Scintille Cordaro-Crocetta all'Ars | E il governatore abbandona l'aula - Live Sicilia

Scintille Cordaro-Crocetta all’Ars | E il governatore abbandona l’aula

Duro intervento del deputato Pid: il presidente della Regione esce da Sala d'Ercole, poi rientra.

Dibattito sull'accordo Stato-Regione
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PALERMO – La tensione è palpabile a Sala d’Ercole. Da un lato l’opposizione che attacca a testa bassa l’accordo tra lo Stato e la Regione in materia di entrate. Dall’altro Crocetta, seduto tra i banchi del governo, a incassare. Tensione che esplode durante l’intervento di Toto Cordaro. Il deputato di Pid-Cantiere popolare non risparmia critiche al governo, reo di “non aver consultato l’Ars prima di stipulare l’accordo con Roma”. Un comportamento che Cordaro definisce uno “spregio per le istituzioni e per il Parlamento, su un tema di fondamentale rilevanza per i siciliani, massacrati da Baccei e da un incauto, ingenuo, inconsapevole e inadeguato Crocetta”. Parole che fanno scattare in piedi il governatore, che abbandona l’aula. “Il mio è un giudizio politico”, prova ad andare avanti Cordaro, rispondendo ai rimbrotti a distanza di Crocetta, avviato verso l’uscita di Sala d’Ercole. Un comportamento che porta il vice presidente Giuseppe Lupo a interrompere per qualche minuto la seduta. “Mi ha offeso”, dirà poi Crocetta rientrando in aula. Lupo prova a smorzare i toni.

Critiche durissime anche da parte di Forza Italia, che già in mattinata non aveva lesinato critiche al governatore nel corso di una conferenza stampa. “Ci siamo consegnati mani e piedi allo Stato”, le parole di Marco Falcone, capogruppo azzurro. “Dov’era l’orgoglio di Crocetta mentre firmava quest’accordo? O forse ha firmato a occhi chiusi?”, si domanda. E ancora: “Il governo non ne indovina una. Non ha neppure tenuto conto della volontà del Parlamento, che rappresenta la volontà popolare”. Un accordo “eccessivamente sbilanciato a favore dello Stato”, è il commento di Claudia La Rocca del M5s. Prefigura una Brexit alla siciliana, invece, Totò Lentini di Sicilia futura: “Attuiamo le norme dello Statuto, creiamo un nuovo rapporto con lo Stato, altrimenti è meglio uscirne fuori”. Se la prende con l’assessore all’Economia Alessandro Baccei Giuseppe Milazzo, di Forza Italia: “E’ stato mandato qui non per fare gli interessi dei siciliani ma per rappresentare Roma”. “Non esiste norma che autorizzi il presidente della Regione a firmare un accordo finanziario con lo Stato”, è il pensiero di Mimmo Fazio, del gruppo Misto. Secondo Fazio l’intesa, “se sottoposta all’esame di un giudice, non potrà che essere dichiarata nulla per carenza di legittimazione”.

A margine dei lavori d’Aula, interviene in difesa del governo il deputato del Pd Gianfranco Vullo. “L’accordo tra la Regione e lo Stato che ci porta in dote 500 milioni certifica il buon lavoro svolto dall’assessore Alessandro Baccei. Chi oggi lo attacca ha davvero la faccia di bronzo – aggiunge -. I risultati sono davanti agli occhi di tutti: la Sicilia ha finalmente i conti in ordine, il bilancio non è più drogato dai residui attivi fasulli, scenderà la compartecipazione alla spesa sanitaria, i comuni anche quelli in dissesto potranno stabilizzare i precari, il Pil della regione è in crescita ed è stato ridotto il deficit. L’accordo sottoscritto dal presidente Rosario Crocetta con la presidenza del Consiglio dei Ministri – conclude Vullo – non viola lo Statuto autonomistico anzi rispetta la natura pattizia che regola i rapporti tra la Siciia e lo Stato fin dal 1946”.

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