Intervista a Saverio Romano: su Schifani e Calenda dico...

Romano, Noi Moderati e il Centro: “Una telefonata a Carlo Calenda…”

L'intervista: "Il presidente Schifani sta facendo benissimo"
L'INTERVISTA
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2 min di lettura

Sulle province…
“Alt, è ridicolo che la politica si occupi di una vicenda nata male e finita peggio”.

L’onorevole Saverio Romano, coordinatore politico di Noi Moderati, tenendo fede al partito e alla sua storia, si mostra moderatissimo pure quando ‘perde la pazienza’. Però non cela il suo malcontento.

La chiacchierata in occasione del primo convegno provinciale, in programma oggi, nell’affascinante scenario di Aci Castello, comincia dal tema sul tavolo. Si parla delle elezioni di secondo livello al centro della trama. Quelle che Totò Cuffaro, segretario della Dc, ha definito “una Caporetto dei partiti”.

Onorevole Romano, scusi, non si può non discuterne.
“Va bene. Gli americani dicono: ‘No taxation without representation’. Ma mi pare che sia logico estendere il principio al voto: ‘No election without representation’. Sono un sostenitore del suffragio universale. Che gli eletti eleggano altri che saranno eletti è un’idea infelice che chiude nel palazzo una parte della rappresentatività, lasciando fuori il resto”.

Lei tiene all’anima popolare?
“Certo. ‘Noi Moderati’ presenta ventimila iscritti, in tutta Italia, che sono ventimila militanti convintissimi. Non gonfiamo i tesseramenti con amici, elenchi telefonici, o familiari. Da Catania cominciano i congressi per celebrare la democrazia e consolidare la nostra classe dirigente”.

Democrazia, congressi… Per molti sono concetti desueti. Accetti il paradosso…
“Talmente è paradossale la situazione che è stato un re, Carlo Terzo di Inghilterra, a ricordarci, con la sua visita in Italia, il valore delle libertà democratiche che sfugge a certi presidenti eletti dal popolo”.

Tempi difficili sono.
“Per fortuna abbiamo in Giorgia Meloni un capo del governo che si impegna per rivendicare l’unità dell’Occidente”.

Voi come vi muovete?
“Io ho presentato una proposta di legge elettorale con il cosiddetto sindaco d’Italia e un sistema proporzionale con lo sbarramento. Sarebbe un modo per garantire partecipazione e governabilità. Le persone non votano più perché pensano di non contare. Invece, non è così”.

La vostra Itaca, nel senso del ritorno a casa, resta il Grande Centro?
“Il nostro approdo è il Partito Popolare Europeo, altrimenti non si può essere centristi. C’è Forza Italia che incarna lo spirito più liberale, noi quello più popolare. Siamo complementari. Il sistema elettorale, come nella mia proposta, premia la scelta della coalizione. Stiamo con il centrodestra. Ma guardiamo anche oltre”.

Per esempio?
“Per esempio, osservo che Carlo Calenda è praticamente sulla nostra stessa lunghezza d’onda”.

Una telefonata?
“Pure internazionale, se occorre”.

Una valutazione sul governo della Sicilia?
“Il presidente Renato Schifani sta facendo benissimo, con grande piglio, risultati e determinazione. Siamo contenti che la guida della Regione sia e sarà affidata a lui”.


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