PALERMO – La decisione che si attendeva è arrivata: il responso del tribunale del riesame di Catania lascia Luca Sammartino fuori dalla giunta regionale e dà il via, di fatto, al tagliando di metà legislatura per il governo Schifani.
Il governatore ha atteso la decisione della magistratura catanese nella speranza che l’esponente della Lega potesse ottenere la riabilitazione per il rientro in Giunta, ma così non è stato. A questo punto è proprio dalla casella dell’assessorato all’Agricoltura che parte il valzer dei cambi. Difficile, infatti, chiamarlo “rimpasto” dal momento che non dovrebbe esserci un grosso rimescolamento di carte né di deleghe.
L’assessorato all’Agricoltura
Sammartino non potrà rientrare ma non avrebbe perso la speranza di ribaltare la sospensione dagli incarichi pubblici disposta nei suoi confronti dal gip. Resta la strada del ricorso in Cassazione ma i tempi si allungano e Palazzo d’Orleans, con la Sicilia in piena crisi idrica, non può più permettersi tempi dilatati su un assessorato strategico che finora è stato retto ad interim da Schifani.
La via d’uscita potrebbe essere quella di un tecnico vicino a Sammartino, in attesa che gli Ermellini si esprimano sull’ex vice presidente della Regione. Il nome più ricorrente, svelato dal quotidiano ‘La Sicilia’ alcune settimane fa, è quello di Salvatore Barbagallo, già consulente di Sammartino in assessorato.
Il rebus dell’Economia
Il secondo assessorato che cambierà certamente titolare è quello dell’Economia. Marco Falcone si è insediato come parlamentare europeo ma non ha ancora comunicato formalmente le dimissioni da assessore. Il termine ultimo è il 24 luglio. Schifani, dal canto suo, ha chiesto ai deputati dell’Ars un rinvio di una settimana per l’esame della manovrina a Palazzo dei Normanni.
Il governatore, che ha subito un piccolo intervento chirurgico e che sta proseguendo il percorso di ripresa, ha chiesto al Parlamento qualche giorno di tempo in più perché intende seguire in prima persona i lavori sul un ddl che vale oltre cento milioni di euro. Sala d’Ercole esaminerà il provvedimento a partire dal 29 luglio.
Nel frattempo maturerà anche la scelta sul prossimo assessore che porterà al traguardo la manovra. “Il presidente ha comunicato l’intenzione di avocare a sé la decisione e sarà una scelta ponderata e responsabile”, sussurrano fonti vicine a Palazzo d’Orleans. Di certo c’è che il nuovo assessore serve al più presto, anche perché c’è un Rendiconto da approvare: l’assenza di quel documento, come anticipato da LiveSicilia, ha già bloccato il rinnovo contrattuale dei dipendenti regionali.
Il nome in pole position, in questo caso, è quello dell’attuale capo di gabinetto Salvatore Sammartano, sulla cui esperienza Schifani conta molto. La scelta, però, non è ancora fatta in una corsa che fino a qualche giorno fa ha visto presente anche l’ex assessore all’Agricoltura Giovanni La Via.
Staffetta al Territorio e ambiente
La terza casella è quella dell’assessorato al Territorio e ambiente. Qui Elena Pagana dovrebbe lasciare il posto a Giusy Savarino per una staffetta tutta interna a Fratelli d’Italia che, tra l’altro, lascia inalterata la presenza femminile in Giunta. Fermo all’assessorato alle Attività produttive Edy Tamajo, che dopo avere rinunciato al seggio da europarlamentare si è rituffato nelle vicende regionali seguendo i vari dossier aperti sul fronte delle imprese.
Le caselle Sanità e Istruzione
La Sanità dovrebbe restare nelle mani di Giovanna Volo e appare difficile anche il cambio dell’assessore all’Istruzione Mimmo Turano, che dopo l’addio di Sammartino resterebbe l’unica espressione politica della Lega nella squadra di governo. Tra l’assessore e Schifani non sono mancate le incomprensioni ma Sammartino ha fatto scudo e alla fine Turano dovrebbe farcela. In ribasso, infatti, le quotazioni dell’ex eurodeputata e coordinatrice del Carroccio in Sicilia Annalisa Tardino.
Il nodo Beni culturali
Resta da capire il futuro di Francesco Scarpinato: anche in questo caso la palla passa nelle mani del partito di riferimento. Se Fratelli d’Italia vorrà potrà blindare il suo assessore ai Beni culturali, altrimenti si aprirà la strada a una nuova staffetta interna ai meloniani.
Dc e Mpa, nulla cambia
Tutto fermo, invece, in casa Dc e nell’Mpa. I cuffariani confermeranno la loro delegazione in Giunta, composta da Nuccia Albano e Andrea Messina, mentre i lombardiani non intendono rinunciare a Roberto Di Mauro, titolare della delicata delega all’Energia. Entrambi i partiti aspiravano ad aumentare il proprio peso specifico in Giunta ma in questo momento Schifani sembra orientato a dei cambi chirurgici nella propria squadra di governo.