La disoccupazione torna a crescere dopo otto anni in Sicilia, schizzando al 13,8 per cento. Diminuisce il numero di persone occupate e dopo quattro anni aumentano per la prima volta le persone in cerca di un lavoro. La crisi finanziaria internazionale ha colpito pesantemente il Mezzogiorno e la Sicilia”, si legge nella sintesi dal rapporto su “L’economia della Sicilia nell’anno 2008” della Banca d’Italia, presentato oggi a Palermo. E i dati che emergono dalle statistiche raccolte da Bankitalia sono in effetti tutti negativi per l’Isola. I comparti più colpiti dalla crisi in Sicilia nel 2008 sono stati manifatturiero, trasporti e turismo, e solo in agricoltura si sono registrati alcuni indicatori in positivo.
Per l’industria, in Sicilia come nel resto d’Italia, il 2008 è stato un anno negativo: il grado di utilizzo degli impianti ha accentuato il calo iniziato nel 2007 con una riduzione, nel 2008, di 3,1 punti percentuali. Gli investimenti sono calati dell’8,5 per cento rispetto al 2007. L’occupazione è diminuita dell’1,2 per cento.
Dati negativi anche dal commercio: “il clima di fiducia delle famiglie, in base ai dati Isae, ha registrato nel corso del 2008 un sensibile peggioramento, raggiungendo valori tra i più bassi dagli anni ottanta”, si legge nel rapporto. Il calo, che nel 2008 si è tradotto in un calo dei consumi, si è arrestato nei primi mesi del 2009.
Quanto al turismo, nel 2008 in base ai dati dell’Osservatorio turistico della Regione Siciliana, gli arrivi nel 2008 sono diminuiti del 9,3 per cento rispetto all’anno precedente e le presenze sono calate del 6,1 per cento. L”andamento relativo ai flussi dall’estero è risultato peggiore di quello degli italiani.
Quanto alle esportazioni, sono aumentate in valore nominale del 2 per cento (con una “sensibile frenata rispetto al 2007”, quando l’aumento era stato del 21,6 per cento). Al netto dei prodotti petroliferi raffinati, l’export ha registrato un calo del 2,1 per cento. I dati delle vendite all’estero continuano ad essere negativi anche nel primo trimestre del 2009.
Per quanto riguarda i lavori, la più grande moria di posti c’è stata tra autonomi e precari, mentre sono lievemente aumentati i dipendenti a tempo indeterminato. Quadro a tinte fosche anche per il credito. Si è accentuato nel 2008 il rallentamento dei prestiti bancari che in Sicilia si era già manifestato nel 2007. Il tasso annuo di crescita dei prezzi (correggendo il dato al netto dell’effetto contabile delle cartolarizzazioni) è stato del 6,4 per cento, a fronte dell’11,1 del 2007.
Sempre al netto delle cartolarizzazioni, l’incremento del credito alle famiglie è sceso dal 12,1 al 7,8 per cento. E “per la prima volta dal 2000 il flusso dei nuovi mutui concessi alle famiglie per l’acquisto delle abitazioni è stato inferiore rispetto all’anno precedente (-10,3% nei primi tre trimestri del 2008). Il credito alle imprese, corretto per le cartolarizzazioni, ha decelerato dall’11,5 al 4,8 per cento, “risentendo della maggiore cautela adottata dalle banche in relazione alle difficoltà congiunturali attraversate dall’economia”.
In questo contesto di crisi si è registrato anche un peggioramento della qualità del credito con un aumento delle sofferenze rispetto al 2007. Cresciuti anche i tassi di interesse a breve termine verso la clientela residente (passati dall’8 all’8,3 per cento). Infine, si registra un aumento sostenuto della raccolta bancaria: alla fine di settembre la crescita sui dodici mesi è stata del 7,4 per cento, contro il 2,1 dell’anno precedente.
Il rapporto si interessa anche di finanza pubblica. E al riguardo sottolinea che nel 2008 la spesa sanitaria siciliana ha raggiunto il livello di 8,4 miliardi “denotando per la prima volta nel corso degli ultimi anni una seppur lieve flessione (-0,5 per cento)”. Nel 2008 si è registrato anche un calo della spesa farmaceutica convenzionata a carico del Sistema sanitario nazionale del 4,3 per cento (rispetto al -1,0% a livello nazionale), dopo la sensibile riduzione registrata nel 2007 (-12,9 per cento).