Siccità in Sicilia, Musumeci: "Lì non si fanno dighe da 40 anni"

Siccità in Sicilia, Musumeci: “Le dighe vanno immaginate in tempo di pace”

Il sindaco di Ribera: "Compromesso il 50 per cento degli aranceti"
LA CRISI IDRICA
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PALERMO – La siccità in Sicilia e le dighe: in un intervento su Sky Tg24 il ministro per la Protezione civile ed ex presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci ha sostenuto che sarebbe “demagogico” cercare soluzioni in breve tempo. “In Sicilia non si fanno dighe da 40 anni” ha detto Musumeci.

Siccità in Sicilia: le parole di Musumeci

“Le dighe vanno immaginate in tempo di pace – dice Musumeci – e io in Sicilia ho dato l’incarico per il completamento di quella di Blufi e di quella di Pietrarossa, che spero possano essere presto completate. In Sicilia non si fanno dighe da 40 anni, le reti che distribuiscono l’acqua nei quartieri delle città e dei paesi ormai perdono per il 50 per cento”.

“Pensare – aggiunge Musumeci – di poter ottenere un risultato domani, dopodomani o fra un mese è soltanto pura demagogia. Ora c’è una cabina di regia, istituita dal governo Meloni, in cui operano cinque ministri, ognuno con le proprie competenze. Bisognerà lavorare su infrastrutture idrauliche che avranno bisogno di tanto tempo per essere realizzate”.

“Poi ora bisogna cominciare a pensare alle alternative, quindi non irrigare in campagna con l’acqua potabile, ma utilizzare l’acqua depurata o l’acqua dissalata, e soprattutto cominciare a cambiare le nostre quotidiane abitudini per evitare di pensare ancora che l’acqua sia un bene inesauribile”.

Ribera: “Persa metà del raccolto di arance”

Il sindaco di Ribera Matteo Ruvolo sottolinea le conseguenze che nel 2024 la siccità ha causato nei confronti dell’arancia, prodotto che caratterizza il territorio riberese grazie anche al riconoscimento di un marchio Dop e alla presenza di un consorzio di tutela, che associa le imprese agricole.

“La nostra produzione d’eccellenza – dice Ruvolo – è stata compromessa, abbiamo perduto almeno la metà del raccolto ordinario. Le due irrigazioni di emergenza che sono state accordate dalla cabina di regia al culmine di numerose richieste, forse hanno salvato gli impianti. Ma sugli alberi i frutti superstiti non sono più grandi di palline da ping pong, dunque non commercializzabili”.

Prosegue Ruvolo: “Bisogna sin da oggi salvare la prossima stagione, e oltre al progetto di recupero delle fluenze del fiume Sosio-Verdura da destinare, per adduzione, al serbatoio della diga Castello, confidiamo che la Regione ripristini anche l’impianto di sollevamento di Poggiodiana, realizzato venticinque anni fa ma poi distrutto dai vandali”.

Per il sindaco è necessario anche che la Regione “riattivi la ‘bretella’ che, dalla diga Gammauta, e senza bisogno di motopompe, è in grado di travasare ulteriori volumi d’acqua sempre nella diga Castello. Per fare questo, tuttavia è necessario che Enel sospenda per un periodo la produzione di energia dalla centrale idroelettrica di Gammauta, al fine di permettere all’invaso di immagazzinare quanta più risorsa idrica possibile”.


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