“In un’economia globale come quella in cui siamo immersi dobbiamo ottenere investimenti stranieri nel nostro Paese, dobbiamo creare le condizioni affinché possano venire perché portano ricchezza e lavoro. Quindi ben vengano, siamo disponibili ad aprire le porte a chi vuole investire”. Il dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, tiene la porta aperta a capitali stranieri che potrebbero rilevare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, a margine di una conferenza sull’Africa sub-sahariana.
L’ultimo interesse che sarebbe stato manifestato arriva dall’India, dalle case automobilistiche Tata e Mahindra & Mahindra (M&M). Un’ipotesi seccamente smentita dal sindaco della cittadina del Palermitano, Salvatore Burrafato. “Sul futuro dello stabilimento di Fiat a Termini Imerese ne abbiamo sentite di cotte e di crude – ha detto il primo cittadino – dalla centrale nucleare ai cinesi di Chery fino a un grande centro di rottamazione. Adesso anche gli indiani. La verità è che sono voci. Noi chiediamo alla Fiat di mantenere il sito industriale e di continuare a produrre auto”.
Intanto, avverte il ministro Scajola, il tavolo governativo fra le parti potrebbe essere rimandato. “Stiamo valutando, proprio in queste ore, cosa fare, perché il presidente del Consiglio è indisponibile per due settimane”. Mentre il sindaco Burraffato ha già annunciato che sarà a Roma il 22 dicembre a Palazzo Chigi per la presentazione del piano industriale della Fiat, riiunendo in contemporanea il Consiglio comunale di Termini Imerese proprio a Roma in un luogo da definire “per dare un forte segnale di unità della città e della classe politica attorno alla fabbrica”, spiega il sindaco.