Sanità, il "giallo" dei manager | Digiacomo: "Dubbi sui pareri legali" - Live Sicilia

Sanità, il “giallo” dei manager | Digiacomo: “Dubbi sui pareri legali”

L'Ufficio legislativo aveva detto sì, l'Avvocatura dello Stato ha detto no. Così, la giunta si prepara a revocare le nomine dei manager Cantaro e Pellicanò. Ma il presidente della commissione Salute attacca: "Ci sono state interferenze indebite. Sono questi i moralizzatori della Sicilia?".

PALERMO – Due pareri. Uno sostanzialmente opposto all’altro. E una nomina che “balla” sul filo delle ore. La scelta di Paolo Cantaro e di Angelo Pellicanò come nuovi manager della Sanità siciliana si tinge di giallo. Anzi, più che di nomina, oggi, dovremmo parlare della revoca. Sulla quale non mancano già polemiche e dubbi. Il presidente della commissione Salute e deputato del Pd Pippo Digiacomo parla addirittura di “pressioni indebite” per far fuori i due manager.

Il “caso” è approdato proprio stasera in giunta. Uno dei punti all’ordine del giorno, infatti, è la “presa d’atto della relazione dell’assessore regionale per la salute del 15 settembre 2014, concernente l’annullamento in autotutela delel nomine dei direttori generali, rispettivamente, dell’Azienda ospedaliero-universitaria Policlinico Vittorio Emanuele di Catania e dell’azienda ospedaliera per l’emergenza Cannizzaro di Catania”. Cantaro e Pellicanò, appunto.

Ma perché il governo sta revocando quelle nomine? Perché, insomma, sta tornando indietro sui suoi passi, dopo una selezione lunga, difficile, infarcita di polemiche? La “variabile” impazzita è un decreto legge del governo centrale del 25 giugno scorso. Un decreto che, nella sostanza, vieta l’attribuzione di incarichi manageriali a pensionati. Come nel caso di Cantaro e Pellicanò, appunto. Ma i due manager erano stati nominati tramite un decreto del presidente della Regione un giorno prima, il 24 giugno. E allora, che si fa?

Il governo Crocetta inizia a temere che quelle nomine possano essere illegittime. Così, chiede un parere all’Ufficio legislativo e legale. Il dirigente generale Romeo Palma mette nero su bianco, il 4 luglio scorso, che “l’utilizzo del termine conferimento sembra volto ad individuare il momento di attribuzione dell’incarico piuttosto che la situazione di effettivo esercizio delle correlate funzioni”. E il conferimento dell’incarico, secondo Palma, coincide col decreto di nomina. Così, conclude l’Avvocato generale della Regione: “I pensionati nominati direttori generali di azienda sanitaria con decreto presidenziale del 24 giugno non incorrono nel divieto” posto appunto dal decreto del governo Renzi.

Sembrava tutto chiaro. Ma non è così. Quel parere non convince o non piace al presidente della Regione. Che così decide di chiederne un altro. E si rivolge all’Avvocatura dello Stato. Il parere dell’avvocato Dell’Aira invece è di segno totalmente opposto rispetto a quello di Palma: il conferimento dell’incarico, secondo l’Avvocatura, infatti, si concluderebbe con la “stipula del contratto individuale”. Un contratto che rappresenterebbe lo “stumento costitutivo del rapporto di natura fiduciaria tra nominato e Regione”. Siamo a fine luglio. Da quel momento, quindi, parte l’iter di revoca. Che passa anche attraverso la richiesta ai manager interessati di fornire le proprie “controdeduzioni”. Che arrivano. E spingono il governo a chiedere un secondo parere all’Avvocato dello Stato Dell’Aira. Quest’ultimo conferma le conclusioni del primo parere. E siamo ai giorni nostri. Alla giunta di stasera. Quando, quasi certamente, l’assessore Borsellino e il presidente Crocetta, decideranno per la revoca.

Ma su quei pareri sta montando una nuova polemica. Un “caso” politico. Ed è il presidente della commissione Sanità all’Ars Pippo Digiacomo a sganciare la “bomba”: “Vi sono state pressioni indebite – ha affondato Digiacomo – per orientare i pareri riguardo la nomina a direttore generale del Policlinico di Catania e del Cannizzaro e per fare fuori Cantaro e Pellicanò. È una cosa che sappiamo bene io e altre persone. Sarebbero questi – ha aggiunto il deputato Pd – i comportamenti dei cosiddetti moralizzatori della Sicilia?”. Non si placa, insomma, la guerra tra un’area del partito democratico e il governo Crocetta. Ma la vicenda della nomina dei manager, al di là della politica, è anche una questione giudiziaria.

Il 12 agosto scorso, la Digos si era presentata sia all’assessorato regionale alla Sanità che alla presidenza della Regione: in piazza Ottavio Ziino, gli agenti ha chiesto di visionare i documenti relativi alle nomine e una copia del decreto ministeriale sull’incompatibilità per gli incarichi ai pensionati, mentre a Palazzo d’Orléans gli occhi degli investigatori si sono concentrati sul verbale della giunta di governo che lo scorso 7 agosto, appunto, ha avviato il procedimento di revoca per i due manager degli ospedali catanesi. La Procura di Catania quindi ha aperto un’inchiesta conoscitiva. Il fascicolo, di cui è titolare il sostituto procuratore Angelo Busacca, è stato aperto dopo la denuncia di un’associazione di consumatori. Nell’esposto si avanza una precisa ipotesi di reato: quella di abuso di ufficio. Ma il governo ha deciso di andare avanti, forte dei pareri che, secondo Digiacomo, sono persino “oggetto di un tentativo di manipolazione”.


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