ROMA – Il capo di gabinetto del ministro dell’Interno, il prefetto Giuseppe Procaccini, si è dimesso in relazione alla vicenda Ablyazov. Procaccini avrebbe infatti presentato una lettera al ministro in cui spiega i motivi per cui lascia l’incarico. Chi lo ha visto lo descrive provato e commosso.
La relazione del capo della Polizia, Alessandro Pansa, sul caso Ablyazov è arrivato sul tavolo del ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Nella relazione il numero uno della Polizia ricostruisce le fasi e i passaggi burocratici della vicenda che ha portato all’espulsione dall’Italia della moglie e della figlia del dissidente kazako.
E arrivano subito le prime reazioni: per il segretario del Pd Guglielmo Epifani che il capo di gabinetto del ministero degli Interni si sia dimesso “non è un fatto usuale, non ricordo uno con un ruolo così importante dimissionario“, per il resto “vediamo le carte e capiamo cosa il governo decide di fare e poi faremo una valutazione corretta”. Epifani ha parlato in un videoforum di Repubblica.it concentrandosi sul caso kazaco e sulla figura di Procaccini: “Se sapeva e ci sono fatti acclarati va da se ma se non sapeva realmente, ma io mi domando perchè è stato fatto a sua insaputa, cosa c’è dietro e sarebbe stato più inquientante”.
“Non faccio valutazioni, dico solo da ex ministro dell’Interno che casi del genere erano gestiti dalla struttura con il coinvolgimento di tutti, anche ovviamente del ministro”, ha invece commentato il segretario della Lega, Roberto Maroni, rispondendo a chi gli chiedeva se ritenesse che il ministro Alfano debba dimettersi per la gestione del caso Ablyazov.
La Farnesina “valuterà i termini delle iniziative da assumere presso le aurotità kazake”, in particolare per capire “come l’ambasciatore abbia potuto accedere agli uffici del Viminale. Sicuramente non si è rivolto a noi”. Lo ha detto il viceministro degli Esteri Lapo Pistelli in Commissione Esteri della Camera.
L’Aisi non è stato coinvolto nella vicenda della cattura della moglie della figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov. E’ quanto il direttore del servizio segreto interno, generale Arturo Esposito, ha riferito oggi al Copasir. “Con questa audizione – ha spiegato il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito – è stata confermata la completa estraneità del nostro servizio alla vicenda, che è stata soltanto un’operazione di polizia attuata su richiesta di Interpool e Criminalpol. I servizi – ha aggiunto – non se ne sono mai occupati come ci ha anche comunicato con una lettera il direttore del Dis, Giampiero Mazzolo”.