"Salanitro mai coinvolto in procedimenti per mafia" - Live Sicilia

“Salanitro mai coinvolto in procedimenti per mafia”

Il difensore ha inviato una nota alla redazione che pubblichiamo integralmente.
DIRITTO DI REPLICA
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L’avvocato Giuseppe Rapisarda, difensore di Luciano Salanitro, ha inviato una nota in cui chiede di rettificare, ai sensi della legge sulla stampa, alcuni passaggi dell’articolo dal titolo “Vive dentro il bene confiscato, a rischio 847 mila euro”. 

Pubblichiamo integralmente quanto inviato in redazione:

“Non risulta che il Salanitro sia stato mai coinvolto in procedimenti per fatti collegati alla famiglia mafiosa “Santapaola-Ercolano”, né che sia mai stato processato per mafia, e neppure per reati aggravata dall’articolo 416 bis comma 1 del codice penale. Distorta comunque appare la notizia nella parte in cui gratuitamente si asserisce che lo stesso sarebbe legato alla suddetta famiglia mafiosa. Persiste solamente una condanna per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti ove venne riconosciuta dal giudice la circostanza attenuante della lieve entità del fatto. Questa circostanza determinò a suo tempo l’annullamento da parte della Suprema Corte di Cassazione della confisca di precedenti beni, in quanto codesta misura non è prevista dalla legge nelle ipotesi attenuate per i delitti ex art. 73 e 74 della legge 309/90. Non risulta poi a verità che il Salanitro abbia posto in essere forma alcuna di resistenza per impedire che la confisca citata nell’articolo venga portata ad esecuzione. Sul punto è il caso di evidenziare che sono stati ritualmente informati a cura del difensore, l’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati, l’Amministratore Giudiziario, il Comune di Catania, la Corte d’Appello di Messina e il Tribunale di Catania sulla richiesta di sospensione del provvedimento definitivo di confisca in considerazione dell’interposto incidente di esecuzione. Tale richiesta si basa sulla declaratoria di incostituzionalità della norma sui requisiti per la pericolosità generica pronunciata dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.24/2019 – oltretutto discussa in Tribunale il 19 gennaio 2022 – in conseguenza della quale si ha ragione di ritenere illegittima la confisca in questione”. 


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