Sicilia al voto tra fragilità e le speranze per le nuove generazioni - Live Sicilia

Sicilia al voto tra fragilità e le speranze per le nuove generazioni

Adesso servono i fatti e ciascuno di noi può fare del proprio meglio, con un'arma potentissima: la matita
AMMINISTRATIVE
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PALERMO – La Sicilia torna alle urne in 124 Comuni e quattro capoluoghi: Catania, Trapani, Siracusa e Ragusa. Più di un milione di abitanti sono chiamati a esprimere la propria preferenza, ma campeggia l’incubo astensionismo, proprio in quegli enti che risentono, maggiormente, dei nuovi equilibri tra Stato e periferie.

Una partita molto delicata, quella elettorale – condita da bracci di ferro interni alle coalizioni, cambi di casacca e colpi di scena – che rappresenta il momento più importante per la scelta di chi dovrà prendere in mano le redini di un territorio pensando alle nuove generazioni.

L’allarme dei Comuni siciliani

Sono in ginocchio, i Comuni Siciliani, compresi molti di quelli che stanno andando al voto. A partire da Catania, ma l’elenco è lunghissimo e pochi giorni fa, Paolo Amenta e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’Anci Sicilia, hanno lanciato l’allarme: “Esprimiamo la nostra preoccupazione per la crescita esponenziale del numero di enti locali in condizione di criticità finanziaria, a cui si legano anche le difficoltà di carattere organizzativo. Sono, infatti, oltre 100 i comuni siciliani in dissesto o pre-dissesto che, in gran parte, non sono in grado di effettuare l’assunzione delle necessarie professionalità proprio per l’assenza di una sostenibilità finanziaria”.

La necessità di una nuova strategia

Amenta e Alvano hanno ribadito “l’assoluta necessità” di istituire un tavolo istituzionale, nella conferenza unificata tra Stato, Regione Siciliana ed enti locali.

Dal punto di vista pratico, le normali procedure previste dal Testo unico degli enti locali rischiano di non essere sufficienti per superare un problema strutturale che, a cascata, interessa quasi tutti i Comuni. A questo si aggiungono, in Sicilia, anche le preoccupazioni per le conseguenze determinate dall’impugnativa dello Stato sulla legge finanziaria e sulle ricadute per le risorse destinate ai territori: 115milioni di euro di investimenti e 200milioni destinati al Fondo progettazione. Il governo Schifani ha assicurato il massimo impegno, ma resta centrale il nodo della scelta dei prossimi amministratori.

Il rischio astensionismo

Le piazze quasi vuote durante i comizi lasciano presagire il rischio di un elevato astensionismo, nonostante la capillarità delle liste presentate a sostegno di ciascun primo cittadino.

Oggi più che mai è importante impegnarsi nella scelta di chi dovrà guidare la propria comunità, è l’essenza di un dovere civico, che si proietta nel futuro delle nuove generazioni.

Ed è in questo algoritmo elettorale che, si spera, prevalga la consapevolezza di una scelta e non l’appartenenza a un apparato o, peggio ancora, il voto in cambio di un favore. Una parte dei siciliani, spesso, sfoggia un formidabile eloquio lamentandosi. Adesso servono i fatti e ciascuno di noi può fare del proprio meglio, con un’arma potentissima: la matita.


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