PATERNO’. Un legame forte e consolidato con la sua città natale: Paternò. Salvatore Ligresti, il re della finanza assicurativa ed immobiliare di successo, il legame con la sua terra non l’aveva mai tagliato. Mai rinnegato. Anzi. E’ vero che, di recente, non era più sceso in Sicilia e a Paternò. Ma il suo era un rapporto era rimasto solido pur non essendo fisicamente palpabile. Aveva dimostrato di tenere ancora alla sua città nemmeno una manciata di anni fa quando subito dopo il distaccamento dalla cupola della chiesa simbolo della città, quella di Santa Barbara, staccò un assegno da 50 mila euro per il contributo alla riapertura: “Un aiuto alla causa che faccio con piacere”, confidò a qualche amico. Ancora prima con la formazione rossoazzurra del Paternò calcio che militava in Serie C1 diede un altro apporto con la sponsorizzazione sulle maglie attraverso la Fondiaria Sai. Lo fece anche quando le cose andarono male e si ripartì dalla Promozione prima e dalla Serie D, poi.
Oggi, la caduta. Lui che ha costruito “Milano 2”: lui che costruì un impero. Quasi un simbolo per chi dal profondo sud “espatriava” al nord in cerca di successo e fortuna. Tuttavia, da tempo Salvatore Ligresti non era più sulla cresta dell’onda. Ed oggi, è arrivato l’epilogo. Con il sipario che pare essere calato di botto su un mito che pareva inscalfibile: quello di Salvatore Ligresti da Paternò.