Scidà, protagonista dell'antimafia |L'Università "ricorda" il magistrato - Live Sicilia

Scidà, protagonista dell’antimafia |L’Università “ricorda” il magistrato

A Giambattista Scidà, magistrato e rappresentante del mondo dell’antimafia catanese scomparso il 20 novembre 2011, l’Università ha intitolato un ciclo di laboratori interdisciplinari.

Si parte il 27 novembre
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Un momento della presentazione

CATANIA – “Titta ha capito prima di altri suoi colleghi che la criminalità minorile avesse come modello quella degli adulti, due comparti quindi da non trattare come se fossero avulsi l’uno dall’altro”. Così Domenico Palermo rievoca lo spessore e la lungimiranza di Giambattista Scidà, magistrato e rappresentante del mondo dell’antimafia catanese scomparso tre anni fa esatti. A lui l’Università catanese ha intitolato un ciclo di laboratori interdisciplinari dal tema “Territorio, ambiente, mafie” che partirà il 27 novembre. Il programma è stato presentato oggi al Rettorato. Una data simbolo per un’agenda dai contenuti impegnati. “Su questi argomenti – mette le cose in chiaro Antonio Pioletti, già preside di Lingue e coordinatore dell’iniziativa – non si può dire che l’Università sia stata finora assente. Nella mia facoltà, in passato, abbiamo organizzato ampi momenti di riflessione sull’intellettuale Pippo Fava”.

Un inizio dunque. Ma non ci sarà soltanto la figura del giornalista ucciso al centro dei lavori. Il filo rosso sarà quello della contemporaneità letta sotto la lente d’ingrandimento dell’emergenza civile. Si va infatti dai focus sulle ecomafie al dramma delle migrazioni. E non solo. “Saranno riflessioni – spiega a ancora Pioletti – che riguardano i giovani ma che superano allo stesso tempo le specificità delle singole discipline e che investono a cascata la molteplicità dei saperi”. Insomma, si punta a uno sguardo d’insieme sulle dinamiche criminali: “L’Università – continua il coordinatore dei laboratori – ha il dovere di suscitare una coscienza che sia quanto più civica e critica possibile. E su questi argomenti non si può stare in silenzio. Perché, se non capiamo i meccanismi mafiogeni, non capiamo parte delle dinamiche di questo territorio”.

Coordinati dai docenti, sarà il mondo delle associazione a portare il proprio contributo all’interno delle aule. I laboratori didattici sono infatti una delle iniziative previste dalla convenzione stipulata nella scorsa primavera tra l’Università di Catania e Libera. Il panorama delle sigle è vasto: Legambiente, Fondazione Borsellino, Associazione Orti di Pace di Sicilia, Briganti di Librino, Circolo Faber, Malastrada, Vivisimeto, Associazione Valle del Simeto, Associazione Terre di Paliche, Casa dei Popoli, Centro Astalli, Save the Children, Siciliani per la Legalità, UNHCR, Centri SPRAR territoriali, Addiopizzo Catania, Polena, Siciliani Giovani, Cives pro civitate, GAPA, Agesci, Fondazione Fava, Cooperativa Sociale. Una galassia che esprime una connotazione valoriale inquadrabile entro una chiara idea di militanza sociale. “Sono realtà che sono già presenti, e con interventi, sul campo”, fuga ogni dubbio Antonio Pioletti. Un modo “per far sì che l’Università stia dentro i problemi della città”, sottolinea lo storico Luciano Granozzi, coordinatore del laboratorio che si svolgerà nel secondo semestre su “La Catania di Giuseppe Fava”.

 


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