AGRIGENTO – I palloncini bianchi e rossi. Le musiche di Ennio Morricone, i lunghi applausi e soprattutto le tante lacrime che non serviranno a rendere meno sopportabile un dramma che sfida ogni ragionevolezza. I funerali del piccolo Salvatore Spoto sono stati celebrati ieri nella Chiesa Madre di Raffadali, nell’Agrigentino.
Le navate erano gremite per dire addio a un ragazzino che, nei fatti, avrebbe potuto essere il figlio o il fratello di tutti. Strappato alla vita durante un momento di spensieratezza, nel corso di una vacanza estiva, sotto gli occhi increduli dei propri familiari.
Tredici anni di età e una patologia cardiaca che non gli ha dato scampo. Implacabile e improvvisa. Il decesso è avvenuto venerdì pomeriggio a causa di un malore sulla spiaggia di Pergola e Realmonte, dove era in vacanza con la famiglia.
Inutile l’intervento dei sanitari del 118, che hanno provato a rianimarlo con il defibrillatore. Nulla da fare. Neanche il trasporto disperato in elisoccorso al pronto soccorso del San Giovanni di Dio di Agrigento ha potuto invertire l’esito di una tragedia.
Salvatore Spoto viveva in quel di Thiene, in provincia di Vicenza. Siciliano e innamorato del mare dell’Isola, desiderava da tempo fare il bagno nella sua terra natale. E i genitori lo hanno voluto accontentare. Nessuno, però, avrebbe mai potuto immaginare quanto sarebbe accaduto nel giro di pochi istanti. La battigia, il pallone e il malore improvviso.
Nonostante la diagnosi, le condizioni di salute non apparivano tanto gravi. A settembre era previsto un intervento chirurgico a Verona. Una situazione ritenuta dai medici sotto controllo. Ma non tutto è sempre prevedibile. E sarà impossibile farsene una ragione.
Il dolore è anche di chi lo frequentava quotidianamente, i compagni di classe e i docenti. A tanti chilometri di distanza, il dirigente della scuola che frequentava Salvatore, Francesco Crivellaro, ha infatti organizzato un evento commemorato in contemporanea ai funerali.
“Veniva spesso in presidenza, perché passava a salutarmi – ha detto al Corriere Veneto – Era un ragazzino simpaticissimo, sempre cordiale, sia con gli adulti sia con i compagni di classe. Regalava gioia e allegria a chi lo incontrava. Un tredicenne aperto, divertente e solare. Siamo rimasti senza parole quando abbiamo ricevuto la notizia”.