PALERMO – Si comincia con la demolizione degli edifici abusivi a Bagheria e si proseguirà a Palermo. La Procura della Repubblica e i due Comuni fanno sul serio.
Ieri è toccato a Patrizio Cinque, sindaco del popolo centro nel Palermitano, firmare un protocollo di intesa con il procuratore facente funzioni Leonardo Agueci. Oggi toccherà al sindaco del capoluogo siciliano, Leoluca Orlando, mettere nero su bianco quella che è più di un’intenzione. Le demolizioni entrano nella fase operativa.
A Bagheria i numeri del “ripristino della legalità” targata “Movimento cinque stelle” sono già definitivi. L’Ufficio condono e controllo del territorio, guidato dall’architetto Agostina Lo Giudice, ha già inviato circa 900 ordinanze di demolizione. Su alcuni immobili pendono dei ricorsi, per altri ci sono in ballo ipotesi di sanatoria. Dunque le strutture abusive che saranno certamente abbattute sono ventisette. Via via saranno presi in esame tutti i casi che rientrano in cinque fasce: opere, complete e non, realizzate in zone di inedificabilità assoluta, opere, complete e non, che ricadono in zone di inedificabilità relativa, ma non destinate a residenza abituale (le cosiddette seconde case); tutte le altre opere abusive, comprese quelle di nuova costruzione, nei centri abitati e in periferia, anche nel caso di ampliamenti di vecchi edifici.
Il protocollo d’intesa fissa anche i tempi delle demolizioni e cioè entro nove mesi dall’individuazione dell’immobile. Si parte con i manufatti giudicati abusivi con sentenza ormai definitiva e per i quali è stata disattesa l’intimazione amministrativa all’abbattimento. Esclusi pure quelli per i quali non sia in corso il riconoscimento da parte del Consiglio comunale dell’esistenza “di prevalenti interessi pubblici”. Successivamente si proseguirà individuando immobili di lottizzazioni abusive o nella disponibilità di soggetti finiti in carcere, processati o sottoposti a misure di prevenzione per reati di mafia.
“Le due autorità, giudiziaria e amministrativa – si legge nel protocollo, – potranno in ogni caso decidere di proseguire la demolizione di quelle opere che, in qualunque epoca eseguite, configurino un palese caso di intollerabile offesa al patrimonio urbanistico e ambientale circostante”. L’onere di seguire caso per caso spetta ad un pool di magistrati, coordinato dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, e d cui fanno parte i sostituti Daniele Paci e Gaetano Guardì.
Si articolerà sulla falsariga di quanto previsto a Bagheria anche il protocollo che sarà firmato stamani e che riguarda Palermo. Qui i numeri sono molto più ampi visto che includono anche gli edifici pericolanti. Secondo un censimento di Palazzo delle Aquile sono circa 1.300 gli immobili a rischio nel centro storico e di questi 228 pericolanti. La stragrande maggioranza dei proprietari ha risposto picche all’ordinanza che li obbliga a mettere in sicurezza gli edifici.