In 700 al "recruitment day" Ryanair | Cronaca di una maratona di otto ore - Live Sicilia

In 700 al “recruitment day” Ryanair | Cronaca di una maratona di otto ore

Le selezioni Ryanair a Palermo (foto Lo Porto)

di GIADA LO PORTO Nonostante le smentite dell'ufficio stampa della compagnia irlandese, hanno preso il via le selezioni organizzate dalla Crewlink (nella foto). Il racconto di una giornata vissuta tra chi spera di entrare a far parte della low cost. Tra loro anche gli ex piloti Wind Jet. Oggi i colloqui.

PALERMO – Il “recruitment day” per la selezione di assistenti di volo nelle basi europee della compagnia low cost Ryanair, dopo le smentite diramate dall’ufficio stampa della compagnia, si è svolto regolarmente. Circa 700 gli aspiranti hostess e steward che, sin dalle prime ore del mattino, hanno affollato le sale dell’Idea Hotel di Viale Regione Siciliana, a Palermo. Una ‘maratona’ lunga otto ore con un unico obiettivo, quello di dare corpo al sogno “ad alta quota”.

Al loro arrivo i ragazzi sono stati divisi in gruppi di circa 60 persone e il primo ostacolo da superare è stato il test grammaticale in lingua inglese, composto da due parti: la prima con domande a risposta multipla, la seconda con un’unica domanda a risposta aperta. Venti i minuti consentiti per completare e consegnare la prova. Prima di iniziare però ecco arrivare i ‘controllori’ della Crewlink, azienda che si occupa della selezione, per constatare il possesso del passaporto da parte di tutti i canditati, pena l’esclusione. E così sono stati dieci i giovani allontanati ancor prima di iniziare. Stesso destino per chi possedeva un tatuaggio sulle parti visibili del corpo.

Tra una prova e l’altra c’è tempo di confrontarsi sul corso di formazione a pagamento all’estero, propedeutico per l’assunzione. Il costo complessivo è di 2.900 euro: 500 per l’iscrizione, 700 per vitto e alloggio, 1.700 per le lezioni. Il corso, tuttavia, non sarà garanzia di assunzione e gli eventuali esclusi saranno rimborsati soltanto delle spese di formazione. Secondo gli addetti di Crewlink solo il 6-7 per cento di coloro che prendono parte al corso di formazione non riesce a passare il test finale, ma gli umori tra i partecipanti sono contrastanti: c’è chi è disposto a investire la cifra di quasi tremila euro pur di avere un lavoro e chi, invece, partecipa pur sapendo che non avrà le possibilità di pagare il corso.

Gli idonei alla fine delle sei settimane di formazione verranno assunti con un contratto di tre anni. Cento ore di volo per circa 1.300 euro di stipendio mensile. Ma il corso all’estero non è l’unica spesa che gli aspiranti steward e hostess devono affrontare. C’è ad esempio la divisa: “Trenta euro mensili che ti tolgono dallo stipendio – dice Giulia Marchetti -, mio cugino lavora già per Ryanair e paga perfino l’acqua e il cibo in volo. Non regalano nulla è una vergogna, praticamente paghiamo per lavorare, io a queste condizioni non ci sto”. Ma c’è anche chi, pur consapevole di dover affrontare ingenti spese, preferisce investire sul futuro “perchè lavoro non ce n’è comunque – interviene Gloria Miceli -, sogno da piccola di volare e farei di tutto per trasformare questo desiderio in realtà”.

Alle 12.30 tutti i gruppi hanno terminato la prova. Il tempo di mangiare qualcosa ed ecco riapparire il personale della Crewlink, che dopo aver corretto gli scritti divulga i nomi degli esclusi. A risultare idonei, circa 300 dei 700 candidati iniziali. La modalità in cui viene comunicata la scelta fa però discutere. I ragazzi vengono fatti entrare e “ringraziati”. Gli scrutinatori pronunciano a gran voce e per una sola volta i nomi. Poi si passa oltre. “Non si sente nulla – dice Francesca Fortè, una delle giovani presenti in fila -. Siamo qui dalle 8 del mattino, stanchi e demotivati. Non ho neppure capito se i nomi che chiamano sono quelli che passano o quelli che possono tornare a casa”. Sono in molti a rimanere delusi, circa la metà va via, ma se qualcuno piange e si dispera qualcun’altro pensa positivo. “Meglio così, non avrei saputo dove prendere i soldi – dice Giulio Mantova -, prima o poi troverò la mia strada. Si vede che non era destino”.

Ci sono anche alcuni ex dipendenti Wind Jet che, durante la pausa pranzo, esprimono dubbi e perplessità. Il fatto che abbiano già il titolo di assistenti di volo e l’esperienza non fa differenza. E anche per loro vale la regola “senza corso niente lavoro”. “Questo nuovo business si chiama ‘pay for work’ – dice Antonio Dell’Oglio -. Io ho già diversi brevetti rilasciati da Wind Jet ma per loro tutto il sudore buttato in questi anni di lavoro in alta quota è pari a zero. Poi – prosegue – ho anche superato le selezioni Ryanair per pilota ma mi hanno subito chiesto la bellezza di 30mila euro per un corso di abilitazione. Ovviamente ho rinunciato e oggi sono qui”.
“Con Wind Jet riuscivo a prendere anche tremila euro al mese con sole 90 ore di volo – interviene Giuseppe Caronia -. Qui lavorando di più non arriverei neppure alla metà. Che amarezza”. I primi sei mesi di lavoro si fanno all’estero.

Alla fine, dopo oltre otto ore di attesa, è tempo di bilanci: “La peggiore selezione della mia vita – dice Ivana Del Rio – e ne ho fatte tante. Organizzazione pessima, modalità di selezione e comunicazione terrificante”. Il colloquio orale, a causa dell’ora ormai tarda, si svolge oggi solo per i candidati provenienti da fuori città. Per i residenti di Palermo invece l’appuntamento è rimandato a domani. “Nella mail di selezione dicevano che tutto sarebbe terminato entro le 18 – dice Grazia D’Alia – e invece non hanno calcolato i tempi nel modo giusto. Che dire, sarà un’altra notte insonne”.


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