dei regolamenti.
“Ascoltare questi suoni in immersione non comporta danni, del resto la propagazione dei suoni in acqua è molto maggiore che nell’aria, per cui sentirli vicini non è molto indicativo. Non si tratta affatto di onde elettromagnetiche, ma di uno dei tanti rumori di origine antropica che reca disturbo agli organismi marini”, ha chiarito Trucco. Si pensi, del resto, al delfino spiaggiato rinvenuto la scorsa estate nei pressi del Porticciolo Rossi, recante probabili segni dell’impatto con uno scafo. Da parte della Marina Militare non è ancora giunta una replica.