Mafia e affari: sequestro milionario | C'è pure l'acquascooter del boss - Live Sicilia

Mafia e affari: sequestro milionario | C’è pure l’acquascooter del boss

Alessandro D'Ambrogio

Provvedimento contro Antonino Seranella, Gianfranco Cutrera e Giampiero Specchiarello. Nel mirino del Nucleo polizia tributaria della Finanza il gommone e la moto d'acqua intestata a un ex Pip e usata da Alessandro D'Ambrogio, indicato al vertice del mandamento Porta Nuova.

PALERMO – Dall’impresa edile alle macchine sportive, dal pub all’acqua-scooter e al gommone a bordo dei quali trascorreva le giornate estive il boss Alessandro D’Ambrogio.

Ammontano a due milioni e 200 mila euro i beni sequestrati a tre persone dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale. Merito delle indagini del Gico del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Il sequestro colpisce Antonino Seranella, Gianfranco Cutrera e Giampiero Specchiarello.

Seranella è considerato il braccio destro di D’Ambrogio, indicato al vertice del mandamento di Porta Nuova. Sotto sequestro sono finiti il pub Day Just di via Nino Bixio, ufficialmente gestito dalla moglie di Seranella, due imbarcazioni di lusso, un’auto e un acqua-scooter. Testimonianza, secondo l’accusa, di una vita a cinque stelle. Lussi che fanno a pugni con la modestia degli introiti ufficiali. Seranella, 35 anni, infatti, guadagnava mille euro al mese alla Social Trinacria Onlus. Un ex Pip pagato dalla Regione siciliana che a lavoro ci andava poco o niente e trascorreva le calde giornate estive a bordo di un cabinato da dieci metri, sei posti letto. Roba da 150 mila euro.

Cutrera, 48 anni, è stato di recente condannato in appello a due anni per intestazione fittizia di beni. Dietro le sue proprietà ci sarebbe Benedetto Marciante, legato al clan di Resuttana, arrestato in flagranza di reato, dissero gli investigatori, mentre intascava il pizzo dal titolare del bar del Tribunale. In appello, però, è caduta l’aggravante mafiosa e la pena è passata da dieci a quattro anni.

Infine, il terzo decreto di sequestro colpisce Specchiarello, imprenditore quarantenne, arrestato nel 2011 con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di capitali illeciti, con l’aggravante di aver favorito “Cosa nostra”. In particolare, la sua azienda edile, la Gia.Spe, sarebbe stata finanziata, per la costruzione di alcuni immobili a Carini e nel quartiere palermitano di Cruillas, con i soldi di Guido Spina, già condannato per traffico di droga, fabbricazione di documenti falsi ed evasione, e considerato legato alla famiglia mafiosa dello Zen.

Ecco l’elenco dei beni finiti sotto sequestro su decisione del collegio composto da Silvana Saguto, Lorenzo Chiaramonte e Fabio Licata: Sicilcondotti società cooperativa di Carini, Condotti srl con sede a Carini, fondi pensioni e conti correnti (tutti sequestrati a Cutrera); gommone Led 33, acquascooter, Lounge Bar Just, Mini Cooper, conti correnti (intestati a Seranella), Gia. Spe, Giessepi Costruzioni, undici immobili in via Rocco di Gullo, motocicli e conti correnti (intestati a Specchiarello). I beni e le società passano in amministrazione giudiziaria.


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