Shock al Comune, mancano 117 milioni: l'ente rischia il dissesto - Live Sicilia

Shock al Comune, mancano 117 milioni: l’ente rischia il dissesto

L'Avvocatura ricalcola il fondo rischi , voragine nei conti. Forello all'attacco

PALERMO – La cifra è talmente alta da far tremare le vene e i polsi: 117,5 milioni di euro. Tanto manca all’appello nel Fondo rischi spese legali del comune di Palermo che, a meno di clamorose sorprese, non potrà che dichiarare la bancarotta e andare al dissesto. Un numero messo nero su bianco in una relazione della Ragioneria generale inviata all’Avvocatura, al Segretario generale, ai Revisori dei conti ma anche al sindaco e al consiglio comunale e che getta un’ombra sulla situazione finanziaria della quinta città d’Italia.

Mentre gli uffici di via Roma tentavano infatti di trovare quasi 11 milioni di euro per chiudere il bilancio di previsione 2021, sulla testa del Comune è caduta una tegola grande quanto un macigno. L’Avvocatura comunale, con una mail inviata martedì scorso, ha infatti ricalcolato a quanto deve ammontare il Fondo rischi spese legali: si tratta di quel fondo in cui un ente locale deve accantonare obbligatoriamente delle somme per coprire le spese di quelle cause ad alto rischio. Insomma, un modo per non farsi cogliere impreparati di fronte a una sentenza negativa. Il 31 luglio del 2020 il Fondo era stato stimato in 76,3 milioni, ma quasi sette mesi dopo i legali di Palazzo delle Aquile comunicano che in realtà ne servono di più. Molti di più.

“L’Avvocatura inopinatamente – scrive il Ragioniere generale Bohuslav Basile – ha comunicato che l’importo complessivo da accantonare deve essere innalzato all’abnorme importo di 193,9 milioni, con un incremento di 117,5 milioni che precipita irrimediabilmente l’ente in una situazione di insuperabile precarietà e dissesto”. Chi conosce il Ragioniere generale, sa quanto pesi ogni singola parola: dall’avverbio inopinatamente, proprio perché inaspettato, all’aggettivo abnorme, perché tale è un aumento di 117 milioni, fino all’amara previsione di una “insuperabile precarietà” che porta inevitabilmente al dissesto. Un termine, quest’ultimo, che Basile finora non aveva mai messo nero su bianco ma che a questo punto diventa un rischio concretissimo.

Il Comune in poche parole deve per legge trovare 117,5 milioni che servono in buona parte per i contenziosi con l’Immobiliare Strasburgo e per i fallimenti di Amia e Gesip: una missione impossibile per un ente che non riusciva neanche a trovarne 11. La nota ha mandato in fibrillazione gli uffici tanto che all’Avvocatura stanno rifacendo i conti: nella migliore delle ipotesi la cifra comunicata potrebbe essere frutto di un errore di calcolo; nella peggiore vorrebbe invece dire che in questi anni i rischi legali sono stati ampiamente sottostimati, consentendo spese che invece non potevano essere fatte.

“Si ritiene che l’Avvocatura abbia l’obbligo di fornire al sindaco, al consiglio e al collegio dei revisori – continua Basile – un’appropriata relazione che illustri le ragioni per le quali ci si sia determinati a rivalutare nel senso dell’elevata probabilità di soccombenza di una parte del contenzioso esistente. In altri termini, si ritiene che l’Amministrazione comunale debba ricevere dall’Avvocatura un’analitica relazione nella quale siano esplicitati per ciascuno dei contenziosi gli accadimenti giudiziali, necessariamente nuovi e successivi al 31 luglio 2020, che hanno determinato una diversa valutazione circa il loro rischio di soccombenza, diversamente configurandosi, con profili di inaudita gravità, potenziali errate valutazioni sulla loro rischiosità, ciò che, in questo caso, avrebbe consentito negli anni un livello di spesa corrente assolutamente vietato e violato anche il principio di veridicità del bilancio”. Insomma, la situazione rischia di degenerare con “effetti disastrosi sugli equilibri di bilancio”, conclude Basile.

“Un’ulteriore tegola che rischia di trasformarsi in una pietra tombale dei disequilibri economico-finanziari del Comune di Palermo – attacca Ugo Forello – Una vicenda peraltro non nuova: già nell’aprile del 2018 la Sezione controllo della Corte dei Conti aveva bacchettato il Comune sostenendo la ‘possibile sottostima del Fondo rischi spese legali’, anche perché non ‘prendeva in considerazione l’esistenza di alcuni contenziosi di importo significativo’, come quello con la curatela fallimentare Amia per 44.797.835,85 euro. Abbiamo denunciato più volte una vicenda che adesso rischia di travolgere il Comune portandolo al dissesto, anche per la responsabilità dell’amministrazione attiva che non è mai intervenuta”.

“Non posso che rimarcare la abnorme differenza fra quanto dichiarato prima e adesso dall’Avvocatura – dice il sindaco Orlando che ha anche la delega al Bilancio – e che pertanto ogni valutazione non può che essere rimandata a quando la richiesta relazione esplicativa sarà fornita”.

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI