Scarpinato, Miccichè e le nomine: acque agitate nel centrodestra - Live Sicilia

Scarpinato, Miccichè e le nomine: acque agitate nel centrodestra

Tutti i nodi. Oggi pomeriggio riunione giunta sulle partecipate.

PALERMO- Acque agitate nella maggioranza. A poche ore della riunione di giunta che avrà come punto all’ordine del giorno le nomine dei nuovi vertici delle partecipate regionali, lo Scarpinatogate tiene ancora banco e scuote il centrodestra siciliano.

Schifani prova a tenere le redini

Il presidente Schifani ha richiamato gli assessori all’ordine ed è intenzionato ad evitare altri scivoloni. Una delle prime mosse sarà quella di avocare a sé la nomina del presidente di una delle partecipate più importanti: l’Irfis. L’idea di fondo è quello di un nome di alto profilo che farà in prima persona. La mission non dichiarata è di avere un controllo capillare sulle attività degli assessori già a partire dalla cabina di regia finalizzata a controllare le spese in uscita e tenere le redini del governo. Un’azione che fa il paio con la decisione  assunta qualche settima fa di affidare al magistrato Giovanni Ilarda il ruolo di commissario commissario liquidatore del Consorzio Asi Sicilia orientale.

Minardo difende Schifani

Resta alta la tensione con i meloniani che nei mesi scorsi avevano costretto Schifani a bere l’amaro calice dei due assessori non deputati (Scarpinato e Pagana) imposti da Roma, un fatto che evidentemente pesa ancora, tanto che nei giorni scorsi già si paventavano voci di possibili rimpasti. Oggi pomeriggio dunque la maggioranza vivrà un delicato banco di prova tanto che a Palazzo si sussurra  che le nomine potrebbero slittare di quindici giorni per fare decantare la situazione di tensione. E le considerazioni espresse ieri dal segretario regionale della Lega Nino Minardo a difesa del presidente dicono tanto. “Ho percepito un giusto disagio del presidente Schifani rispettosa certe situazioni ed è un disagio che condivido  non si può pensare di gestire un assessorato come una specie di riserva di caccia personale, della propria corrente o partito e non è possibile affrontare un naturale spoil system manuale Cencelli alla mano”. Tra le righe evidentemente il segretario regionale leghista va ben oltre il riferimento ai meloniani.

Miccichè e le amministrative: nuove grane per la maggioranza

E in questo contesto già di per sé abbastanza complicato si incastona l’ultima bordata di Gianfranco Miccichè. Il coordinatore azzurro in un colloquio col Fatto Quotidiano non solo annuncia che resterà a Palermo ma lancia un avvertimento in vista delle amministrative. “Nessuno si è fatto avanti con un’offerta di pace. Anzi. Forza Italia è una sola Questi mi vogliono fare fuori, con modalità feroci, perché hanno paura che le liste, ora che si voterà a Catania e altrove, le farò io. Ma se lo mettano in testa: il simbolo ce l’ho io e solo Berlusconi me lo può togliere”, ha detto. “E lui sa perfettamente, come dimostrano le ultime elezioni, che io posso anche mandare aff… chi se lo merita, ma poi metto il bene del partito sempre davanti a tutto. Altri pensano solo a farsi gli affari loro. Chiunque è uscito da Forza Italia è morto. Altri sono tornati all’ovile come Schifani che abbiamo perdonato come il figliol prodigo. Ma non vorrei che avessimo sbagliato peccando di generosità. Non ha neppure ascoltato le richieste di Berlusconi quando si è trattato di fare gli assessori: ormai risponde a FdI. E allora si faccia la sua lista. Ma non la chiami Forza Italia”, ha spiegato Miccichè. Un riferimento, quello alle amministrative di certo non casuale se è vero come è vero che, al di là delle vicende interne agli azzurri, nel centrodestra gli alleati difficilmente ingoieranno il boccone amaro del protagonismo assoluto di FdI. Soprattutto a Catania. 


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