MAZZARRA’ SANT’ANDREA (MESSINA) – Il tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto ha disposto il sequestrato della discarica di Mazzarrà Sant’Andrea (Me). I carabinieri hanno bloccato le strade di accesso al sito di stoccaggio rifiuti e la Prefettura ha avvertito i comuni della chiusura. La Direzione distrettuale antimafia sta valutando un eventuale provvedimento di commissariamento della società che gestisce l’impianto. In questa discarica conferiscono rifiuti i comuni della provincia e altri enti isolani, le indagini sono scattate dopo la bocciatura dell’ampliamento dell’impianto da parte dell’assessorato regionale ambiente e per altre vicende che riguardano alcuni componenti del Cda di Tirrenoambiente, la società che gestisce il sito. Qualche giorno fa, sentiti i magistrati, la Commissione nazionale antimafia presieduta da Rosy Bindi, nel corso della sua visita a Messina, aveva chiesto al Prefetto Stefano Trotta di avviate la procedura per insediare la commissione di accesso agli atti a Mazzarrà Sant’Andrea.
*Aggiornamento ore 17.06
Dopo il sequestro preventivo e la chiusura della discarica di Mazzarà S.Andrea, ove conferiscono i rifiuti di numerosi comuni della Provincia di Messina e non solo, l’amministrazione comunale e Messinambiente, coinvolgendo anche gli altri enti interessati, hanno istituito una unità di crisi per affrontare una possibile emergenza rifiuti. Lo dice una nota del comune di Messina. Subito dopo la decisione di chiusura sono partiti contatti ufficiali con altri centri di conferimento ed è stata individuata la possibile disponibilità di utilizzo di una discarica in provincia di Catania. “Per evitare l’insorgere di situazioni problematiche nella raccolta dei rifiuti è necessario – ha sottolineato l’assessore all’ambiente e rifiuti, Daniele Ialacqua – che tutte le istituzioni, Regione, Prefettura ed Ato assicurino il massimo e totale impegno nell’autorizzazione a procedere con la discarica individuata”.
*Aggiornamento ore 20.32
Nell’inchiesta che ha portato stamani al sequestro preventivo della discarica di Mazzarà Sant’Andrea (Me) eseguito dai carabinieri di Messina e dai militari del Noe di Catania, su disposizione del Gip del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto su richiesta della Procura barcellonese, sono stati notificati anche tre avvisi di garanzia agli ex amministratori delegati di Tirrenoambiente Pino Innocenti, 61 anni e Giuseppe Antonioli 53 anni e all’ex presidente della società Antonello Crisafulli di 53 anni. Lo hanno i carabinieri in una conferenza stampa nella sede del comando provinciale di Messina cui ha partecipato il sostituto procuratore di Barcellona Francesco Massara. Si tratta dell’azienda che da anni gestisce la discarica. I tre ex amministratori sono accusati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata,ßabuso edilizio e lavori eseguiti senza autorizzazione del Genio Civile e Soprintendenza.ß Il provvedimento è stato adottato nell’ambito delle indagini avviate dalla Procura dopo la relazione elaborata dalla commissione ispettiva per la verifica degli atti relativi alle discariche private per rifiuti non pericolosi del territorioß siciliano. Sono emersi reati – hanno detto gli investigatori – di natura edilizia per un ulteriore ampliamento della discaricaßin assenza di autorizzazioni. Inoltre sono emersi anche reati di natura ambientale perché sono stati conferiti in discarica un milione di mc di rifiuti in più causando una sopraelevazione ulteriore di circa 30 metri che comportava un concreto rischio di eventi franosi con pericoli per l’ambiente e i cittadini. Le pareti della discarica sarebbero state trovate in una situazione critica per la fuoriuscita di percolato. Un importante supporto alle indagini e’ venuto dalle denunce dell’ex sindaco di Furnari, comune vicino alla discarica che ha denunciato da anni gli abusi della società che gestisce il sito. La discarica di Mazzarà Sant’Andrea è stata inoltre al centro anche di altre indagini dopo laß condanna ad otto anni di reclusione per l’ex presidente del consiglio di amministrazione della Tirreno Ambiente Sebastiano Giambo’ per concorso esterno in associazione mafiosa.
(ANSA)