Sequestro per evasione fiscale| Nuovi guai per Elio Lupo - Live Sicilia

Sequestro per evasione fiscale| Nuovi guai per Elio Lupo

A luglio l'arresto per per truffa, ora il sequestro per evasione fiscale. Nuova tegola giudiziaria per Elio Lupo, leader dei centro scommesse e ideatore del Museo del gioiello. L'operazione è del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza.

Dopo l’arresto di luglio arriva anche il sequestro dei beni per Elio Lupo. Stavolta si tratta di un’indagine per evasione fiscale. Gli agenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Palermo hanno messo i sigilli ai locali della Elle Group, società leader nel settore delle scommesse sportive. La sede si trova in via Mariano Stabile. Sotto sequestro anche tredici immobili, nove terreni e diverse quote societarie.

Il provvedimento è stato voluto dal pool antievasione della Procura, coordinato dall’aggiunto Ignazio De Francisci e dal sostituto Geri Ferarra. Una nuova tegola per Lupo, 35 anni, che a luglio era finito in cella e poi ai domiciliari per i reati di estorsione, appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello Stato. Dalle verifiche fiscali è ora venuta a galla una situazione contabile “inattendibile”. Tra il 2009 e il 2010 Lupo avrebbe evaso tasse per oltre 700.000 euro. Tra i beni sequestrati anche una sala bingo in via dei Cantieri. La Elle Group srl aveva ottenuto la concessione della Campione Bingo & Games, un tempo gestita dalla Enterprise, una società riconducibile a Nicola Mandalà, boss di Villabate.

Di Elio Lupo era stata l’idea di aprire un museo del gioiello antico siciliano e delle arti minori all’interno di Palazzo Castrone S. Ninfa di Palermo. Un progetto mai decollato – per il quale l’imprenditore ha attinto ai finanziamenti europei -, finito sotto al lente di ingrandimento del pubblico ministero Maurizio Agnello. E’ lui ad avere chiesto e ottenuto l’arresto di Lupo. “Il museo è pronto e definito”: così si è difeso l’imprenditore nei suoi interrogatori. Assistito dall’avvocato Fabio Ferrara ha negato di essersi messo in tasca i soldi per dare vita a un’incompiuta. E ha pure garantito che la Regione non ci rimetterà un centesimo, sostenendo di avere stipulato una polizza di assicurazione che prevede la restituzione dei soldi.

Al giovane imprenditore vengono contestati anche alcuni episodi di estorsione ai danni dei dipendenti dei suoi centri scommessi che sarebbero stati costretti a lavorare in nero e a subire vessazioni sotto la costante minaccia del licenziamento in tronco.


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