Schifani, 'avviso' sulla Corte dei Conti: "Le nomine con il governo"

Schifani, ‘avviso’ sulla Corte dei Conti: “Le nomine con il governo”

Le parole del presidente durante la convention forzista
L'INTERVENTO
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”Nello Statuto siciliano vigente è previsto all’articolo 23 che le sezioni della Corte dei Conti vengano nominate di concerto con il governo regionale. Questa norma costituzionale è vigente e non è stata mai rispettata”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana e del Consiglio Nazionale di Forza Italia Renato Schifani, intervenuto alla convention ”La riforma della giustizia di Forza Italia”, al teatro Politeama Garibaldi a Palermo.

La posizione, molto netta, arriva dopo un’interlocuzione che si potrebbe definire, eufemisticamente, ‘complessa’, nelle scorse settimane, tra l’inquilino di Palazzo d’Orleans e l’organo di controllo, su siccità e sanità.

“Nessun predecessore”

”Nessun mio predecessore ha mai invocato l’applicazione di questo articolo. Strano. Sapete perché? Io non lo so, non voglio fare polemica su 60 anni di storia, ma l’articolo c’è – ha aggiunto -. Non voglio essere frainteso, non rivendico questo diritto perché sono stato controllato”.

“Per me le porte sono aperte h24. Ma questa è una prerogativa prevista dallo Statuto siciliano che evidentemente i nostri padri costituenti siciliani, con la condivisione del parlamento nazionale, vollero a garanzia di una procedura che non condizionava le decisioni della Corte dei Conti. I costituenti siciliani dissero che le sezioni della Corte dei Conti vanno condivise con il governo regionale”.

”Questa mancata applicazione è un’anomalia, non apriremo conflitti ma ne parleremo nelle dovute sedi. Non esiste l’abolizione di una norma per desuetudine, e questo articolo non è incompatibile con l’articolo 104 della Costituzione. Cercheremo di far valere in maniera serena, pacata ma decisa, questo nostro diritto. La nostra è anche una battaglia per l’identità”, dice il governatore.

“Niente scheletri nell’armadio”

”Siamo pronti, non abbiamo scheletri nell’armadio, siamo pronti a rispondere a tutti i controlli sulla nostra azione amministrativa e di governo – ha proseguito il presidente -. Certo, in momenti di emergenza ci saremmo attesi un dialogo che non c’è stato, anzi c’è stato un atto ispettivo al quale abbiamo risposto, ci siamo messi a disposizione perché siamo uomini dello Stato e abbiamo il senso delle istituzioni nel nostro Dna – ha spiegato ancora Schifani -. Ma quando il Parlamento discute di riformare alcuni organismi come l’azione della Corte dei Conti va rispettato, non va contrastato, non va combattuto se si invadono certe prerogative che magari sono mal esercitate o non sono più attuali”.

“Noi – è la conclusione – non vogliamo mettere in discussione l’indipendenza della Corte, ma quando alcune iniziative determinano delle disfunzioni del nostro sistema istituzionale è giusto che la popolazione, attraverso i parlamentari vi ponga rimedio”.

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