“Si mettano pure tutti insieme, Micciché e Crocetta, Lombardo e Alfano. Così finalmente i siciliani avranno chiaro chi effettivamente è per il cambiamento e chi invece vuole salvare solo se stesso”. Al sottosegretario agli Interni Stefano Candiani, da circa sei mesi commissario della Lega in Sicilia, non sono piaciute le parole del presidente dell’Ars. In una recente intervista a LiveSicilia, infatti, il coordinatore di Forza Italia aveva sostanzialmente detto: “Il Carroccio? Quello non è un partito, quello è solo populismo…”.
Sottosegretario, cosa in particolare non ha gradito di quella intervista?
“Più che altro ho preso atto di una strampalata visione politica. La Sicilia, che una volta era laboratorio di ciò che sarebbe accaduto nel resto del Paese, non è più terra d’avanguardia”.
In che senso? A cosa si riferisce?
“Parlo di questa idea dello ‘schema polpettone’: tutti insieme e tutti contro qualcuno. E Micciché se la prende con noi, non a caso. Visto che stiamo rompendo molti schemi, anche a livello nazionale, nonostante tutte le difficoltà”.
Lo ‘schema polpettone’, come lo definisce lei, è l’idea lanciata da Miccichè di unire tutti i moderati come argine ai populismi…
“… è evidente che non si tratta di una proposta innovativa. È solo un disperato tentativo di autoconservazione della vecchia politica. Adesso si vogliono ripresentare come se fossero delle vergini vestali. Ma i siciliani non sono stupidi e sono stanchi di questa politica”.
Lei crede quindi che ai siciliani questo schema non piacerà?
“Io so solo che questa gente ha avuto la propria occasione. Hanno governato, e la Sicilia è in queste condizioni”.
In che condizioni ha trovato l’Isola?
“Credo sia sotto gli occhi di tutti: prenda i trasporti, ad esempio. Siamo a livelli medioevali. E chi ha governato in questi anni, riducendo la Sicilia in questo modo?”.
In tanti, a dire il vero.
“Già, ma adesso vogliono mettersi tutti insieme. In un tentativo gattopardesco di cambiare tutto perché nulla cambi. E magari per tenere in piedi le solite clientele. Basta sentire i loro discorsi: vogliono sempre spendere per assumere gente, mai per investire sulla Sicilia. Noi invece in Sicilia non abbiamo ma governato. E una cosa è certa”.
Cosa?
“Che non prenderemo lezioni da chi ha ridotto la Sicilia in queste condizioni”.
Eppure con questa maggioranza che oggi governa l’Isola sembravate in sintonia, parte della coalizione che ha sostenuto il governatore Musumeci.
“Guardi, di Nello Musumeci ho un grande rispetto. Lo considero un vero galantuomo. Purtroppo, però, il problema è tutto ciò che si è aggregato attorno a lui. E oggi purtroppo è prigioniero di quella maggioranza che è fondamentale sia per la giunta sia per far passare i provvedimenti all’Ars”.
Lei dice che la Sicilia non è più un ‘laboratorio’. E invece se questo “strappo” tutto siciliano tra Lega e Forza Italia fosse la spia di quello che può succedere nei prossimi mesi nelle altre amministrazioni che governate insieme ai berlusconiani?
“No, non credo che possa succedere. Il problema è tutto siciliano. Ed è anche un problema interno a Forza Italia. Conosco diversi militanti azzurri che non si riconoscono in questa linea dettata da Micicché. Una linea squilibrata a sinistra. E in qualche caso squilibrata e basta”.
Lei ritiene credibile quindi l’avvicinamento se non l’alleanza tra Forza Italia e Pd di cui si mormora da diverso tempo qui nell’Isola?
“Certamente. Solo che vogliono farla passare come l’unione dei moderati. In realtà è solo l’unione di chi sta cercando un modo per sopravvivere politicamente, per restare comunque in piedi. Ma se lo fanno davvero, ci fanno un piacere”.
Perché?
“Perché a quel punto anche ai siciliani sarà chiara la differenza tra noi, che vogliamo cambiare le cose davvero, e loro che vogliono solo perpetuare se stessi. Insomma, voglio essere chiaro: a Miccichè, Faraone, Crocetta, Lombardo, Alfano piace la Sicilia che a noi non piace. Dove sono loro, non possiamo stare noi”.
Eppure alcuni esponenti di quella stagione politica nel frattempo hanno trovato casa anche da voi.
“Noi siamo una forza politica giovane in Sicilia, non ancora strutturata. Ma intanto abbiamo fissato dei paletti strettissimi, dati dal nostro codice etico voluto per il partito nell’Isola. Poi non abbiamo pregiudizi nei confronti di chi ha un passato politico. A noi interessa solo capire se l’avvicinamento alla Lega è dettata dalla vera volontà di cambiare la Sicilia, o se è frutto di mero opportunismo. In quel caso, siamo pronti a metterli alla porta”.
Perché secondo lei Micciché ha voluto segnare un solco così profondo con voi della Lega?
“Perché siamo diversi, in effetti. Lui è il pallido riflesso di una stagione che non c’è più. Lui e gli altri che vogliono allearsi con lui sono solo dei dinosauri della politica che hanno preso coscienza del fatto di non avere più futuro, ma solo un passato. Un passato in cui hanno avuto la loro occasione. E i risultati sono evidenti: la Sicilia è in ginocchio e arretrata. Ai siciliani chiediamo ancora una volta: chi ha governato finora nell’Isola?”.
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