Sanità siciliana, rivoluzione in vista: più Aziende e nuove assunzioni - Live Sicilia

Sanità siciliana, rivoluzione in vista: più Aziende e nuove assunzioni

Allo studio un nuovo assetto: ecco come cambierebbe il sistema

PALERMO – La sanità siciliana potrebbe cambiare volto molto presto. Un vero e proprio stravolgimento rispetto all’assetto attuale determinato dalla legge 5 voluta nel 2009 dall’allora assessore alla Sanità Massimo Russo.

Al vaglio l’aumento delle Aziende sanitarie

Se allora, con la legge, fu sensibilmente ridotto il numero delle aziende anche per l’esigenza di ridurre i costi (la Sicilia aveva firmato il Piano di Rientro), adesso all’assessorato alla Sanità si sta valutando l’ipotesi di aumentare le aziende sanitarie scorporando la gestione diretta dei presidi ospedalieri dalla gestione delle Asp. A questo principio farebbero eccezione le città di Palermo e Catania.

“Riqualificare l’offerta assistenziale”

In pratica sei aziende sanitarie in più rispetto alle attuali, con nomina di altrettanti direttori generali, sanitari e amministrativi. E, consequenzialmente, ci sarebbe spazio per un grosso numero di nuove assunzioni. Ma nelle motivazioni del provvedimento – che è ancora una bozza di sei paginette che deve fare un lungo percorso nelle stanze della politica – si fa riferimento all’obiettivo di “riqualificare l’offerta assistenziale complessiva”. Nelle città metropolitane di Palermo e Catania, invece, ci sarebbe un diverso riordino con l’annessione alle più grandi aziende ospedaliere dei presidi ospedalieri più piccoli.

Il quadro a Palermo

Nello specifico, a Palermo, l’Azienda ospedaliera Villa Sofia avrebbe la gestione diretta dell’ospedale Cervello, del Civico di Partinico e dell’Ospedale dei Bianchi di Corleone. L’Arnas Civico, invece, gestirebbe l’Ospedale Di Cristina, l’Ingrassia, Il Cimino di Termini Imerese e il Madonna dell’Alto di Petralia Sottana.

Le Aziende sanitarie a Catania

A Catania, secondo la bozza, l’Arnas Garibaldi gestirebbe il Gravina e Santo Pietro di Caltagirone, il Basso Ragusa di Militello Val di Catania e il Santissimo Salvatore di Paternò. L’Azienda ospedaliera Cannizzaro avrebbe in gestione il Santa Marta e Santa Venera di Acireale, il Maria Santissima Addolorata di Biancavilla, il San Giovanni Di Dio e Sant’Isidoro di Giarre e il Castiglione Prestianni di Bronte.

Lo scenario a Messina

Per la città di Messina la bozza del piano prevede che l’Azienda ospedaliera Papardo gestisca direttamente i seguenti presidi ospedalieri che adesso fanno capo all’Asp: il Fogliani di Milazzo, il San Vincenzo di Taormina, il Barone Romeo di Patti, il Cutroni Zodda di Barcellona Pozzo di Gotto, il Civile di Sant’Agata di Militello, il Civile di Lipari e il San Salvatore di Mistretta.

Restano le Aziende universitarie

Secondo il piano sarebbero ovviamente confermate le tre aziende ospedaliere universitarie, vale a dire il Policlinico Giaccone di Palermo, il San Marco Rodolico di Catania e il Martino di Messina. Resterebbe in piedi anche l’istituto di ricovero e cura di carattere scientifico Bonino Pulejo di Messina.

Il piano sanitario nelle altre province

Ad Agrigento verrebbe costituita l’Azienda ospedaliera San Giovanni Di Dio, che avrebbe la gestione degli ospedali di Sciacca, Licata, Ribera e Canicattì. A Caltanissetta vedrebbe la luce l’Azienda ospedaliera Sant’Elia con la gestione dei presidi ospedalieri di Gela, Mussomeli, Niscemi e Mazzarino. A Enna sarebbe l’Umberto I a fare da capofila gestendo i presidi di Nicosia, Piazza Armerina e Leonforte. A Ragusa la struttura ospedaliera capofila diventerebbe il Giovanni Paolo II, alla quale farebbero riferimento la gestione dei presidi di Comiso, Vittoria, Scicli, Modica e il Maria Paternò Arezzo di Ragusa. Siracusa vedrebbe nascere l’Azienda ospedaliera Umberto I, che gestirebbe i presidi di Lentini, Augusta e Avola-Noto. Infine, a Trapani, il ruolo di capofila toccherebbe all’Azienda ospedaliera Sant’Antonio Abate con la gestione diretta dei presidi ospedalieri di Marsala, Castelvetrano, Mazara del Vallo, Alcamo, Salemi e Pantelleria.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI