PALERMO – Il toto-nomi all’assessorato alla Sanità è durato lo spazio di un’ora. Pochissimo tempo tra la notizia delle dimissioni di Giovanna Volo e la nomina di Daniela Faraoni che, a sua volta, potrebbe essere il preludio a un clamoroso ritorno all’Asp di Palermo: quello di Salvatore Iacolino.
L’addio di Volo e l’arrivo di Faraoni
L’ultimo giro di nomine dei manager della sanità non aveva intaccato la cabina di regia di una delle Aziende sanitarie provinciali più importanti e ambite della Sicilia. Faraoni, considerata vicina a Forza Italia ma anche molto gradita alla Lega, era la soluzione alla quale il presidente della Regione Renato Schifani pensava da tempo nel caso in cui Volo non avesse retto alle pressioni esterne di chi da giorni chiedeva il suo addio.
Quando l’assessora si è recata a Palazzo d’Orleans per rassegnare le sue dimissioni “per motivi personali”, il governatore non è stato preso alla sprovvista. Un incontro fraterno tra i due e il ringraziamento per il lavoro svolto. Chi ha intravisto Volo tra i corridoi di Palazzo d’Orleans parla di un atteggiamento “sereno” ma allo stesso tempo “deciso” nella volontà di porre fine alla propria esperienza in Giunta.
Ipotesi Iacolino per l’Asp di Palermo
Archiviata l’era Volo, in piazza Ottavio Ziino arriva Faraoni (la scheda) che libera quindi il ruolo di direttore generale dell’Asp di Palermo. Il contratto di Iacolino come dirigente del dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute scadrà a maggio e così potrebbe decidere di tornare a ricoprire la poltrona sulla quale sedette tra il 2005 e il 2009, prima di centrare l’elezione all’Europarlamento con l’allora Pdl. Una soluzione che potrebbe tornare utile anche a Schifani, che conta molto sull’esperienza del dirigente. A suffragare questa tesi anche i rapporti non sempre ottimali tra Faraoni e Iacolino, che adesso dovranno provare una difficile coesistenza sotto allo stesso tetto.

Esclusa, invece, la strada che porta a Francesco Cascio. Al medico ex presidente dell’Ars, dal Dna Forza Italia, Schifani ha già affidato le chiavi della società in house Sicilia Digitale. Cascio, inoltre, ha assunto recentemente l’incarico di direttore sanitario della clinica La Maddalena.
Mal di pancia in Forza Italia
La nomina di Faraoni, intanto, ha fatto alzare ancora una volta la temperatura tra le file di Forza Italia. La deputazione regionale è rimasta ancora una volta a bocca asciutta. Le uniche due voci che hanno salutato la nuova guida dell’assessorato sono state quelle del capogruppo Stefano Pellegrino e del deputato catanese Salvo Tomarchio.
Per il resto silenzio assoluto, con i malumori rimasti circoscritti alla chat whatsapp degli azzurri di Palazzo dei Normanni. Tra i più ‘scontenti’ viene segnalato il deputato nisseno Michele Mancuso, che già intravede all’orizzonte la sfida elettorale per le prossime Regionali con il figlio di Faraoni, Leonardo Burgio, sindaco di Serradifalco e commissario provinciale della Lega a Caltanissetta.
Manager, ancora un rebus
Se Iacolino, anche lui con un pedigree forzista, dovesse decidere di tornare all’Asp di Palermo lascerebbe libera l’ambitissima casella della Pianificazione strategica. Su quella poltrona da tempo ha posato gli occhi Fratelli d’Italia, che per quel ruolo vedrebbe di buon occhio il ritorno di Mario La Rocca.
Per una manager che cambia ufficio, Daniela Faraoni, un altro che resiste nel suo: Roberto Colletti. Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Villa Sofia-cervello, finita al centro delle polemiche sui disagi e disservizi della sanità, è vicino alla Dc e se dovesse essere messo in discussione i centristi chiederebbero di rivedere anche la scelta effettuata sull’Asp di Agrigento. All’ombra dei templi la corrente di Forza Italia che fa capo a Riccardo Gallo sei mesi fa ha incassato la nomina di Giuseppe Capodieci. Il rebus non è tra i più semplici e questa volta la soluzione non sarà così veloce come la staffetta Volo-Faraoni.