TORRE DEL GRIFO (CATANIA) – Mister Beppe Sannino predica umiltà. Umiltà e concentrazione. Le stesse che sono state alla base del doppio successo consecutivo contro Vicenza e Virtus Entella. Due successi maturati tra le mura amiche, certo. E, comunque, contro formazioni non certo irresistibili. Ma sei punti in due partite, vista anche la lunga escalation di infortuni e squalifiche, sono un tesoretto niente male che, perdipù, ha permesso ai rossoazzurri di risollevarsi in graduatoria. Dopodomani, arriva allora un impegno probante: quello al Partenio contro l’Avellino e con il dubbio che Rosina possa non essere della partita. Oggi, intanto, ha parlato Sannino. Ecco i passaggi essenziali del suo incontro con la stampa a Torre del Grifo.
L’AVVERSARIO DI SABATO – “Sappiamo di andare su un campo difficile dove l’Avellino ha fatto finora il suo campionato. E’ una squadra tosta, con giocatori importanti ed un attimo allenatore: sarà una partita dura. Loro sono una squadra esperta che gioca con un 3-5-2 che allarga molto gli esterni. E’ una partita come le altre partite ma dobbiamo avere rispetto dell’avversario”.
ROSINA – “Per ora non dico niente: inutile entrare dentro l’aspetto medico. Se lo vedrete tra i convocati, vorrà dire che verrà con noi; altrimenti niente. Rinaudo? E’ a posto.
IL 4-4-2 – “Io preparo la gara con l’Avellino anche per come è costruita la squadra. Io vorrei che venisse data una impronta ben precisa a questa squadra: ma si deve lavorare. E lavorare con tre partite alla settimana non sempre ci mette nelle migliori condizioni”.
LE DUE VITTORIE CONSECUTIVE – “Se noi pensiamo che queste due partite ci possono far dire che siamo diventati bravi, allora abbiamo già fallito. Noi dobbiamo prendere queste due partite come un buon viatico per il lavoro. Io ho visto grande compattezza, grande attaccamento alla maglia. Ho visto anche una grande qualità della tifoseria: allo stadio siamo sempre in 12 mila: e questo dice molto. Ma le due partite vinte ancora non dicono niente perché dobbiamo lavorare e proseguire su una strada che è solo all’inizio”.
LA RETROGUARDIA – “L’attenzione è alla base di ogni squadra: certe volte i risultati vengono decretati dagli episodi. Contro l’Entella abbiamo preso, ad esempio, un gol assurdo. Non è una questione di mentalità ma di attenzione: capire che alcune partite si risolvono sul filo e noi dobbiamo essere sempre attenti e concentrati. Se nel calcio ti fermi a pensare, sei già morto. Quello che balza subito agli occhi è 18 gol fatti, 18 gol subiti: e non è per forza un pregio perché dobbiamo prendere meno gol possibile”.