PALERMO – I pm di Agrigento, che hanno iscritto il ministro dell’Interno Matteo Salvini nel registro degli indagati per la vicenda della nave Diciotti, dovrebbero trasmettere mercoledì il fascicolo d’inchiesta alla procura di Palermo che dovrà poi “girare” gli atti al tribunale dei ministri, competente visto il coinvolgimento di un membro dell’esecutivo.
I reati contestati a Salvini, coindagato col suo capo di gabinetto, il prefetto Matteo Piantedosi, sono sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. La trasmissione degli atti al tribunale dei ministri dovrà avvenire entro 15 giorni dalla ricezione della carte dalla Procura di Agrigento.
Intanto, il ministro dell’Interno ostenta tranquillità e sul suo profilo Facebook pubblica una foto con una birra mentre si trova a pescare e scrive: “Sempre più determinato a difendere gli italiani, un brindisi a chi indaga, insulta o ci vuole male!”. E poche ore su Twitter Salvini ha scritto: “Qualche mese fa il procuratore di Agrigento (quello che mi sta indagando) diceva: ‘Il rischio di terroristi a bordo dei barconi è alto’. Ha cambiato idea? Per me il problema rimane lo stesso anche oggi”.
Cos’è il tribunale dei ministri
L’organo collegiale ad hoc, composto dai gip Fabio Pilato e Filippo Serio e dal giudice del tribunale fallimentare Giuseppe Sidoti, estratti a sorte come prevede la legge, ha 90 giorni, compiute le indagini preliminari e sentito il pubblico ministero, per decidere se archiviare o trasmette gli atti alla Procura perché quest’ultima chieda l’autorizzazione a procedere al Senato visto che Salvini è un senatore. Il tribunale dei ministri ha poteri istruttori e potrà dunque ascoltare testimoni, interrogare gli indagati, acquisire documenti.