PALERMO – “Quella dell’assessore Lo Bello è una richiesta fuori misura e giunta fuori tempo massimo”. È scontro nel governo Crocetta sui fondi destinati alla Formazione professionale. Un incrocio pericoloso di lettere e precisazioni. E l’immagine di “due governi in uno”. Che in qualche caso nemmeno si parlano.
Ad accendere la miccia della polemica, a dire il vero, è stato il governo di Roma. Ma l’innesco è siciliano. Davide Faraone, del Ministero all’Istruzione e Formazione, è il sottosegretario. E la nota durissima del Miur (si parla di “perdurante inadeguatezza del sistema”) fa presagire addirittura un prossimo commissariamento della gestione dei corsi di formazione. In particolare di quelli destinati ai giovanissimi, il cosiddetto Obbligo formativo: progetti che hanno la finalità di combattere la dispersione scolastica.
Da lì, la stizzita risposta dell’assessore regionale Lo Bello, che ha respinto al mittente le accuse del governo Renzi, indicando come “colpevole” dei ritardi nell’avvio dei corsi (uno dei punti di maggiore criticità, secondo l’esecutivo romano) l’assessore all’Economia Alessandro Baccei. Più volte, infatti, la Lo Bello avrebbe chiesto al collega di rimpinguare il capitolo di bilancio destinato a quei progetti, con una somma di oltre 70 milioni di euro. Richieste cadute nel vuoto. “E’ chiaro – ha concluso la Lo Bello – che senza quelle somme sarà difficile far partire i corsi”.
Una ricostruzione, però, in parte smentita dagli uffici del Bilancio. Secondo quanto riportano i tecnici vicini a Baccei, infatti, non esisterebbe traccia di “reiterate richieste” dell’assessore alla Formazione. Ma, unico atto “ufficiale”, solo una nota del primo aprile 2015, con la quale viene richiesta, appunto, quella somma di 70 milioni. “Una richiesta comunque – spiegano dagli uffici di via Notarbartolo – assolutamente intempestiva. Che arriva, del resto, al dipartimento solo il 9 aprile. Proprio quel giorno la giunta si riuniva per esaminare e approvare il bilancio di previsione e i relativi allegati. In quell’occasione – spiegano i tecnici di Baccei – anche l’assessore alla Formazione era presente in giunta. E nessuna particolare rimostranza è stata sollevata all’atto dell’esame di quel capitolo di bilancio”.
Ma non solo. Secondo gli uffici dell’assessorato all’Economia, da quel momento in poi ci sarebbe stato comunque tempo per “rimediare”. “Il bilancio, esitato, è poi stato trasmesso all’Ars. Ma nemmeno in quella sede – proseguono i tecnici – né in commissione di merito, né in commissione bilancio, né in Aula è stato mai presentato o quantomeno approvato un emendamento che puntasse a rimpinguare quel capitolo”.
Un capitolo, però, che negli anni scorsi era stato finanziato con somme ben diverse da quella richiesta dall’assessore Lo Bello. Anche per questo motivo i tecnici di via Notarbartolo giudicano “fuori misura la richiesta dell’assessore, visto che nel 2013 quel capitolo prevedeva una somma di circa 13 milioni e nel 2014 di 8 milioni. È vero – confermano dagli uffici – che quest’anno la somma è stata ulteriormente dimezzata. L’ultima manovra approvata è stata molto complicata. Ma non ci spieghiamo – proseguono – come sia possibile da lì arrivare alla somma di 70 milioni richiesta dalla Lo Bello. E come mai l’assessore abbia presentato quella richiesta così tardi e non abbia sollevato il problema durante l’iter dell’approvazione della manovra”.
E così, nonostante le solite dichiarazioni di facciata, improntate alla “massima armonia all’interno del governo”, sui fondi della Formazione si consuma il nuovo braccio di ferro tra i due esecutivi che al momento governano la Sicilia. Da un lato la vicepresidente di Crocetta (che già in passato si scontrò con un’altro assessore giunto da Roma, Marcella Castronovo, sui trasferimento del personale al dipartimento Formazione) e dall’altro l’assessore all’Economia amico di Davide Faraone. Il sottsegretario all’Istruzione. Il ministero che ha acceso la miccia dell’ultima polemica all’interno della giunta della rivoluzione.