PALERMO – Le elezioni di secondo grado nelle ex Province diventate “una Caporetto per tutti i partiti” e la necessità di “tornare a tessere la tela della mediazione” in un centrodestra diviso dalle candidature nei Liberi consorzi. Totò Cuffaro, leader della Dc, analizza così lo scenario politico regionale alla vigilia del prossimo appuntamento elettorale, lanciando anche un messaggio agli alleati: “Schifani deve andare oltre il 2027, se qualcuno lo mette in dubbio allora inizia a dubitare anche della presenza della Dc”.
Cuffaro che succede nel centrodestra? Alle Provinciali sono saltati tutti gli accordi.
“Succede una cosa che avevo già previsto. Avevo detto che le elezioni di secondo livello alle Province sarebbero state una Caporetto per tutti i partiti, sia del centrodestra che del centrosinistra, e così è stato. Mi dispiace, ma avevo visto bene”.
Amici che diventano nemici e viceversa.
“Non era difficile capire che nei vari territori avrebbero prevalso le logiche di competizione interna e che tutto questo sarebbe sfociato negli accordi di alcuni partiti con altri che appartengono a una coalizione diversa. La logica del ‘meglio far perdere l’amico-nemico piuttosto che il nemico ufficiale’. Un ragionamento che in queste elezioni è valso per tutti i partiti e tutte le coalizioni”.
Effetti delle elezioni di secondo livello che coinvolgono soltanto sindaci e consiglieri comunali?“
“Una legge assurda, che serve soltanto a fare scoppiare tutte queste contraddizioni. La Dc pensa ancora che si debba tornare al più presto al voto degli elettori.IN questo modo, invece, si sta dando mandato soltanto ai dirigenti di partito”.
La Dc non ha ottenuto la candidatura ad Agrigento, mentre a Ragusa siete in contrapposizione al resto della coalizione e lei lo ha fatto notare.
“Siamo stati il partito che più di tutti nella coalizione ha tentato di evitare queste spaccature. Abbiamo rinunciato alla provincia di Agrigento, dove siamo i più forti, offrendo anche la candidatura a Forza Italia che con il suo leader locale (Gallo Afflitto, ndr) è stato l’animatore dell’inciucio”.
Parla delle intese non ufficiali di FI e Mpa con Pd e M5s?
“Sotto questo profilo sono stati sinceri: ci hanno fatto sapere che avevano già un progetto con Pd e M5s. A quel punto, pur di salvare ciò che rimaneva della coalizione, abbiamo rinunciato dando la candidatura a Fratelli d’Italia puntando su Ragusa, dove sappiamo di potere fare un ottimo risultato. Il tavolo del centrodestra aveva anche dato l’ok ma l’impegno è stato disatteso ampiamente dai vertici locali dei partiti. Ne prendiamo atto ma andiamo avanti. La partita per la presidenza è aperta, anche per via del voto disgiunto, e non è detto che il candidato del centrosinistra non possa mettere in crisi gli altri due. Di una cosa sono certo: la Dc farà un grande risultato. Sulle Province, però, mi preme dire una cosa”.
Cosa?
“Apprezzo molto l’atteggiamento del presidente Schifani che ha scelto di tirarsi fuori da questa battaglia. Ha dato possibilità di scelta ai partiti e non sta intervenendo in favore di nessuno, neanche del suo”.

A questo punto serve un ‘check-up’ nella coalizione di governo?
“Prima portiamo a termine queste elezioni, poi se ne parlerà. Il giorno dopo, da buoni democristiani, continueremo a tessere la tela della mediazione. Bisogna difendere e valorizzare la coalizione con la leadership del presidente Schifani che noi apprezziamo e che difendiamo lealmente. Almeno questa mi auguro non venga messa in discussione”.
Una leadership che per la Dc deve continuare anche dopo il 2027?
“Certo, e non solo: Schifani deve continuare perché sta facendo un ottimo lavoro. Un’attività di governo che sta dando i suoi frutti. La sua leadership riesce a tenere insieme questa coalizione. Mi chiedo, infatti, se la Dc possa ritenere ‘affidabile’ questa coalizione in assenza di Schifani”.
Parole forti.
“È così: non mi fiderei di nessun’altra Forza Italia se non da quella rappresentata da Schifani. Se c’è lui per noi c’è la certezza che saremo accettati e capiti, e che potremo fare la nostra battaglia. Se qualcuno pensa che Schifani non debba esserci, allora inizia a pensare anche che anche la Dc potrebbe non esserci”.
Guadiamo all’immediato futuro, c’è una manovrina in vista. Le vostre priorità?
“Ci sono alcune cose importanti sulla sanità e su alcuni progetti Pnrr da completare grazie all’intervento aggiuntivo della Regione. Saranno 60-70 milioni in tutto ed è giusto che la manovrina guardi a questi grandi progetti e non a piccoli finanziamenti. Non condanno i piccoli interventi ma è gusto che in questo momento non siano nella manovra”.
Rifiuti, Schifani ha annunciato la data di inizio dei lavori per i termovalorizzatori. Potrebbe riuscire dove lei non è riuscito?
“Questo è un ulteriore motivo che porta la Dc ad essere convinta di quanto sia determinante la presenza di Schifani nella coalizione. ll presidente ha preso un impegno con i siciliani e lo sta mantenendo, non possiamo che esserne contenti. Quella per i termovalorizzatori è una battaglia che ora possiamo nuovamente vincere. Quando ero alla guida della Regione l’avevamo vinta, poi chi venne dopo di me (Lombardo, ndr) decise di interrompere tutto”.
Il governatore teme per i ricorsi, lei?
“I rischi ci sono sempre ma questo non significa che non si debbano realizzare. Se dovessero esserci dei ricorsi li affronteremo, l’esperienza e gli errori del passato torneranno utili. Credo ci siano tutte le condizioni per non correre rischi e realizzare gli impianti serenamente. C’è anche il coinvolgimento di Invitalia, che rappresenta una garanzia ulteriore contro appetiti illeciti o comunque incompatibili con la legalità che questo governo sta portando avanti”.