Palazzotto: "Preserviamo l'alleanza con Pd e 5 Stelle" - Live Sicilia

Lo strappo e il voto di fiducia. “Preserviamo alleanza con Pd e M5s”

Il deputato Erasmo Palazzotto spiega i motivi della rottura con Sinistra italiana. E rilancia la triade contiana per le Regionali siciliane

Palazzotto e l’addio ai “compagni che sbagliano”. Le strade del deputato Erasmo Palazzotto e di Sinistra Italiana si dividono davanti al bivio della fiducia al governo Draghi. Il deputato palermitano ha lasciato il partito in seguito alla decisione dell’assemblea: un niet all’indirizzo del nuovo premier. “Una scelta politica sbagliata” che per Palazzotto rischia di marginalizzare e rendere ancora più irrilevante la sinistra. Una decisione da inquadrare nella mutata fase politica tendendo a mente quella che considera la sola prospettiva possibile: l’alleanza dei progressisti benedetta da Giuseppe Conte.

Palazzotto, perché ha deciso di lasciare Sinistra Italiana?

“L’ho fatto in primo luogo per rispetto di una comunità politica della quale cui ho fatto parte e dalla quale oggi mi divide una scelta strategica e di prospettiva. Una scelta maturata nel tempo che vede nel voto di fiducia solo quello che lo ha resa necessaria”

C’è stata una tendenza ad auto marginalizzarsi rispetto al contesto politico sulla base di scelte troppo identitarie?

“Oggi mi divide da Sinistra Italiana qual è il ruolo che la sinistra deve avere in questo momento storico”

Quale?

“Secondo me quello di costruire un’alleanza più larga e riscostruire il campo progressista e non limitarsi ad occupare il proprio piccolo campo”

Quindi valuta positivamente la nascita dell’intergruppo al Senato costituito da Pd, M5s e Leu?

“E’ uno dei motivi per cui voto la fiducia. Il primo motivo per cui voto la fiducia né quello di preservare e rafforzare l’alleanza per lo sviluppo sostenibile (come l’ha chiamata Conte) quindi l’alleanza tra Pd, Movimento Cinquestelle e Leu. A partire dal lavoro parlamentare che servirà in primo luogo a difendere quello che di buono abbiamo fatto durante il governo Conte 2”. 

Non teme un effetto Mario Monti in termini di macelleria sociale o il quadro è diverso?

“Secondo me siamo in un momento storico completamente diverso. Questo è un governo che dovrà spendere bene 200 miliardi non fare tagli. Noi, il Pd e i Cinquestelle abbiamo il compito di stare dentro per assicurarci che la spesa pubblica abbia al centro la tutela delle fasce sociali più deboli. Non si pensi che l’uscita dalla crisi si faccia soltanto investendo sull’impresa. Bisogna tutelare i lavoratori e chi sarà espulso dal mercato del lavoro”.

Pensa che riuscirà a convivere al governo con la Lega? 

“Penso che la dialettica maggioranza-opposizione si sia spostata in questo momento dal Parlamento al Governo. Siamo stati chiamati dal Presidente della Repubblica per un governo di emergenza per contrastare le emergenze dettate dalla pandemia compreso il piano per il Recovery Found necessario per accedere ai fondi fondamentali per la ripresa. E vorrei aggiungere un’altra cosa sulla questione della Lega”.

Prego.

“Io vedo le contraddizioni dello stare nella stessa maggioranza che vede la presenza della Lega, ma credo che la mia storia e la mia biografia siano sufficienti per capire che ci sto per evitare che la presenza della Lega possa cancellare le norme che abbiamo fatto con il governo Conte”.

Da Roma alla Sicilia. In vista delle regionali si stava già lavorando a mettere a punto la coalizione Pd, sinistra, M5S. La nascita del governo Draghi sta portando più di un dirigente politico a spingere su un altro progetto: quello del grande centro che potrebbe mettere in crisi il vostro. Lei come la vede la partita in vista delle regionali?

“Penso che l’unica prospettiva politica per i progressisti sia questa alleanza e che oggi stiamo proteggendo tutti assieme dentro questa congiuntura del governo del paese. Dobbiamo proporre l’alleanza alle prossime amministrative e alle prossime regionali siciliane”.

Non teme una rinascita del grande centro?

“Se ci proveranno non lo so. La Sicilia è sempre stata un laboratorio del trasformismo. Penso che le classi dirigenti di Pd, Cinquestelle e sinistra abbiano una grande responsabilità nei confronti dei siciliani: offrire una proposta politica che superi la stagione disastrosa del governo Musumeci”. 


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