PALERMO – Il blitz antiprostituzione di via Telesino consegnò alle cronache una storia di profondo degrado. La storia dei figli del sesso a pagamento. Figli dell’errore, di rapporti con degli sconosciuti consumati senza alcuna protezione. Figli non voluti che sono di impaccio. “… pensa che con la pancia non puoi lavorare…”, diceva Sonia Castiglione ad una delle “sue” ragazze. La donna secondo l’accusa, gestiva, assieme a Gioacchino Adimino, la casa di appuntamenti scoperta in un sottoscale dagli agenti del commissariato Zisa.
L’inchiesta svelò retroscena amari. Le cimici piazzate dai poliziotti registrarono decine di conversazioni. In alcune di esse gli inquirenti rintracciano quello che definivano: “Il tentativo per non perdere una ragazza”, di “convincerla ad abortire”. Una parola, aborto, che non veniva pronunciata nel corso delle intercettazioni. Di certo, però, lo stato di gravidanza avrebbe creato non poche difficoltà: “… sto parlando di pancia… lei… di pancia… ragazza… incinta… pure di quattro mesi… Marisol (è il soprannome di una delle donne dedite alla prostituzione ndr)… appena era di quattro mesi… non l’ha voluta più nella stanza… sono responsabilità… quindi lei deve pensare a questo… non lavorerà come prima”. “Può lavorare fino a quattro mesi se ci arriva”, aggiungeva un’altra ragazza.
Non era la prima volta, dunque, che una delle massaggiatrici del centro di via Telesino rimaneva incinta. Era già accaduto a Katia (altro nome d’arte ndr): “Scherzaci su… se qua non incocciano tutti… io ci credo a queste cose… tutte le ragazze hanno incocciato… qua dentro… te la ricordi a Katia?… quella che incucciò qua… non dal suo picciotto… Marisol la stessa cosa…”.
Le ragazze incinte diventavano un peso. D’altra parte, diceva un cliente, “io mi spavento, io ragiono così, sono delicato”. Una donna incinta non faceva affari. E poi, c’era la questione dei dubbi sulla paternità: “Pare che entrano qua e sono incinte ma che m… è ora dobbiamo vedere se i figli sono veramente dei compagni o se sono… vero… pure quelli dei clienti… perché la verità loro la sanno… può capitare Gioacchì…”.