Roma boccia la proroga dei precari | C'è anche l'assessore Lantieri - Live Sicilia

Roma boccia la proroga dei precari | C’è anche l’assessore Lantieri

La Regione aveva dato il via libera a 500 rinnovi. Poche ore prima, però, l'impugnativa dello Stato aveva cassato quella norma.

PALERMO – La Regione ha dato il via libera a quelle proroghe proprio nelle stesse ore in cui il governo Renzi bocciava la norma che consentiva i rinnovi. E così, i circa cinquecento precari della pubblica amministrazione regionale sono più precari del solito. Sospesi, tra Palermo e Roma. E tra questi, c’è anche un “precario illustre”: l’assessore alla Funzione pubblica Luisa Lantieri.

E meno male che all’atto dell’insediamento, in tanti avevano puntato il dito proprio contro quell’assessore per un presunto conflitto di interessi: avrebbe potuto, secondo gli “accusatori”, sfruttare la sua posizione per ottenere vantaggi personali e lavorativi.

Per il momento, invece, anche Luisa Lantieri si mette in coda. In attesa che i vertici di Palazzo d’Orleans e di Palazzo Chigi riescano a trovare una soluzione per lavoratori, in particolare quelli del dipartimento Acque e rifiuti, che in qualche caso svolgono funzioni delicatissime, come quelle relative al dissesto idrogeologico. Adesso il governo regionale dovrà decidere, e velocemente, cosa fare: se opporsi, cioè, all’impugnativa, o promulgare la Finanziaria senza le parti impugnate. In entrambi i casi, la decisione non farà che accrescere l’incertezza sul futuro di questi lavoratori.

Mentre, insomma, come raccontato ieri da Livesicilia, il dipartimento del Personale dava il via libera alle proroghe, così come previsto da una norma dell’ultima Finanziaria regionale, il Consiglio dei ministri impugnava proprio quella norma. A riprova, quantomeno, di un difficile dialogo tra la Capitale e il governo di Rosario Crocetta.

La norma, in particolare è stata impugnata insieme ad altre della legge di stabilità come quelle relative all’Ecotassa, alle Ztl nei Comuni siciliani, alle modalità di distribuzione del carburante e alla tassa di circolazione.

Nel caso dei precari, in particolare, Palazzo Chigi ha bocciato l’articolo che prevede la modifica della precedente legge regionale che assicurava le proroghe fino al dicembre del 2016, estendendo quei rinnovi fino al dicembre del 2018. Una modifica che, scrive il Consiglio dei ministri, è in contrasto come le norme del decreto legge del 2013 sulla Pubblica amministrazione.

Un decreto che fissa “il termine per la proroga dei contratti di lavoro a tempo determinato al 31 dicembre 2016”. E la proroga fino al 2018 è stata prevista, nella norma regionale impugnata, anche per le stabilizzazioni: pure questo passaggio è stato censurato nell’impugnativa. Ma non è solo un problema di date. È anche, infatti, un problema di soldi. “Tenuto conto – scrive la Presidenza del Consiglio dei ministri – che i fondi previsti dalla legge regionale 5 del 2014 per le finalità di stabilizzazione del personale precario sono previsti ed alimentati solo per il triennio 2014-2016 e che la spesa autorizzata è riferita al solo triennio 2014-2016 e non anche al biennio 2017 2018, si ritiene che il comma 9 dell’articolo in esame sia in contrasto con l’articolo 81 della Costituzione e quindi si rende necessario il suo rinvio alla Corte Costituzionale”. Insomma, quella proroga non violava solo una norma statale, ma anche il principio della “copertura finanziaria”. È stato scritto nell’ultima finanziaria, infatti, che i precari, in attesa della stabilizzazione, avrebbero lavorato almeno fino al 2018. Ma in realtà i soldi non c’erano.


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