PALERMO – La politica alla sinistra del Pd si muove. E domenica a Messina movimenti e partiti politici si incontreranno per “Sottosopra”, un altro step verso un progetto unitario. Erasmo Palazzotto, deputato nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, guarda al futuro e a una possibile alternativa. “La politica oggi è soltanto gestione del potere e non ci sono più le idee. I partiti che governano e hanno governato la Sicilia ininterrottamente non hanno una idea del futuro, di cosa questa terra debba essere tra 10 o 20 anni. Ecco perché noi con il progetto di “Sottosopra” vogliamo, prima, scrivere l’idea che abbiamo della Sicilia e poi candidarci con quel programma e quel progetto a governare la Sicilia”, dice.
Viabilità e trasporti: la Sicilia si attesta sempre agli ultimi posti rispetto al panorama nazionale.
“Il crollo dell’autostrada Palermo-Catania è soltanto l’ultimo grave episodio. Tutto il sistema della viabilità secondaria è al collasso, ci sono paesi isolati, gente che deve andare a dormire fuori casa perché deve andare a lavorare a qualche km di distanza. Non ci possiamo più permettere tutto ciò. Le responsabilità sono di chi ha governato la Sicilia negli ultimi anni. Il giorno del crollo dell’autostrada abbiamo assistito al valzer dell’ipocrisia dove tutti chiedevano di accertare le responsabilità ma dopo più di 40 giorni non c’è alcun responsabile. Tutti gli esponenti dell’Udc siciliano hanno chiesto di individuare le responsabilità ma voglio ricordare che gli ultimi tre assessori alla viabilità sono stati dell’Udc e lo stesso partito ha fatto parte dei governi Cuffaro, Lombardo e adesso Crocetta. Occorre pertanto che si guardino allo specchio. La classe politica deve assumersi le proprie responsabilità”.
La mancanza di programmazione vale anche per l’industria?
“In effetti non abbiamo neanche un piano industriale, non c’è un programma per il futuro. In passato c’è stato un grande investimento che si è rilevato sbagliato, quello dei call center. Si è trattato di un reddito di cittadinanza dato ai tanti giovani che sono stati assunti in passato ma che in realtà è servito ad arricchire le casse di qualche imprenditore. Oggi il mercato è in crisi e chi paga le conseguenze sono i lavoratori ai quali non è stata data una speranza per il futuro. La Sicilia è il punto di maggiore crisi delle politiche neoliberiste, clientelari, basta guardare i dati economici e si capisce come la Sicilia stia cadendo nel baratro”.
C’è poi il disastro dei rifiuti…
“Ho scritto personalmente alla commissione d’inchiesta chiedendo chiarimenti, dopo le indagini e le dichiarazioni dell’ex assessore Marino, sulla gestione del ciclo rifiuti in Sicilia. Per anni gli interessi degli imprenditori privati che hanno investito sulle discariche sono stati più importanti della salute dei cittadini e del rispetto e salvaguardia dell’ambiente. Chi governava lo faceva per conto di interessi privati, spesso criminali, non organizzando un ciclo dei rifiuti all’altezza di una regione europea perché bisognava garantire un sistema di conferimento in discarica che arricchiva le tasche di imprenditori privati. Siamo il fanalino di coda per la raccolta differenziata e ad oggi non c’è un piano rifiuti. Si continua a dire “faremo” ma non c’è programmazione. Non abbiamo visto il piano rifiuti, cosa propone Crocetta? Anche il sistema di gestione dell’acqua è disastroso. “Ripubblicizzeremo l’acqua” era un pezzo del programma di Crocetta, c’è una legge di iniziativa popolare depositata all’Assemblea regionale che è in discussione dall’inizio della legislatura, ogni assessore fornisce una versione nuova. Se non ci fosse stata l’Amap che prendeva in gestione Aps avremmo avuto 50 comuni della provincia di Palermo senza acqua.” Acqua rifiuti energia, viabilità. La Sicilia non ha un piano strategico, si affrontano le emergenze di volta in volta. Così facendo ci troveremo nel baratro.
Quale aggettivo userebbe per definire l’ultima finanziaria regionale?
“Disastrosa. La Finanziaria ha puntato soltanto alla compatibilità di bilancio senza andare a toccare i centri di spreco e il sistema di potere che si è sempre consolidato attorno al bilancio regionale. Non c’è stato alcun elemento di riduzione di spese e una riforma organica della pubblica amministrazione. La Sicilia è un paradosso. Abbiamo 1.800 dirigenti, 20.000 dipendenti e siamo una Regione totalmente inefficiente. Discutendo con Vendola, e confrontando i dati della Sicilia con quelli della Puglia, la differenza è notevole. Loro hanno meno di 100 dirigenti e 3.400 dipendenti per 4 milioni di abitanti. La Regione Puglia ha all’interno degli uffici di gabinetto soltanto personale già in funzione presso le amministrazioni e non si avvale di esterni come accadde da noi. Negli anni inoltre hanno investito sui giovani destinando ad esempio le risorse della comunità europea per creare nuove opportunità di lavoro. La Sicilia, invece, ha il numero maggiore di risorse della Garanzia Giovani ben 180 mln di euro e ne ha speso soltanto il 47% che è servito soltanto a pagare i dipendenti del Ciapi, nessun euro è stato speso per tirocini o nuovo lavoro”.
Dopo la prima esperienza di “Sottosopra” a Palermo nello scorso mese di marzo, domenica sarete a Messina per confrontarvi con le forze politiche. Cosa avete registrato in questi pochi mesi da parte dei singoli cittadini?
“La maggior parte di coloro che hanno partecipato all’evento di Sottosopra a Palermo non apparteneva ad alcun partito. Nessuno si riconosceva nelle strutture della sinistra e c’era una volontà di trovare un luogo aperto per partecipare ala vita politica della Sicilia. Noi con Sottosopra stiamo costruendo un luogo che sia ibrido tra politica e mondo sociale. Non vogliamo costruire un nuovo partito della sinistra bensì un luogo in grado di mettere insieme la rappresentanza politica, quella sociale e che sia un laboratorio di idee per cambiare la Sicilia. Questo luogo non può essere il soggetto che si candida alle elezioni ma l’incubatore dove culture e politiche diverse possano lanciare una sfida per dare una speranza a questa terra. Per ora Sottosopra vuole costruire un programma che si basi su azioni comuni interessate al cambiamento e ha come obiettivo quello di contribuire, dal punto di vista culturale, alla nascita anche di un soggetto politico che possa dare rappresentanza a queste forze”.
Questo fa intendere che ci sarà un soggetto politico che si candiderà alle elezioni?
“Sì, ci sarà qualcuno che dovrà raccogliere l’eredità che questo spazio sta costruendo. Oggi la sfida non è elettorale visto che Crocetta è stato commissariato da Renzi e arriverà alla fine della legislatura. C’è del tempo che vogliamo utilizzare per costruire un’alternativa, un valido programma. Fra due anni ci sarà qualcuno che contenderà lo scettro del potere per restituirlo al popolo”.
La decisione di Civati di staccarsi ufficialmente dal Pd vi rafforza?
“Sottosopra in Sicilia nasce anche grazie al contributo importate di un pezzo del Pd che ancor prima della decisione di Civati avevano ritenuto insostenibile la permanenza all’interno di un partito che aveva perso anche la sua natura fondativa. Civati ha avuto senso di responsabilità e fino alla fine ha cercato di trovare un aggancio per cambiare il partito che lui stesso ha contribuito a fondare. È sempre doloroso abbandonare un partito che si è costruito, per il quale si è lavorato e si è rappresentanti in parlamento. Civati è una grande risorsa per la Sinistra”.
Chi saranno i protagonisti del vostro progetto e soprattutto come ridare una speranza ai siciliani?
“Chi può liberare la Sicilia da una classe dirigente che ha occupato militarmente il potere sono gli stessi siciliani che adesso devono ribellarsi. Chi paga il prezzo più alto del fallimento di questa politica sono i siciliani. Oggi non c’è più una classe politica alla quale affidarsi per cambiare le cose, bisogna far sentire la propria voce e chiedere e pretendere il rispetto dei propri diritti”.