Sala Martorana, via al risiko-commissioni: chi punta alle presidenze

Sala Martorana, via al risiko-commissioni: chi punta alle presidenze

Partono le trattative tra i gruppi consiliari

PALERMO –  Alla scadenza manca poco più di un mese ma le trattative sono già iniziate e promettono scintille. Il consiglio comunale di Palermo in questi giorni è impegnato nella discussione di delicate delibere, come la ricapitalizzazione della Rap o i nuovi contratti di servizio, ma è sul rinnovo delle commissioni consiliari che in molti puntano gli occhi.

Il regolamento di Sala Martorana prevede che dopo due anni e mezzo presidenze e vicepresidenze di commissione vadano rinnovate: insediate ad agosto del 2022, la data segnata sul calendario è quella di fine febbraio.

 La conferenza dei capigruppo ha iniziato a parlarne, anche se le trattative entreranno nel vivo dalla prossima settimana, ma è evidente che si tratta di una partita dal sapore squisitamente politico su cui si misureranno i rapporti di forza dentro e fuori i partiti.

I cambi di casacca

Bisogna dire che, rispetto a due anni e mezzo fa, tanto è cambiato: alcuni gruppi sono scomparsi, altri sono nati, c’è chi ha perso pezzi e chi ne ha guadagnati e, dal momento che la composizione delle commissioni segue proporzionalmente la consistenza numerica delle formazioni, è prevedibile aspettarsi alcune modifiche. Specie nel caso in cui, dopo i cambi di casacca, qualche partito è scomparso da una commissione e qualcuno invece si è ritrovato con più rappresentanti.

Le quote

Le commissioni sono sette e la suddivisione, all’indomani delle urne, prevedeva due commissioni a testa per Fratelli d’Italia e Forza Italia e una ciascuno a Lega, Dc e gruppo del sindaco. Il passaggio di Salvo Alotta agli azzurri, però, ha fatto in modo che i forzisti siano saliti a quota tre a scapito di Lavoriamo per Palermo.

Ma non basta, perché nel frattempo la Lega ha perso un consigliere e la Dc ne ha guadagnati addirittura due, salendo a cinque. Abbastanza per suscitare gli appetiti di chi, adesso, chiede più spazio. “Non bisogna guardare solo alle commissioni ma al complesso, cioè anche alla giunta e alle partecipate”, è il ragionamento di un big di maggioranza che mette sul piatto anche il posto da direttore generale in Amg.

Le poltrone in bilico

A chiedere una presidenza sarebbe, anzitutto, la lista del sindaco a cui si aggiungono anche i cuffariani che da mesi, inutilmente, reclamano un secondo assessorato. Nel mirino ci sarebbe una delle tre presidenze di Forza Italia ma anche quella in quota Lega è data da alcuni in bilico, visto che il partito di Matteo Salvini conta solo su due consiglieri ma vanta un posto in giunta, una presidenza e una partecipata.

Inutile dire che la Lega sarebbe pronta alle barricate, facendo pesare il ruolo nazionale del partito e il rapporto personale di Salvini col sindaco Roberto Lagalla.

Acque agitate in Fi

Le acque però sono agitate anche dentro Forza Italia, dove non è un mistero che alcuni pezzi di partito puntino ad almeno un cambio in giunta. Il rischio però è una clamorosa spaccatura che i maggiorenti vorrebbero evitare a tutti i costi, nel timore di un indebolimento del partito che finora ha retto all’urto dei meloniani grazie ai suoi numeri.

Il fronte minoranze

E le opposizioni? Lì ci sono meno problemi ma non vuol dire che non ce ne siano, anche se al momento si cerca una linea comune. In questi mesi è nata Avs e il M5s è diventato il secondo gruppo più numeroso, mentre è scomparso Progetto Palermo.

Alle minoranze spettano le vicepresidenze ma una di queste, nei mesi scorsi, è andata invece a Fratelli d’Italia che l’ha tolta al Pd. Uno “strappo” che i dem potrebbero chiedere di ricucire, così da riequilibrare i rapporti interni all’opposizione dove, al momento, le vicepresidenze sono appannaggio dei pentastellati (due), di Oso, del Misto, di Avs e dell’ex candidato sindaco Franco Miceli a cui aggiungere, come detto, quella in quota Fdi.


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