San Cristoforo non basta |Pellegrino è solo sesto - Live Sicilia

San Cristoforo non basta |Pellegrino è solo sesto

L'esponente di Forza Italia raccoglie i cocci di una polemica al veleno.

Gli Impresentabili
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Catania – Tanto rumore per nulla. Soltanto 4.427 raccolti in provincia di Catania e una piazzamento da numero sei nella lista di Forza Italia. Il tanto discusso Riccardo Pellegrino lecca le ferite e continua il suo lavoro da consigliere a Palazzo degli Elefanti stando – almeno per ora – lontano dai riflettori, tanto da aver già chiuso la pagina official su Facebook. Le polemiche sugli “impresentabili” a causa dei guai giudiziari del fratello hanno pesato e non poco sul curriculum dell’aspirante deputato. Il fratello Gaetano, infatti, è attualmente imputato per associazione mafiosa nel processo Ippocampo che vede alla sbarra anche il boss Nuccio Mazzei; ed ha anche già espiato una condanna definitiva per estorsione. Sempre Gaetano, ha inoltre una condanna in primo grado, già impugnata dai difensori, per minacce a un collaboratore di giustizia.

Una parentela assolutamente ingombrante, soprattutto per un candidato che la competizione elettorale voleva giocarsela fino alla fine e con ben altri risultati. La ribalta nazionale con tanto di apertura sul Fatto Quotidiano e una presenza da convitato di pietra nel confronto Rai tra i candidati presidenziali nel salotto di Lucia Annunziata, lasciano delle ferite che si rimargineranno soltanto col tempo. Così come gli effetti della sfida sul campo con Claudio Fava, entrambi infatti hanno chiamato dallo loro parte la gente di San Cristoforo, trasformando la contesa politica nello scontro aperto tra due idee profondamente diverse della città di Catania. E in questo Pellegrino ci ha messo la faccia, innalzandosi a Masaniello degli antichi e improponibili valori del “quartiere”. Fava però sale (ma da Palermo) e lui no.

Certo è che, sia sul versante morale, sia sul versante dell’opportunità politica, una riflessione previa sulla sua candidatura andava fatta, senza che diventasse un braccio di ferro a distanza tra Nello Musumeci e il plenipotenziario di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Micciché. Intanto quei 4mila voti hanno permesso al centrodestra di costruire una vittoria che forse ci sarebbe stata a prescindere. L’opzione alchemica di trasformare gli impresentabili in invotabili, in fine, ha sortito un effetto soltanto parziale.


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