Sicali guida i giovani di #db| “Serve il coraggio di osare” - Live Sicilia

Sicali guida i giovani di #db| “Serve il coraggio di osare”

Il neo coordinatore provinciale della giovanile fa il punto sul movimento e sul centrodestra cittadino e regionale.

 

 

Diventerà Bellissima
di
7 min di lettura

CATANIA – Ciccio Sicali alla guida della giovanile di Diventerà Bellissima. Cresciuto a pane e politica, Ciccio segue sin da ragazzino le orme del padre Angelo Sicali, storico esponente della destra etnea, imboccando il sentiero della militanza. Così fa ingresso nella sede di Alleanza Nazionale di Corso Sicilia 11 e sale i vari gradini della politica giovanile tenendo alto il vessillo della Croce Bretone di Azione Studentesca come rappresentante d’istituto al liceo Galilei. L’enfant prodige della destra etnea si prende qualche anno di pausa quando nasce il Pdl. La “fiamma” della passione politica si riaccende con la nascita di Diventerà Bellissima che contribuisce a fondare. Un colpo di fulmine quasi naturale per un ventottenne che non perde un appuntamento con la fiaccolata palermitana del 19 luglio in onore di Paolo Borsellino da quando di anni ne aveva soltanto cinque.  Sicali rivendica la palestra della militanza politica in barba ai “baciati dai click” perché sa che bisogna farsi le ossa, ma sa altrettanto bene che i giovani meritano fiducia anche se spesso la vecchia guardia fa spallucce. Il neo coordinatore provinciale di #diventeràbellissima sembra avere le idee chiare sul futuro del Movimento e sulle azioni da mettere in campo per cambiare Catania e la Sicilia.

 

Sicali. Un cognome importante.

Sì, soprattutto nella storia di questa città è molto importante.

Una grossa responsabilità.

Oneri e onori. No?

Veniamo a Francesco Sicali, recentemente eletto coordinatore provinciale di Diventerà Bellissima e membro del coordinamento regionale. Come vi state organizzando?

Abbiamo pensato un modello nuovo di organizzazione giovanile che parte dalla base. Abbiamo una nostra autonomia, un nostro potere decisionale. Tutte le decisioni sono prese in assemblea. A ogni riunione spuntano persone nuove, anche ragazzi delle scuole. Qualche giorno fa, per esempio, un ragazzo quindicenne di Camporotondo mi ha contattato per sapere come avvicinarsi al nostro movimento. Ed è venuto in riunione portando un entusiasmo contagioso. Vogliamo coltivare i nostri valori per cambiare la nostra terra.

Partiamo dalla Regione. A che punto è la rivoluzione (termine abusato) del Presidente Musumeci.

La rivoluzione lasciamola ad esperienze passate. Io credo che la Regione debba tornare alla normalità e devo dire che in pochi mesi sono stati raggiunti risultati molto importanti. Penso alle infrastrutture grazie al lavoro di un bravo assessore come Marco Falcone e di un buon Presidente che girano per i cantieri. Qualche giorno fa tornando da Palermo ho visto cantieri all’opera, cosa che non capitava da tempo. Penso alla formazione, un settore in cui negli anni si è assistito alla mortificazione professionale e umana di padri e madri di famiglia: per fortuna si torna a lavorare. Ma anche alla Sanità dove opera Ruggero Razza che ha consegnato una rete ospedaliera condivisa da tutti, alla legge sul diritto allo studio o ai tirocini formativi: in poche ore sono arrivate più di 4000 domande al dipartimento del lavoro. Questo dimostra che c’è voglia di mettersi in gioco per la nostra terra: siamo a buon punto, direi.

 In che modo contribuirà il vostro movimento giovanile?

Saremo di supporto al governo del Presidente Musumeci, ma saremo anche in prima linea a dire le cose che potrebbero non andare bene. Saremo molto attenti perché spesso in passato alcune decisioni sono state prese senza tenere in considerazioni le esigenze dei giovani e noi saremo pronti al confronto e pronti a indirizzare le azioni politiche del governo.

 Nello Musumeci è un po’ la vostra guida.

Come gruppo giovanile godiamo di molta autonomia perché il Presidente non è una persona che interviene a gamba tesa sulle decisioni del gruppo, anzi ha molto a cuore le nostre scelte e le tematiche giovanili. Abbiamo accanto una persona che ci guida, ci forma e condivide le nostre battaglie e non ci parlerà mai con un tono autoritario per demotivarci o mortificarci: abbiamo un Presidente dalla parte dei giovani..

 

Diventerà Bellissima nasce come movimento civico e trasversale in grado di catalizzare le simpatie di persone con diverse provenienze politiche.

E’ questa la bellezza del movimento: noto che è un progetto che piace a tanti anche a chi non aveva mai fatto politica. A loro diciamo: “benvenuti a casa”.

Presto, però, si dovrà sciogliere il nodo della collocazione europea e si dovrà fare una scelta.

Sì, si dovrà fare una scelta che sarà ampiamente condivisa al congresso regionale e non sarà calata dall’alto. Ci riuniremo in congresso e decideremo insieme.

 

Non pensa che un’eventuale scelta sovranista possa avere qualche ricaduta negativa a livello locale?

Delle scelte vanno fatte. Ogni scelta ha i suoi pro e i suoi contro: ci adegueremo al volere della base.

 Passiamo alla città di Catania.

Il primo nodo sarà quello del dissesto. Credo che Roberto Bonaccorsi sia molto preparato per affrontare il problema. Credo, inoltre, che in giunta ci siano persone di valore, anche chi è alla prima esperienza: insomma, la base di partenza è buona.

Il primo provvedimento del sindaco Pogliese ha fatto molto discutere.

Credo che l’ordinanza l’abbiano letta in pochi. Non è un’ordinanza nata contro i senzatetto, ma serve a riportare un po’ di ordine in città. La situazione dei senzatetto indubbiamente va monitorata come si sta facendo con la collaborazione delle associazioni di volontariato che per tanto tempo hanno sopperito all’assenza delle istituzioni. C’è da parte del sindaco una presa di responsabilità nel volere affrontare la situazione e ridare dignità a queste persone. Ho sentito parlare di “solidarietà. Essere solidale non vuol dire lasciare la città abbandonata a se stessa, essere solidale non vuol dire lasciare i senzatetto in balia del gelo d’inverno e del caldo torrido d’estate. Essere solidale vuol dire ridare dignità anche a queste persone.

 Insomma, qualcun altro in passato aveva messo la polvere sotto il tappeto?

La politica deve tornare ad essere un esempio. Chi ha avuto l’opportunità di cambiare le cose non ci venga a fare la morale: è inutile gridale allo scandalo oggi quando potevi fare ieri. La città si è espressa d’altronde.

Quest’anno è stato il suo primo 19 luglio a Palermo in veste da coordinatore provinciale di Diventerà Bellissima.

Sin da piccolino prendo parte alla fiaccolata del 19 luglio. Se non sbaglio dal 1996 quando avevo appena 5 anni. E’ bel momento la fiaccolata perché non si ricorda soltanto Paolo Borsellino ma anche gli agenti della scorta, fedeli servitori dello Stato, e tanti valori andati perduti. Ritrovarsi in via D’Amelio e ricordare Paolo è un momento molto toccante, un’esperienza unica che consiglio di fare a tanti perché è importante  portare avanti quella consapevolezza.

 

E chiudere anche una certa stagione dell’antimafia. Immagino.

Sì. L’antimafia non è un programma di governo, ma si professa ogni giorno con fatti e azioni non con le parole. E lo faremo, lo stiamo facendo e continueremo a farlo perché è necessario riportare ordine in tutto.

Ricambio generazionale. Nel centrodestra sembra prevalere l’idea di puntare sulle nuove leve. E’ così?

Sì, ma credo si possa fare di più. Credo anche che essere giovani non sia un merito, ma un’opportunità. I ragazzi devono capire che prima di arrivare a ricoprire determinati incarichi bisogna rimboccandosi le manche, formarsi professionalmente e culturalmente. La classe dirigente del centrodestra deve avere il coraggio di credere nei giovani perché quando, vuoi o non vuoi la gente, si ritrova determinati volti è normale che poi tenda, anche ingenuamente, a scommettere in nuove esperienze.

Giovani che hanno fatto gavetta, dunque.

Esatto. Non giovani che non hanno fatto gavetta e si ritrovano a ricoprire determinati ruoli perché baciati dal cielo o dai click. Ai giovani serve una bella palestra che è quella della militanza e il ritorno al valore della comunità. E le classi dirigenti, anche di centrosinistra, devono capire che ci sono persone da valorizzare e altre che he hanno già dato. Non da rottamare perché è un concetto terribile se legato alle persone. Ma i partiti devono avere la capacità di capire se certe persone hanno già dato devono farsi da parte. Una cosa che non hanno fatto: alle elezioni politiche nei collegi uninominali si sono ritrovate sempre determinate persone. Il centrodestra, invece, deve avere il coraggio di osare.

 

 

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI