"Se fossi come Lombardo| l'Ars sarebbe paralizzata" - Live Sicilia

“Se fossi come Lombardo| l’Ars sarebbe paralizzata”

Il presidente Cascio a 360 gradi
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“Se io in questi due anni mi fossi comportato come Lombardo, questo Parlamento sarebbe rimasto paralizzato”. Francesco Cascio cerca durante l’intera intervista di mantenere quanto più possibile una linea politicamente corretta, come il suo ruolo istituzionale gli impone. Glissa sulle domande più scomode, oppure dice chiaramente di non voler rispondere per non alterare gli equilibri dell’Aula. Alla fine cede e, davanti a un confronto tra lui e il governatore dell’Isola, ammette che se in questi anni si fosse comportato come Raffaele Lombardo, i lavori di sala d’Ercole sarebbero rimasti paralizzati dietro le singole beghe di partito.

Presidente Cascio, cosa succederà adesso che il Pd ha mollato Lombardo?
“Ma, questo, intanto, bisognerebbe chiederlo al Partito Democratico. Noi staremo a vedere, bisognerà capire cosa faranno realmente. Certo è che il Pd fino ad oggi ha intrapreso una strada coraggiosa, che poteva non essere capita dal suo elettorato. Ma, ripeto, sono valutazioni che faranno i soggetti che militano nel Partito Democratico, io faccio capo a un altro partito”.

Ecco, andiamo al Pdl. Si può dire che c’è stato il ritorno del figliol prodigo?
“Anche lì, vedremo quel che succederà. Certo è che se Micciché vorrà tornare, lo accoglieremo a braccia aperte, è innegabile che sia uno dei fondatori del partito in Sicilia e che abbia un ruolo importante. Vede, non è un caso che io proprio ieri abbia usato la formula “aggiungeremo un posto a tavola”, perché di quello si tratta: noi che siamo sempre rimasti fedeli al partito ‘ortodosso’, i cosiddetti ‘lealisti’, non ci faremo di certo mettere da parte per il ritorno del figliol prodigo. Ripeto, aggiungeremo un posto a tavola”.

La posta in gioco per il ritorno di Micciché è davvero la prossima candidatura alla presidenza della Regione?
“Io questo non lo so, davvero. Però credo che si tratti di conclusioni semplicistiche. La scelta di una candidatura così importante non può certo essere presa a partire da una discussione a quattro o a sei occhi. Bisogna condividere la scelta dentro il partito e successivamente discuterne con gli alleati di coalizione. E poi non mi pare che si intravedano, al di là delle vicende giudiziarie, elezioni all’orizzonte. Fino a prova contraria, questo governo dovrebbe reggere per altri tre anni”.

Ecco, dovrebbe. Ma se il Pd si ritira davvero?
“Se il Pd dovesse davvero tornare indietro sui suoi passi, è indubbio che Lombardo non avrebbe più i numeri in Aula”.

Dove dovrebbe cercare nuovi alleati?
“Io questa cosa l’ho detta più volte, la ripeto nuovamente ma non la dirò più: Lombardo è stato eletto all’interno di una coalizione e contava all’inizio del suo governo 62 deputati su 90. è da lì che dovrebbe ricominciare”.

È vero che per molti deputati c’è il rischio di non essere riconfermati dai propri elettori, ma davvero al centrodestra converrebbe a questo punto tornare a sostenere questo governo? Oppure scegliereste la via del ritorno alle urne?
“Questo bisognerebbe chiederlo a Castiglione. Io ovviamente ho una mia opinione sull’intera vicenda, ma non posso prescindere dal ruolo che ricopro e da presidente dell’Assemblea preferisco non rispondere. Mi è sempre stato riconosciuto un ruolo super partes, ed è solo grazie a quello se questo Parlamento ha potuto legiferare. Ad ogni modo, è vero, i rapporti tra il mio partito e il governatore non sono buoni, un vero leader dovrebbe ripartire dal dialogo e l’interlocuzione con gli alleati”.

Cosa dovrebbe fare a questo punto Lombardo?
“Dovrebbe riconvocare chi ha sostenuto la sua candidatura e lo ha portato al governo. Nania, Castiglione, dovrebbero ricevere una convocazione ufficiale da Lombardo. E ad oggi questa cosa non è avvenuta”.

Intanto in Aula che clima si aspetta?
“Guardi, non so davvero cosa pensare, gli scenari potrebbero essere molteplici. Intanto ho convocato per domani pomeriggio alle 15 la conferenza dei capigruppo, lì alcuni nodi potrebbero anche venire al pettine”.

Provando ad allargare la panoramica, dal Pd che lo molla, alla spaccatura con Miccichè, fino al suo avvocato che accusa di conflitto d’interessi gli uomini della giunta, ne esce fuori l’immagine di un governatore che è stato messo all’angolo. In cosa ha sbagliato Lombardo?
“Purtroppo in questi due anni Lombardo di errori ne ha fatti tanti. Io credo che il più grave, che poi, forse, è la radice politica di tutti gli altri, sia stato quello di non avere guidato la coalizione. Lombardo in questi anni ha mantenuto il ruolo di capo del suo partito, noi gli avevamo chiesto di essere il leader della maggioranza. E poi, vede, davanti alla provocazioni politiche non ha mai messo acqua. Al contrario, ha sempre alimentato la polemica e messo benzina sul fuoco. Anche i rapporti personali… sono praticamente inesistenti. Se lui avesse fatto il capo della coalizione, probabilmente non si sarebbe arrivati a questo punto, si sarebbe individuata una sintesi politica”.

Insomma, quello che lei dice tra le righe è che se Lombardo si fosse comportato come lei le cose sarebbero andate diversamente?
“Si. E a dirlo non sono io, sono gli altri che, trasversalmente, mi riconoscono questo merito. Se io in questi due anni mi fossi comportato come Lombardo, questo Parlamento sarebbe rimasto paralizzato”.


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