Scuole superiori a Librino: |"Bianco non si faccia intimidire” - Live Sicilia

Scuole superiori a Librino: |”Bianco non si faccia intimidire”

Il professore Costanzo, dirigente dell'Istituto Doria-Dusmet, si inserisce nella polemica nata intorno alla possibilità di istituire una scuola di secondo grado nel quartiere periferico. E si appella all'amministrazione: "Vada avanti" - afferma.

l'appello del dirigente scolastico
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CATANIA – Vincenzo Costanzo, preside dell’Istituto comprensivo Andrea Doria – Dusmet, commenta il tortuoso percorso che dovrebbe portare le scuole superiori a Librino. Strumento fondamentale per combattere la dispersione scolastica in un bacino di 80.000 abitanti: “Sarebbe stato meglio dare la priorità agli indirizzi tecnico-professionali”. Le politiche scolastiche rappresentano un percorso strategico per le comunità di riferimento, in realtà territoriali difficili della nostra città, come Librino, e più in generale di tutta Catania sud, la lotta alla dispersione segna il passo alla reale volontà di cambiamento. Portare gli istituti superiori in quella parte della città dovrebbe rispondere proprio a questa esigenza primaria: “Il tasso di dispersione – afferma il dirigente scolastico – quasi assente nella scuola primaria e secondaria, sale al 25% proprio all’uscita della scuola media, in larga parte perché la lontananza degli istituti superiori alimenta il fenomeno”.

Altra criticità è legata al fatto che i corsi di formazione professionale gestiti dalla Regione, ai quali si iscrive circa il 50% dei ragazzi, tardano a partire: “Abbiamo situazioni in cui questi ragazzini finiti gli esami di scuola media a giugno – commenta Costanzo – stanno 6/7 mesi senza fare nulla, i corsi regionali spesso partono a febbraio-marzo e in questo periodo tendono a disperdersi e a essere demotivati a continuare”. Una situazione già descritta compiutamente dall’osservatorio d’area Librino, composto dai sette istituti presenti nel quartiere.

Il via libera dato dalla Regione alla creazione nel quartiere dei nuovi indirizzi di Liceo musicale, Liceo Artistico ed Enogastronomico, è un primo passo importante verso la creazione degli istituti omnicomprensivi, sebbene non abbiano presumibilmente un impatto diretto sul fenomeno della dispersione: “ In linea generale – dichiara il dirigente – sarebbe stato meglio dare la priorità agli indirizzi tecnico-professionali, la maggior parte dei ragazzi che escono dal nostro istituto infatti proseguono negli istituti tecnico-professionali, statali e regionali, e solo il 10% sceglie i licei, essenzialmente lo scientifico”, anche se una “buona parte propende per l’alberghiero”.

Costanzo, a questo proposito, lancia un appello alla giunta guidata da Enzo Bianco: “L’amministrazione ha avuto una posizione chiara fin dall’inizio, al sindaco e all’assessore Scialfa chiedo di non mollare e di non farsi intimidire dal gruppo delle scuole del centro”. Una polemica a tratti incomprensibile per il dirigente scolastico della Andrea Doria-Dusmet, se si pensa che l’opposizione arriva anche da altre scuole di base, “che non capisco cosa c’entrino – prosegue – e quale diritto ledevamo non si capisce bene”.

“Io sono qui sul territorio dal 2005 – continua il preside – e già si parlava di scuola superiore a Librino, per tanti motivi si è sempre rimandato, prima per i problemi economici della Provincia, che aveva la competenza sugli istituti superiori, poi si parlava anche della possibilità di portare delle sezioni staccate degli istituti del centro”, ma “le altre istituzioni scolastiche – dichiara Costanzo – non hanno avuto la volontà di agevolare questo percorso, sarebbe bastato iniziare con alcune sezioni distaccate”.

Il commento del dirigente continua toccando anche le corde della “missione” che gli insegnanti e gli educatori sono chiamati a fare, una visione in contrasto con chi travisa il ruolo che ricopre, ricordando che nessuno è obbligato a fare l’insegnante: “Le scelte di questi istituti superiori di non voler venire a Librino potrebbero essere dettate da un lato dalla volontà di mantenere una posizione di monopolio – dichiara il professore – per cui il ragazzo che vuole continuare o si iscrive da loro oppure non va a scuola”. “D’altro canto l’idea di venire a lavorare in quartieri difficili non piace, io sono qui da 10 anni e, – continua il dirigente – con tutte le difficoltà che ci sono, posso dire che i nostri ragazzi studiano e si lavora bene. Qui abbiamo le strutture, i laboratori d’informatica il laboratorio linguistico le Palestre, tutte strutture che in alcuni istituti del centro non ci cono anche per problemi di natura logistica”.

 

 


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