CATANIA – Aggravamento della misura cautelare per Domenico Amich, direttore dell’Ispettorato territoriale del lavoro di Catania e indagato chiave dell’inchiesta Black Job. Inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza di Catania, sotto il coordinamento del pm Fabio Regolo e dell’aggiunto Sebastiano Ardita, che ha scoperchiato un presunto sistema di corruzione tra le mura dell’ente pubblico. Questa mattina Domenico Tito Amich è entrato nel carcere di Piazza Lanza su disposizione della Gip Giuliana Sammartino che ha accolto la richiesta di aggravamento della misura custodiale da parte del pm visto che l’indagato ha violato le prescrizioni imposte dall’ordinanza degli arresti domiciliari. Ha comunicato con una persona diversa dal suo legale. La notizia è stata confermata dal difensore di Amich, l’avvocato Salvo Trombetta, che domani parlerà con il suo assistito e poi deciderà quali eventuali azioni intraprendere.
L’indagine della Guardia di finanza ha portato lo scorso 3 maggio agli arresti domiciliari anche l’ex deputato regionale dei centristi Marco Forzese, l’ex consigliere comunale di Fi Antonino Nicotra e la responsabile legale Maria Rosa Trovato. Inequivocabili alcune intercettazioni audio e video. In particolare quella che vede protagonisti Forzese e l’imprenditore di Castel di Judica Calderaro mentre il primo nasconde un fascicolo sotto la giacca del secondo. Nel corso delle indagini, che hanno visto anche la collaborazione di funzionari dell’Ispettorato del lavoro, sono emersi diversi episodi che farebbero da pilastro probatorio al patto correttivo. Tra questi la scomparsa di fascicoli, le richieste di sanzioni annullate e rateizzazioni al minino. La merce di scambio non sarebbero state le solite mazzette in denaro, ma diversi favori tra cui pacchetti di voti, assunzioni in strutture pubbliche e “aiutino” politici alla Regione per ottenere promozioni.