PALERMO – In ballo c’è la tenuta dell’intero sistema informatico della Regione. Se Sicilia e-Servizi fosse costretta a pagare gli 88 milioni che l’ex socio privato della partecipata regionale gli chiede, non sarebbero più garantiti servizi come quello che gestisce le prenotazioni del 118, il trasporto pubblico su gomma e tanto altro. Come scrive il quotidiano La Repubblica, con un ricorso che il tribunale civile di Palermo valuterà il prossimo 20 agosto, la Sicilia e-Servizi Venture, ex socio privato della società oggi guidata dall’ex pm Antonio Ingroia, adesso batte cassa.
Nelle oltre venti pagine dell’atto giudiziario, la società Engineering, che fino ad aprile scorso aveva in mano i programmi informatici che garantivano il funzionamento della rete dei computer della Regione, chiede che gli 88 milioni vengano sequestrati.
Proprio per quei servizi, infatti, la società vanta crediti ormai da molto tempo, e il ricorso notificato anche agli assessorati all’Economia e alla Funzione pubblica ruota proprio attorno ad un accordo fatto nell’ottobre del 2012, alla fine del governo di Raffaele Lombardo, in cui l’ex ragioniere generale della Regione riconosceva alla Sisev crediti per 75 milioni.
Quelle somme, secondo la società, non sarebbero mai state versate, e tutti i decreti ingiuntivi fatti all’amministrazione regionale sono stati ignorati. “Non rimaneva altra strada che il ricorso – spiega allora il dirigente della Sicilia e-Servizi Venture Giuseppe Bosco – visto che la Regione non si è nemmeno presentata alle udienze in cui avrebbe dovuto essere discusso il decreto ingiuntivo nei suoi confronti. Sono anni che il debito non viene onorato”. Antonio Ingroia, amministratore della partecipata regionale, però si dice sereno. “Non credo che il ricorso possa venire accolto – ha detto a Repubblica – , le conseguenze sarebbero inimmaginabili. Se poi vogliono far chiudere i battenti alla Regione, lo dicano apertamente”.