San Cristoforo, la mappa |dei soldati della droga - Live Sicilia

San Cristoforo, la mappa |dei soldati della droga

I cerchi blu della mostrano il campo di azione delle vedette

Via Colomba era diventata la roccaforte della marijuana. Alle vedette era designato il compito di evitare le incursioni degli "sbirri" e di regolare l'afflusso delle auto degli acquirenti. Le cimici della Narcotici svelano i retroscena dell'organizzazione, con giri d'affari annui a nove zeri, decapitata ieri dalla polizia.

LE INTERCETTAZIONI
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CATANIA – In via Colomba era vietato sbagliare. L’azienda specializzata in spaccio di “erba” gestita dai fratelli Crisafulli e da Vinciguerra, smantellata ieri nel blitz della narcotici con 48 persone in manette, aveva collaudato un sistema militare a prova di “errore”, anzi a prova di sbirro. La regola primaria, infatti, era “proteggere” la zona dalle incursioni delle forze dell’ordine. La sorveglianza avveniva secondo schemi concentrici (vedi la mappa) con l’ausilio di vedette che divisi in turni di lavoro presidiavano il quadrilatero da Via Colomba fino ai vicoli limitrofi a Via della Concordia. Il cuore di San Cristoforo nelle mani di “soldati” in sella agli scooter, assoldati per proteggere la roccaforte della vendita al dettaglio della marijuana. L’organizzazione delle vedette era uno dei nodi “cruciali” della strategia che assicurava incassi, nei giorni di massimo profitto, anche di 20 mila euro. 

E se le telecamere della Mobile, piazzate tra le intercapedini dei palazzi di via Colomba, hanno fotografato le varie fasi della “compravendita” dello stupefacente, sono state le intercettazioni a svelare ruoli e mansioni delle vedette. Eloquente il dialogo captato dalle cimici piazzate dalla Narcotici il 15 aprile 2011. Luigi Nicolosi impartiva ordini precisi a Giuseppe Di Mauro per come svolgere il suo compito e agire nel caso di arrivo dei “piedipiatti”. “Peppe se per caso entrano da qua al volo metti in moto… metti in moto me ne vado con te, ahi …se entrano da qua al volo …io non ce l’ho il tempo di mettere in moto ….hai capitó?[…] Blocca le macchine Peppe…”. “… Blocca Peppe…,!“. L’audio va in sincronia con il video dove si nota – scrivono gli inquirenti –  Di Mauro avanzare nella via, bloccando letteralmente il traffico, e Nicolosi aprire la portiera, prelevare la “merce” e dopo qualche istante, dire alla vedetta (Di Mauro) , “A posto...” e, solo dopo, ripristinare la viabilità. Stessa scena dopo poche ore: Nicolosi a Di Mauro: “Qua c’è una cosa che non quadra…aspetta un attimo … blocca le macchine Peppe”. Le immagini mostravano ancora una volta – descrivono gli investigatori – Nicolosi aprire lo sportello dell’auto,  controllare qualcosa, forse le dosi, e dopo rassicurare nuovamente la vedetta dicendogli “A posto….“. E immediatamente dopo ritornare a vendere la marijuana.

La vedetta era  anche la cerniera, il punto di contatto con il mercato oltre che il controllore del territorio. Il pusher aveva, secondo un ordine di tipo verticistico, il veto di potersi rivolgere alla vedetta e dirigere i suoi movimenti. “… Pronti siamo … una …”.  Era questo il via intorno alle 14 – 15 per “l’apertura” della piazza di spaccio in Via Colomba.  “Falli girare, falli girare”: la frase era ripetuta più volte durante il turno di lavoro per assicurare il movimento degli scooteristi incaricati di bloccare o allertare dell’arrivo delle forze dell’ordine. In una intercettazione questo obiettivo appare chiaramente, uno degli indagati spiega: “Forse non hai capito che li devi mandare perché ci sono i “chips” piedi, piedi….”. Diretto riferimento alle Moto Volanti che pattugliavano l’area.

E quando arrivava la polizia? Se non funzionava lo stratagemma del blocco preventivo si correva ai ripari, o andando contromano ostruendo il passaggio alle auto della polizia oppure cercando in un modo o nell’altro di riuscire ad avvisare il pusher della presenza e evitare l’arresto in flagranza: “Sbrigati sbrigati” era l’avvertimento lanciato.  Nella summa pusher e vedetta erano strettamente collegati, in un sistema a scacchiera e incastri. In merito all’affluenza, se si registrava un ammasso di clienti ingestibile ecco che arrivava il monito: “Blocca qui Gaetano”. la voce captata dalla Narcotici è seguita immediatamente da ” … apri … apri … chiudi ….” Saranno le immagini a dare la giusta logica ai vari stralci di intercettazioni. Pusher, vedette e Giovanni Crisafulli se la fanno a gambe respirando odore di “sbirri”.

E’ stata, infine, la dichiarazione di un denunciato a piede libero sorpreso a spacciare a dare un’idea dell compenso per le vedette. “Per tale prestazione – dichiarava alla polizia – vengo retribuito a 50 (cinquanta) euro al giorno. Il mio turno di lavoro va dalle ore 15:00 alle ore 19:00 circa di ogni giorno”.

Il sistema militare – così come ieri lo ha definito il dirigente della Mobile etnea Salvago – ha prodotto un effetto “imponente” nella vivibilità, mobilità e viabilità di un’intera zona, rimasta, però, nel silenzio assordante dell’omertà.


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