Siccità, piano nuovi pozzi e riattivazione vecchie sorgenti in Sicilia

Siccità, il piano contro la grande sete della Sicilia: 132 progetti per l’acqua

Con la manovra-quater finanziata la fase 2 degli interventi per combattere la crisi idrica

PALERMO – I primi 96 interventi hanno ‘Priorità 1’ e valgono oltre 33 milioni di euro, tutti interamente finanziati. Gli altri 36 hanno lo stesso valore ma manca ancora il timbro definitivo su tutte le coperture. Sono i 132 progetti compongono la seconda parte del piano regionale di interventi per mitigare gli effetti della siccità in Sicilia. La prima parte era stata approvata a giugno e finanziata con venti milioni di euro, adesso si passa alla fase 2.

Il piano da 66,2 milioni di euro

Si tratta di progetti messi a punto da Comuni, Ati ed enti gestori del servizio idrico: sono stati esaminati dalla Cabina di regia per l’emergenza, istituita su proposta del governatore Renato Schifani, e dal dipartimento regionale di Protezione civile. L’investimento complessivo per questa seconda parte del piano è di 66,2 milioni di euro e gran parte delle coperture sono arrivate nell’ultima manovra d’assestamento approvata dall’Ars.

Le coperture del piano contro la siccità

Lo stanziamento di partenza, previsto dall’articolo 1 delle variazioni di bilancio, era di trenta milioni di euro. In corso d’opera, con il maxi emendamento del governo, si sono aggiunti altri venti milioni. Soldi, questi ultimi, che andranno nelle casse della Protezione civile regionale diretta da Salvo Cocina e che serviranno, però, anche per altre spese sul fronte dell’emergenza idrica.

Per la copertura totale degli interventi inseriti nella tabella fornita al Parlamento in fase di approvazione della manovra-quater, e visionata da LiveSicilia, arriveranno in soccorso anche le risorse stanziate dalla Protezione civile nazionale, annunciate in aula da Schifani nel giorno del semaforo verde all’assestamento di bilancio.

‘Revamping’ e nuovi pozzi

Due le azioni più ricorrenti per alleviare la sete d’acqua di sette di otto delle nove province siciliane (manca soltanto Siracusa): il ‘revamping’, ovvero la riattivazione di sorgenti e pozzi già esistenti e non più produttivi, o comunque dalla portata ormai ridotta; la realizzazione di “pozzi gemelli” con la trivellazione del terreno accanto a quelli già attivi.

Il progetto per l’acqua dell’Oreto

C’è anche un progetto ambizioso, il più costoso tra quelli a ‘Priorità 1’. Si tratta dell’idea messa a punto dall’Ati idrica di Palermo e dall’Amap per rendere potabile l’acqua del fiume Oreto. Quattro mesi di tempo per il “riefficientamento” della sezione di filtrazione a carboni attivi granulari dell’impianto di potabilizzazione denominato ‘Gabriele’. Prevista anche l’installazione di un modulo di depurazione delle acque reflue di Pioppo (Monreale), che finiscono nell’Oreto.

Gli altri interventi nel Palermitano

Quasi due milioni di euro andranno a finanziare il ‘revamping’ della sorgente Taccarelle a Petralia Sottana, sempre in provincia di Palermo. L’investimento servirà anche alla realizzazione di altre opere collaterali come una condotta di adduzione. Ne beneficeranno anche i comuni di Blufi e Bompietro.

Diversi gli interventi in provincia di Palermo: un milione di euro per la riattivazione di pozzi che porteranno più acqua a Torretta, Capaci e Isola delle Femmine; altri 400mila euro serviranno per un nuovo pozzo che dovrà alleviare la sete di Corleone; trecentomila euro saranno investiti sulla diga Rosamarina di Caccamo per la realizzazione di un impianto di prelievo ‘sotto quota’ delle acque dell’invaso.

A Camporeale un milione e mezzo di euro finanzieranno la trivellazione di un pozzo profondo cento metri e la realizzazione del collegamento necessario con il serbatoio comunale; a Trappeto 750mila euro consentiranno il ‘revamping’ della sorgente San Giuseppe.

I progetti in provincia di Trapani

In provincia di Trapani, tra gli interventi prioritari, quello di Castellammare del Golfo: 1,3 milioni per un nuovo pozzo e la condotta di interconnessione in contrada Inici. Un investimento di 320mila euro consentirà di scavare in due nuovi punti a Marsala, mentre altrettanti pozzi gemelli a Mazara del Vallo costeranno 120mila euro.

I piani nel Catanese

Nel Catanese previsto un investimento da 250mila euro per il ripristino di tre pozzi a Castiglione di Sicilia. Altri progetti nella provincia etnea sono previsti nella seconda tranche del piano regionale: 130mila euro per il pozzo Urzi a Gravina, 80mila per il pozzo Sogem di Giarre e 281mila per la manutenzione di un altro pozzo a Caltagirone.

Gli interventi nel Nisseno

Per la provincia di Caltanissetta, una delle più colpite dalla crisi idrica, il piano prevede una prima tornata di 16 progetti realizzabili nell’immediato. Trecentomila euro serviranno per la riattivazione di due pozzi già esistenti a Butera, settecentomila per riattivare il pozzo di contrada Pisciotto, a Niscemi, al quale saranno affiancate le opere idrauliche necessarie.

Tre interventi sono previsti a Serradifalco: in tutto 725mila euro, seicentomila dei quali serviranno alla realizzazione di un nuovo pozzo della portata di dieci litri al secondo. A Sommatino arriveranno 420mila euro per scavare un nuovo pozzo.

I progetti contro la grande sete a Enna

Il piano approvato dalla protezione civile e dalla Cabina di regia, e finanziato dall’Ars, conta anche una ventina di interventi primari in provincia di Enna. Si tratta della zona che con Caltanissetta soffre di più la sete provocata dalla mancanza di piogge e che nei giorni scorsi, così come il Nisseno, ha visto arrivare le autobotti della Protezione civile regionale.

Quasi novecentomila euro finanzieranno a Cerami la trivellazione di un nuovo pozzo profondo cento metri e la realizzazione di una condotta lunga un chilometro e mezzo. Sei gli interventi previsti a Enna: la spesa complessiva sarà di oltre settecentomila euro tra nuovi pozzi e pozzi gemelli da realizzare. Quattro progetti riguardano Piazza Armerina (oltre mezzo milione di euro in tutto), mentre a Pietraperzia arriveranno 500mila euro per due progetti di Siciliacque per il potenziamento di tre pozzi.

Gli interventi nell’Agrigentino

In provincia di Agrigento il progetto che salta più all’occhio tra i primi 93 è quello di Lucca Sicula: 800mila euro per la sistemazione di due pozzi, l’installazione della elettropompa e la realizzazione di tutte le opere necessarie a portare l’acqua fino alla vasca comunale di accumulo. Ad Agrigento 250mila euro saranno destinati al potenziamento dell’impianto di sollevamento San Biagio Mendolito. Altri 350mila euro consentiranno la realizzazione di un nuovo pozzo a Montevago, grazie a un progetto di Siciliacque.

Cosa si farà nel Messinese

Di misura minore gli interventi finanziati con il ddl variazioni di bilancio in provincia di Messina: l’investimento più grosso previsto è a Patti, con 291mila euro per un nuovo pozzo in contrada Iuculano e le necessarie opere idrauliche a corredo per portare l’acqua al serbatoio comunale. Un solo progetto del piano contro la siccità per la provincia di Ragusa: è quello di Siciliacque a Vittoria, che prevede una spesa di duecentomila euro per la riattivazione di alcuni pozzi.


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