Sentenza Cenere,| Fatuzzo lascia Acoset - Live Sicilia

Sentenza Cenere,| Fatuzzo lascia Acoset

Fabio Fatuzzo, condannato definitivamente nel processo Cenere, ufficializza le dimissioni dalla presidenza dell'Acoset. L'interdizione dai pubblici uffici lo obbliga a lasciare: “E adesso devo inventarmi un lavoro!".

condannato a 2 anni e 2 mesi
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CATANIA – Fabio Fatuzzo ufficializza, intervistato da LivesiciliaCatania, le imminenti dimissioni dalla presidenza dell’Acoset.  Entro venti giorni convocherà l’assemblea dei soci per rimettere il mandato nelle loro mani, prendendo così atto della condanna a due anni e due mesi per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale nel processo “Cenere”.  Ora è costretto ad inventarsi un nuovo lavoro. Ma sulla gestione dell’Acoset è orgoglioso: “Abbiamo ridotto gli sprechi, diminuito le perdite, aumentato il numero dei contratti e portato i conti in parità”. Questo è il bilancio tracciato da Fatuzzo ai microfoni di LiveSiciliaCatania, mentre si toglie un sassolino dalla scarpa: “E’ una condanna pesante, ma il sindaco Scapagnini se la meritava ampiamente”. Ne ha pure per il sindaco Stancanelli: “Il prossimo inquilino di Palazzo degli Elefanti non sarà lui: ha fatto quello che poteva fare, ma non è stato sufficiente”.

Dopo la sentenza di condanna definitiva, cosa farà Fabio Fatuzzo?

Non posso non dimettermi. Presenterò le mie dimissioni davanti all’assemblea dei soci di Acoset. Io sono stato educato ad accettare le sentenze anche quando non le comprendo. E’ sicuramente una decisione pesante, che ha colpito duramente noi ex assessori, ma Scapagnini se la meritava ampiamente, perché ritengo che il colpevole di tutta questa faccenda sia stato essenzialmente lui. Io non mi ritengo colpevole, ma attendo di conoscere le motivazioni della sentenza. Intanto posso fare solo due cose, essendo stato interdetto per due anni e due mesi dai pubblici uffici, dimettermi da Acoset e inventarmi un nuovo lavoro.

Quindi lascerà la politica?

Per due anni e due mesi sì. Consideri che non mi sono candidato alle regionali, appunto perché aspettavo la sentenza del Tribunale. L’anno prossimo ci saranno le comunali, le provinciali e le nazionali. Nel 2014 ci saranno le europee. La mia interdizione scadrà il 7 Gennaio 2015. Quindi, salto un turno.

A pochi mesi dalla fine del mandato di Stancanelli che consiglio gli darebbe per riconquistare la fiducia dalla città, o comunque, che consiglio dare al Pdl per riscattare la sconfitta alle regionali?

Il Pdl è morto, credo che sia un partito finito. Non c’è più. In virtù di errori madornali. Commessi da Berlusconi, ma anche dai vari esponenti sparsi sul territorio nazionale. Non credo che il Pdl possa recuperare il distacco. L’anno prossimo credo che al comune di Catania andrà un altro sindaco. Ma non solo per colpa di Stancanelli, che, per carità, ha cercato di fare quello che poteva fare. Ma a mio avviso non è stato sufficente. Spero che questo nuovo sindaco agisca cercando di rendere più vivace la città e per attirare un po’ di economia, perché non si può assistere passivamente alla fuga di tutte le aziende e di tutte le piccole strutture commerciali. La tristezza è che Catania è una città piena di giovani che però stanno a passeggiare. Cercano lavoro ma non lo trovano. Bisognava investire di più in cultura, essere più attenti alle politiche turistiche. Mi pare che questi due fronti però siano stati abbandonati.

Fatuzzo è stato assessore della giunta Stancanelli, ma ha dovuto cedere il passo ai tecnici, questa è una anomalia tutta stancanelliana o ne abbiamo tratto dei benefici?

Per quanto mi riguarda sì. Credo di aver dato un’ottima prova nella gestione di Acoset. Il fatto di essere stato scalzato da Stancannelli in maniera inspiegabile, cosa che ancora non riesco a capire, andrebbe inquadrato: non è stato solo lui ad aver optato per questo tipo di provvedimento. Gli esponenti del Pdl lo hanno applaudito. Quelli che dicono oggi che non appoggeranno Stancanneli, perchè non ponevano il problema qualche anno fa? Ora è troppo facile. Così come è facile ora dare addosso a Raffaele Lombardo. Questa è la conferma del proverbio siciliano “albero caduto: accetta, accetta”. Non è un atteggiamento corretto perché le scelte politiche non sono mai individuali e le colpe mai di una sola persona. A Catania dunque ci vorrebbe una forte riflessione e un forte scossone.

Due anni e mezzo fa, lei ha preso le redini dell’Acoset, l’Ente che si occupa della gestione del servizio idrico a Catania, in che che condizioni lo ha trovato?

L’Acoset è una Spa che serve venti comuni della provincia di Catania. Le condizioni erano disastrose perché Acoset era stata abbandonata da molti anni a causa di scelte politico-imprenditoriali. La precedente amministrazione ha pensato bene, anzi ha pensato male, di investire le risorse dell’Acoset, ovvero tutto ciò che ha potuto drenare, sul territorio di Agrigento. Spese per milioni di euro. Poi ha investito a Ragusa, spendendo altri soldi. Tutte scelte fallimentari, perché quasi tutte queste gare non si sono ancora sbloccate. Tutti investimenti che non hanno prodotto alcun utile.

Quindi?

L’Acoset è stata utilizzata alla stregua di un salvadanaio, questo ha prodotto un abbandono della rete idrica, e per soddisfare il fabbisogno idrico, l’azienda è stata costretta a comprare acqua da altri fornitori. All’inizio della mia amministrazione ho trovato un contratto con i fornitori d’acqua da 4.200.000 euro l’anno. Facendo una politica di manutenzione, siamo riusciti a eliminare le perdite più grosse. Abbiamo ridotto l’acquisto di acqua da 700 litri al secondo, a circa 200. E nel tempo le ridurremmo ancora. Parlo al futuro, ma lo farà un’altra amministrazione. Non io.

Può Fabio Fatuzzo ricordare ai lettori di LiveSiciliaCatania qual è il suo vero lavoro?

Io sono un insegnate. Ma a seguito dell’interdizione non potrò rientrare a scuola. Quindi devo inventarmi un nuovo lavoro. Vedremo…

 

 

 

 

 

 


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