Dimissioni lontane per i 4 assessori | Ma adesso a Crocetta mancano i numeri all'Ars - Live Sicilia

Dimissioni lontane per i 4 assessori | Ma adesso a Crocetta mancano i numeri all’Ars

Gli assessori del Pd a Palazzo D'Orleans

Per il momento i quattro assessori regionali in quota Pd non si dimettono. Bianchi: "Mai parte di un governo senza il sostegno del Pd". Scilabra: "Offesa dalle dichiarazioni di Lupo". Di Mauro (Pds): "Le beghe fra Crocetta e Pd non ci interessano". Ferrandelli: "Necessario ricucire i rapporti fra il governatore e il Pd". Interviene anche Storace: "Nella guerra fra il governatore e i democratici ci rimettono i siciliani".

Terremoto alla Regione
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PALERMO – Cosa succede adesso? Quali saranno le immediate conseguenze dello strappo consumatosi ieri tra il Partito democratico e il presidente Rosario Crocetta e la  decisione degli assessori indicati dai democratici di non dimettersi? Live Sicilia seguirà con una lunga diretta le conseguenze della direzione regionale e la “crisi” di governo.

AGGIORNAMENTO

13:28 “Solidarietà forte e convinta a Luca Bianchi per il lavoro fatto e la sua coerenza”. Lo scrive su Twitter l’ex ministro Fabrizio Barca, dirigente del Pd, che così prende le difese di Luca Bianchi, assessore all’Economia nella giunta siciliana di Rosario Crocetta, al quale il Pd ha chiesto di dimettersi dopo che la direzione regionale del partito ha tolto il sostegno al governo. Bianchi si trova a Roma per impegni istituzionali ma anche per incontrare Pierluigi Bersani, che lo propose a Crocetta per guidare il delicato assessorato all’Economia. L’assessore per ora ha deciso di non dimettersi in attesa di avere indicazioni dal partito nazionale che ha aperto una riflessione sulle scelte dei dirigenti locali.

13:07 “Crocetta, nella sua travolgente corsa alla ricerca della pietra filosofale che trasformi la sua raccogliticcia maggioranza in oro, oggi fa il …Paracelso, convinto di poter coniugare, come fece il ricercatore svizzero nel XVI secolo, l’alchimia alla chimica e alla medicina moderna” dice Giorgio Assenza, in merito “al continuo tira e molla da retori tra il leader del Megafono e il resto della maggioranza attuale all’Ars”.

“Ebbene – continua il deputato regionale del Pdl – voglio ribadire il mio no netto a fornire qualunque tipo di stampella alla sua scienza politica claudicante. Le alchimie lasciamole al basso Medioevo, oggi è tempo di politiche reali e mirate al risanamento dell’economia di un’Isola tartassata da licenziamenti a grappolo, dalla chiusura di aziende, dalla mancanza di credito, da una burocrazia mastodontica e lenta fino all’inverosimile”.

“L’unica politica che il governatore sta cercando di attuare è quella della difesa della propria poltrona. Basta, Paracelso! Basta, Narciso! – conclude Assenza – Se manca una reale maggioranza, si vada piuttosto alle urne: sarebbe sì una iattura ma infinitamente meno grave del danno che un governo immobilista e introiettato nelle paturnie personali sta facendo ai siciliani!”.

12:06 ”Le beghe di famiglia tra Crocetta e il Pd non ci riguardano, sono cose che stanno affrontando, non so se nella maniera giusta, e comunque sono questioni che appartengono a loro”. Così il capogruppo del Pds-Mpa, Roberto Di Mauro, ha risposto ai cronisti a margine di una conferenza stampa a Palazzo dei Normanni a Palermo. “Le notizie di questi giorni sono due il forte contrasto tra Crocetta il Pd e il tema delle riforme – ha aggiunto -, che ogni tanto il presidente annuncia a parole, ma che, invece, va affrontato mettendo le questioni attorno a un tavolo con i partiti. Non parliamo di poltrone come fa il Pd”.

11:12  “Il dubbio lo avevamo vedendo all’opera ‘Stranamore’ Crocetta. Ma che tutto il Pd siciliano sia fuori di testa ora se ne ha l’evidenza e il suo ex governatore preferito ne è emblema”. Lo scrive il leader de La Destra, Francesco Storace, sul sito del partito. “Se il presidente della regione e il suo partito faranno sul serio nella guerra di potere che hanno ingaggiato l’uno contro gli altri – aggiunge Storace – a rimetterci ancora di piu’ sarà chi non riesce ad avere risposte dal governo di Palermo”. Il leader de La Destra attacca non soltanto “l’insipienza di chi ha vinto le elezioni” ma anche di “chi gliele ha fatte vincere”. Perche’ nella nascita del governo Crocetta, sostiene Storace, “c’entra il tradimento che caratterizzo’ il voltafaccia di Gianfranco Miccicche’ alla candidatura di Nello Musumeci”. “Se non fosse accaduto – rileva – oggi Musumeci sarebbe governatore e probabilmente sarebbe affetto da minore protagonismo. E avrebbe al suo fianco partito e coalizione. Invece – osserva il leader de La Destra – grazie a Miccicche’, incredibilmente premiato con un posto al governo nazionale dal Pdl, e a Raffaele Lombardo, che oggi ha problemi più seri nei Palazzi di giustizia, la presidenza l’ha conquistata Crocetta e i problemi della Sicilia si sono ingigantiti”. “È la lezione del Gattopardo – conclude Storace – tutto cambi perché nulla cambi. E i siciliani onesti pagano. Vincono i poteri occulti, che hanno bisogno di istituzioni deboli”.

9:30 “Il gruppo parlamentare dei Democratici riformisti per la Sicilia si riunirà oggi,  alle ore 15.00, negli uffici di Palazzo dei Normanni per esaminare la situazione politica determinatasi con lo strappo del Pd nella coalizione Crocetta. “Faremo il punto sulla crisi aperta in seno alle forze che sostengono il governo di Rosario Crocetta – afferma il capogruppo Giuseppe Picciolo – senza trascurare la situazione di impasse che si è determinata nella I commissione guidata da Marco Forzese con le dimissioni di alcuni componenti della stessa appartenenti anche alla coalizione”.

NOTIZIE DEL MARTEDì 24 SETTEMBRE

20.40 “La lotta di potere per la segreteria del Partito Democratico è la vera causa dello scontro che destabilizza quotidianamente i governi tanto a Roma, quanto a Palermo. Il Governo di Rosario Crocetta è il tassello siciliano della faida tutta interna al PD, i cui quadri dirigenti, in un difficoltoso momento di uscita dal tunnel della crisi economica, dimostrano ancora una volta un’inqualificabile irresponsabilità”. Così il coordinatore regionale siciliano di Grande Sud, Michele Mancuso. “Il PD siciliano – conclude Mancuso – ha ritirato l’appoggio al Governo di Crocetta; il Presidente della Regione adesso verifichi in aula se dispone ancora di una maggioranza. In caso contrario, ne tragga le dovute conseguenze”.

20.23 I parlamentari regionali dell’Udc e i responsabili territoriali del partito in Sicilia, si riuniranno sabato mattina a Catania per analizzare l’attuale situazione politica siciliana. L’incontro è stato fissato dal segretario regionale dei centristi, Giovanni Pistorio, nel corso di una riunione del Gruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana, che si è svolta nel pomeriggio a Palazzo dei Normanni. Dopo la riunione Pistorio, con il capogruppo all’Ars Calogero Firetto e i deputati regionali centristi, hanno diffuso una nota congiunta: “Prendiamo atto – si legge – che l’iniziativa assunta dal Pd è una scelta unilaterale dettata da esigenze interne, che determina in questo momento notevoli difficoltà alla giunta regionale”. “L’Udc, che ha fatto una scelta di straordinaria novità indicando Rosario Crocetta quale presidente della Regione, determinando la sua elezione, ritiene indispensabile la piena corresponsabilità di tutte le forze politiche: questa è la nostra richiesta”. “Al presidente Crocetta spetta quindi la responsabilità di ricercare la massima collegialità attorno alle scelte strategiche e organizzative del suo esecutivo, per garantire quelle risposte che i siciliani attendono da tempo. Su questo metodo, sulla sua applicazione e sui contenuti dell’azione di governo, saremo assolutamente severi”, conclude la nota dell’Unione di Centro.

19:57 “La crisi politica apertasi tra il presidente Crocetta e il suo partito non deve trascinare ancor di più la Sicilia al declino. Sarebbe facile per me, oggi, dire che siamo di fronte a un epilogo già previsto. Del resto, quando si evidenziano solo smanie di apparire e si fa campagna acquisti non può che emergere, alla fine, l’immagine di una Sicilia in cui il tradimento vale più della coerenza e della lealtà ai propri elettori”. Così Nello Musumeci, presidente della Commissione Antimafia sulla crisi di governo in Sicilia,.

“Di fronte a tale crisi politica, il governatore ha l’obbligo morale e istituzionale di recarsi in Parlamento e indicare ogni possibile soluzione. Questo governo, sfiduciato dal principale partito di maggioranza con le parole che abbiamo letto, non troverà stampelle nell’opposizione. Il presidente, invece, cerchi di riordinare le idee e informi i siciliani non sulle alchimie con cui potrebbe sopravvivere, ma sull’agenda di governo che intende seguire per rispondere alle maggiori emergenze economiche dell’Isola”.

19:27 “La posizione odierna degli assessori d’area Pd ha accentuato le nostre perplessità su una crisi che e’ tutta partitica e interna al Pd, e non ha matrice popolare. La politica delle riforme deve andare, comunque, avanti nell’interesse della Sicilia e della maggioranza che ha sostenuto il suo Presidente, Pd in primis. E proprio agli amici del Pd rinnoviamo l’invito a ritrovare i motivi che uniscono anziché continuare con difficili contrapposizioni. A Rosario Crocetta la ferma raccomandazione di riaprire un serio e rispettoso dialogo con tutti partiti e movimenti che si sono ritrovati al suo fianco ed oggi auspicano una definitiva svolta politica e morale della nostra terra”. Lo afferma Giuseppe Picciolo, capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia all’Ars.

18:42 “L’esito della direzione regionale del Pd svoltasi ieri rappresenta un evento traumatico e segna uno spartiacque per la vita del Governo regionale. Oggi tutti i soggetti coinvolti, ed in primo luogo il Presidente Rosario Crocetta, devono agire per superare l’impasse ritrovando le ragioni dell’unità”. Lo afferma il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta, membro della direzione regionale del Pd, all’indomani dell’assemblea regionale del partito. “È necessario ripartire dal merito, da un confronto sulle tante emergenze che affliggono quotidianamente le siciliane e i siciliani, per rilanciare l’azione di governo e continuare sulla strada del cambiamento” prosegue il sottosegretario catanese. “In particolare – sottolinea il sottosegretario alla Giustizia – si dovrà coniugare la lotta al malaffare e alla criminalità organizzata intrapresa in questi primi mesi di governo, con una rivoluzione liberale che affranchi cittadini ed imprese dall’opprimente giogo della burocrazia e delle corporazioni, sprigionando le energie positive che ci sono e assicurando condizioni di reale parità di accesso alle opportunità, così come non è mai stato”. “Il compito è arduo e solo ripristinando condizioni di reale e fattiva collaborazione tra Governo, forze politiche, forze sociali e coinvolgendo pienamente le parti migliori della società siciliana si potranno conseguire i risultati auspicati” conclude Berretta.

18:28 “Ritengo doveroso che il presidente Crocetta e la sua Giunta si rechino a Sala d’Ercole per riferire quanto sta accadendo in queste ore in seguito al ritiro della delegazione del Pd”. Lo afferma il deputato del Pdl e coordinatore del Partito in Sicilia Dore Misuraca, che aggiunge come “a un anno esatto dalle elezioni regionali la Sicilia si ritrova con un presidente della Regione che ha perso in Parlamento l’appoggio per governare, già esiguo sin dall’ inizio della legislatura”. “Oltre che rendere conto a tutta l’Assemblea regionale – aggiunge Misuraca – dovrebbero chiarire a tutti i siciliani, e non solo a quella minoranza che gli ha tributato fiducia, quale strada intende intraprendere il Presidente per affrontare le emergenze sociali ed economiche che affliggono la nostra terra”. “La Sicilia – conclude l’esponente del Pdl – ha bisogno di governabilità e di scelte coraggiose ed urgenti che purtroppo lo sfaldamento dell’attuale maggioranza non è in grado di garantire, così come sino ad oggi non è riuscita a realizzare”.

17:50 “E’ una scelta amara, ma credo che fra governo e parlamento regionale siano venute a mancare fiducia e reciprocità, dopo mesi di discussione e dibattito acceso sul programma di governo e sugli effetti del Megafono dentro il Partito Democratico”. Lo dice la parlamentare nazionale del Pd Magda Culotta, che aggiunge: “È ingiusto che la decisione della direzione del Pd siciliano di ritirare l’appoggio al Governo Crocetta passi sulla stampa e sui media come un aut-aut agli assessori in quota Pd e venga sintetizzata come una mera questione di poltrone”. Per la parlamentare “un partito di maggioranza quale é il Pd non può non essere coinvolto e avere un ruolo da protagonista in riforme importanti su temi quali acqua, rifiuti o organizzazione delle città metropolitane, così come non può ritrovarsi esponenti del Megafono candidati in liste diverse da quelle del Pd, come è accaduto nelle ultime elezione amministrative”. “Quello di avere un Presidente di sinistra e fortemente riformista – aggiunge – è un fatto storico per la Sicilia, è un occasione che non va sprecata. Spero quanto accaduto ieri possa rappresentare un’opportunità per il Governo Crocetta, l’opportunità di rilanciare l’attività e il destino dei siciliani”.

17: 24 Si è conclusa la conferenza stampa dei quattro assesori in quota Pd.

17.20 Bianchi: “Ho sentito i dirigenti romani del partito. Domani sarò a Roma. E avrò più chiarimenti. Ma il chiarimento deve essere più ampio e coinvolgere il partito nazionale e quello regionale. Non c’è, a livello nazionale, una automatica ‘presa d’atto’ della decisione locale”.

17.13 Sempre Bartolotta: “Io credo, o meglio spero, che ci siano ancora dei margini per fare rientrare la crisi. pericolosissimo fermare oggi la macchina amministrativa. Credo che il Pd debba riflettere attentamente. Se mancanze ci sono state, sono sempre stato disponibile ad accettare suggerimenti e così sarà”.

17.10 Intanto all’Ars parlano i vertici del Pd. “Il Pd ha preso atto che il presidente Crocetta ha rotto con il suo partito per dar vita al Megafono, e questo non è accettabile: siamo stati esclusi da ogni scelta e da ogni confronto”, dice il segretario Giuseppe Lupo (QUI GLI AGGIORNAMENTI DELLA CONFERENZA STAMPA DEL PARTITO DEMOCRATICO)

17.09 L’assessore alle Infrastrutture Nino Bartolotta: “Io non ho deciso se mi dimetterò o meno. Deciderò solo valutando se questa decisione può rafforzare o meno iIl governo Crocetta. E dopo avere parlato col mio segretario Lupo. Questo perché ho grande rispetto sia per il governatore che per il mio partito. Io stento a credere che la crisi sia causata dalla inadeguatezza degli assessori. Parlano i fatti e i numeri”.

17.05 conclude Bianchi: “Se fallisce questo progetto, a fallire è anche il Pd siciliano. E quei dirigenti dovranno assumersi le proprie responsabilità. A proposito dell’Irpef, va chiarita una cosa: quel l’addizionale sarebbe stata sostituita dall’extragettito sanitario. Io conoscevo bene i conti della Sanità, e sapevo che sarebbe stato così. Ma in quel momento, le imprese, che stavano morendo, avevano bisogno di liquidità immediata per sostenere i costi e l’occupazione. Nessuna dica volevamo aumentare le imprese per trent’anni”.

17.00 Bianchi: “Io non farò mai parte di un governo senza il sostegno del Pd. Ci sono le condizioni perché un mio provvedimento possa essere approvato dall’Aula? Ci sono le condizioni perché io possa avere autorevolezza sui vari tavoli a cui ci sederemo? Il problema è quello di costruire un percorso condiviso a livello regionale e nazionale. Quindi aspetterò di capire che ci siamo le condizioni. Io non farò passi indietro finché non mi renderò conto che non ci sono le condizioni”.

16.50 L’assessore all’Economia Luca Banchi: “Credo che in questi mesi abbiamo lavorato bene. Mi sono occupato di un bilancio e di una Finanziaria difficilissima. Che non avremmo mai portato avanti se non ci fosse stata una grande condivisione. Abbiamo portato a casa dei risultati in termini di credibilità del governo. Non si è riusciti a guardare un po’ al di là dello Stretto, dove l’immagine della Sicilia è stata rafforzata. Io non so se questo è il governo migliore del secolo. Certamente i partiti che ci girano attorno non sono i migliori del secolo”.

16.45 L’assessore all’Ambiente Mariella Lo Bello: “Quando sono arrivata in assessorato ho trovato tremila pratiche in arretrato e 500 pratiche non aperte. Abbiamo fatto cose mai viste. Io ero segretario della Cgil, e nel giro di due ore, quando l’onorevole Capodicasa è venuto a casa mia a chiedermi di candidarmi a sindaco di Agrigento, ho detto di sì. Io non sono legato alla poltrona, quindi, visto che avevo anni di mandato davanti a me nel sindacato, ruolo che ho abbandonato. Io non mi dimetto. Vorrei ricordare che noi siamo qui non perché abbiamo vinto un concorso. Ma perché il Pd ci ha indicato, nominato. Io credo che tutta la coalizione ci deve dire grazie se non li abbiamo coinvolti nella rivoluzione della Formazione o dell’Ambiente. Gli abbiamo tolto qualche imbarazzo. Oggi non è più il tempo per gli equilibrismi. O si sta da una parte o dall’altra”.

16.40 Parla Nelli Scilabra: “Ci è stato chiesto di rispettare un programma, concordato col Pd. Le nostre nomine sono state concordate col Pd. Noi siamo quattro dirigenti del Pd. Non credo che ci sia qualcuno che si possa sentire ‘più Pd’ degli altri. Mi sento offesa delle dichiarazioni del mio segretario, che ci considera inadeguati. Qui in questi mesi non ha scherzato nessuno. Questa decisione del Pd i siciliani non possono permettersela. Merita un referendum del partito democratico. Io non mi dimetto”.

16,37. “Non piu’ tardi di un mese fa, da opposizione responsabile nel corso di una apposita conferenza stampa, abbiamo proposto al presidente Crocetta di individuare un’agenda di priorità per la Sicilia , al fine di confrontarci in Aula proprio sui contenuti, dal momento che già allora non disponeva di una maggioranza autonoma”. Lo dice Toto Cordaro, Pid-Cantiere popolare. “L’obiettivo – aggiunge – era quello di trovare insieme – egli governo, noi opposizione responsabile – momenti di condivisione, in considerazione della grave crisi economica e sociale che attraversa l’Isola e che impone scelte politiche chiare e coraggiose, sul fronte del lavoro, della crescita e dello sviluppo, del welfare. L’appello che lanciammo al governatore, oggi, risulta più che mai attuale e proprio per questo lo ribadiamo, auspicando che si passi finalmente da una serie di norme spot, spesso trasformatesi in flop, a provvedimenti normativi concreti per il vero rilancio della Sicilia”.

16.22 Arriva a Palazzo d’Orleans l’assessore Luca Bianchi, uno dei quattro componenti della giunta Crocetta “in quota Pd” e ai quali il partito ha chiesto di riconsiderare la propria presenza nell’esecutivo. “Gli altri tre? – scherza Bianchi – erano con me. Ma forse si sono dimessi in ascensore”.

14.49 “Ritengo che la posizione assunta dalla Direzione regionale del Pd in Sicilia non sia assolutamente condivisibile. Siamo in una fase difficilissima della vita sociale, economica ed istituzionale e i siciliani attendono risposte ai loro problemi, il Pd non può assolutamente aggiungersi al già lungo elenco dei problemi”. Lo afferma il deputato nazionale del Pd Giovanni Burtone. “Il Partito democratico è chiamato a dare risposte alla nostra comunità – aggiunge Burtone – e questo non dipende dalla delegazione in giunta né dal numero degli assessori. La stabilità di governo non è un mantra da ripetere perché va di moda. Sappiamo che l’esasperazione del politicismo può portare ad una eterogenesi dei fini e quindi anche ad un pericoloso corto circuito tra il nostro partito e la pubblica opinione. Quello che non possiamo permetterci – osserva il deputato nazionale del Pd – è, quindi, di perdere tempo e di non far prevalere la responsabilità rispetto alle difficoltà che quotidianamente affrontano i siciliani”. “Dovremmo usare, invece, queste energie – osserva Burtone – per coinvolgere il governo nazionale e aprire un tavolo sulle questioni prioritarie della Sicilia sapendo che il presidente Letta sarà attento alle istanze dei siciliani. Il Pd non può apparire come ostacolo alla stabilità del governo regionale. Chiediamo, pertanto – conclude Burtone – una moratoria alle dichiarazioni che rischiano di esasperare pericolosamente il clima politico e che vi sia la possibilità di riannodare i fili del dialogo tra il partito e il presidente Crocetta”.

14.30 Per evitare la crisi di governo in Sicilia dopo la decisione del Pd di ritirare il sostegno al governo di Rosario Crocetta e dunque il ritorno alle urne ad appena dieci mesi dall’inizio della legislatura, il deputato regionale del Pdl, Vincenzo Vinciullo, propone un ‘patto istituzionale’ tra i partiti, con la stesura di alcuni punti di programma ben precisi con l’obiettivo di “salvare la Regione dal default”. “Ovviamente la scelta spetta ai partiti, a cominciare dal Pdl, e al governatore Crocetta”, dice il deputato che apre anche al Movimento Cinque Stelle, “che ha dimostrato, nell’isola, senso di responsabilità e attenzione vera ai problemi della nostra Regione”. “E’ impensabile – attacca Vinciullo – il ritorno alle urne nella situazione di crisi economica che stiamo attraversando. Abbiamo di fronte emergenze importanti: penso ai 20mila precari della pubblica amministrazione che rischiano il posto a fine anno, ai comuni, alle Province, ai lavoratori forestali”. “Mandare tutto all’aria in questo momento – avverte il deputato del Pdl – significa restituire a Bruxelles oltre 700 milioni di euro di fondi comunitari ancora non spesi e che rappresnetano un’opportunità per creare sviluppo e rimettere in moto l’occupazione”. Ecco perché, l’esponente del Pdl, fa appello “al senso di responsabilità dei partiti”. “Niente inciuci o accordi sottobanco – prosegue – Ma un patto alla luce del sole, seguendo lo schema nazionale che sta dando buoni risultati”.

14.04 “Rinviare alla prossima settimana il vertice di maggioranza previsto per domani”. Lo propongono i deputati di articolo 4 che considerano “inopportuno tenere in questi giorni un simile incontro”. “La nostra proposta – dicono – nasce da una doppia considerazione. In primo luogo c’è l’esigenza di consentire a Rosario Crocetta di stare vicino agli agenti della sua scorta rimasti feriti dandogli il tempo di recuperare la serenità necessaria per affrontare temi politici”. “In secondo luogo appare opportuno lasciar decantare la tensione che ha caratterizzato le ultime giornate sul piano politico. – aggiungono – Un confronto a caldo potrebbe, infatti, inasprire scontri che vanno, invece, lasciati alle spalle”. I deputati di articolo 4 insistono sull’esigenza di accantonare le singole posizioni a vantaggio dei temi che interessano la collettività “Occorre un confronto costruttivo dal quale ripartire per affrontare i tanti problemi della Sicilia e dei siciliani. Un rinvio per ritrovare serenità ci appare la strada migliore”

13.20 Alle 15:30 di oggi, presso la Sala Alessi di Palazzo d’Orleans gli assessori della giunta Crocetta, appartenenti al Partito Democratico, incontreranno i giornalisti.

13.13 “E’ la cronaca di una morte annunciata. Bisognava fare così, loro dovevano fare così. Non hanno condiviso quasi nulla del percorso di questi 9 mesi”. Così il Governatore della Sicilia Rosario Crocetta ha commentato, nel corso della trasmissione “Start, la notizia non può attendere” su Radio 1 Rai, la decisione del Pd di aprire la crisi. “Il Pd deve capire – aggiunge – che in Sicilia le istituzioni non si occupano. Deve capire che il mio è un Governo di coalizione e non un Governo dove il pd abbia la maggioranza. Parliamo lingue diverse. Ci troviamo di fronte a idee tremende: il partito detta legge nel Governo, il partito decide gli assessori, il partito li cambia…”. Crocetta difende poi l’attività svolta dalla sua giunta: “Questa regione – spiega – era al default più totale e adesso ha ripreso il suo cammino di risanamento. Non abbiamo fatto alcuna macelleria sociale. Nessuno ha perduto il posto di lavoro però abbiamo risparmiato due miliardi e mezzo sul bilancio. Abbiamo avviato la riforma delle province. Stiamo finalmente utilizzando la spesa europea con ritmi senza precedenti. Stiamo lavorando sulla legge per la semplificazione amministrativa, e così via”. Alla domanda circa la nascita di una nuova maggioranza a sostegno del suo governo Crocetta risponde: “Io non sono tipo da ribaltini. Sono molto coerente e disponibile anche alle conseguenze più estreme. Io porto gli atti. Se vanno bene li votino. Se loro pensano di non votare anche atti che vanno bene ognuno si assume le sue responsabilità. Il Governo prosegue la sua azione, io sono stato eletto direttamente dai cittadini”.

13.05 “Nessun soccorso a un Governo Crocetta definito fallimentare da quello stesso Partito Democratico che fino ad ora ne è stato principale azionista”. Lo dichiara Salvo Pogliese, vicepresidente dell’Assemblea regionale siciliana, all’indomani della fuoriuscita del Pd dalla compagine di governo. “Il Popolo della Libertà stia orgogliosamente all’opposizione di un governo che ha commesso ‘gravi errori che si ripercuotono sui siciliani’, come ammesso dal segretario del Pd siciliano Lupo, inchiodando Crocetta alle sue responsabilità sull’incapacità amministrativa e sulla paralisi della macchina regionale che hanno ulteriormente messo in ginocchio la Sicilia e il suo popolo. Nessuna apertura – conclude Pogliese – a maggioranze variabili o a ribaltoni di lombardiana memoria, massima espressione di quella politichetta degli inciuci di cui i cittadini hanno, giustamente, il massimo ribrezzo”.

12.39  A Palazzo dei Normanni la sensazione è che tutto sia fermo in attesa che si capisca cosa faranno gli assessori. Convocate per stamattina quasi tutte le commissioni parlamentari, molte non sono nemmeno iniziate. In corso, per il momento, la commissione Lavoro, dove si sta discutendo sul futuro dei lavoratori degli Sportelli multifunzionali, e dove è atteso l’assessore alle Politiche sociali Ester Bonafede. E intanto il capogruppo del Pdl Nino D’Asero ha commentato lo strappo che si è consumato ieri tra governo e maggioranza alla direzione regionale del Partito Democratico: “Il Pd ha mollato Crocetta? Ma la Sicilia è in croce – D’Asero scherza con un gioco di parole -. E’ sotto gli occhi di tutti che i risultati di quanto fatto da questo governo non si sono ancora visti, la maggioranza dovrebbe rendersi conto che la politica è una cosa seria, non un mercato. Adesso – ha continuato il capogruppo Pdl – si prenda atto dello stato di abbandono in cui si trova la Sicilia e si vada avanti. Una cosa è certa: il governo non c’è, ma i problemi dei siciliani restano”.

12.34 Parla il capo dell’opposizione Nello Musumeci, anche esponente del gruppo parlamentare Lista Musumeci: “Non siamo disponibili ad un eventuale ingresso in una nuova maggioranza di governo. Il partito di Crocetta lo ha sfiduciato? Allora il presidente della Regione venga in aula e dica qual è il nuovo perimetro della sua maggioranza, se ne ha ancora una. Altrimenti faccia un appello istituzionale che vada al di là degli schemi di partito, unisca il parlamento attorno ad alcuni punti prioritari e su quelli chieda la fiducia: solo così potrà sottrarsi davvero a quelli che lui stesso chiama “ricatti” del suo partito”.

12.20 Intanto, ecco all’Ars i primi movimenti, dopo lo strappo di ieri. Tra le scelte di governo nei confronti delle quali il Pd si è mostrato molto critico durante la direzione, la gestione degli investimenti per le energie alternative. “Prima si dice no all’eolico – ha detto Antonello Cracolici ieri – e poi dà il via libera a decine di progetti”. Così, oggi il partito questo pomeriggio, alle 16,30 nei locali del gruppo parlamentare del Partito Democratico all’Ars  terrà una conferenza stampa per illustrare le iniziative del gruppo Pd in relazione al Piano Energetico della Regione. Parteciperanno il presidente del gruppo PD Baldo Gucciardi, Antonello Cracolici e i parlamentari regionali”.

12.10 “E’ necessario ricostruire le ragioni dello stare insieme per ricucire una rottura che non fa bene ai siciliani e preparare tempi nuovi”. Fabrizio Ferrandelli dice “no” a un Pd sull'”Aventino”, e chiede di accelerare verso il congresso nazionale: “Unità serve, non divisioni e contrapposizioni, per riportare il Pd ad essere protagonista del cambiamento. Un congresso subito serve, quello sarà il luogo dove le idee si confronteranno e dove si ritroverà il senso dell’unità, dell’apertura e della serietà. Avevo detto no alla convocazione della direzione. Dopo quello che è successo posso solo dire che avevo ragione e che quel luogo tappresenta ormai il passato. Si dovrà ripartire dalla straordinaria impresa del 28 e 29 ottobre e ad un anno da quella appassionante vittoria ritrovarci ad aggiornare insieme l’agenda del cambiamento. Stabiliamo una road map tutti insieme. Si una road for peace and change, una tabella di marcia per la pace e soprattutto per il cambiamento.  Un nuovo Pd nascerà l’8 dicembre e credo che la Sicilia non può aspettare oltre. Organizziamo gli stati generali del cambiamento ad ottobre dal titolo “insieme cambiamo la sicilia”, ad un anno esatto dalla vittoria del Pd e di Crocetta, e insieme al presidente aggiorniamo l’agenda del cambiamento. L’8 dicembre il popolo del Pd verrà chiamato ad eleggere il segretario nazionale del Pd attraverso le primarie, non smontiamo i gazebi e il 15, una settimana dopo, lasciamo che gli iscritti al Pd e gli elettori decidano cosa debba essere il nuovo Pd in Sicilia, cosa debba fare e chi lo debba rappresentare”.


11.58 “La Sicilia non ha bisogno di partiti nazionali che ne stabiliscano la linea politica e di governo”.  Lo afferma Marco Forzese, presidente regionale dei Democratici riformisti per la Sicilia. “Da soli – prosegue – siamo in grado di determinarci e di dialogare con i partiti. Per questo credo che sia arrivato il tempo di federare i Drs, il Megafono e Articolo 4 per creare un modello simile a quello della Catalogna che prevede sì la presenza dei partiti nazionali in Sicilia, ma in una logica di confronto con un grande partito regionale che insieme possiamo rappresentare. Lancio questa sfida con la convinzione di rafforzare così il governo della rivoluzione di Rosario Crocetta”.

 

Si incontreranno oggi. Probabilmente nel pomeriggio. Si guarderanno negli occhi, e a quel punto decideranno cosa fare. Gli assessori del Pd per il momento non si dimettono. Non hanno condiviso, chi più, chi meno, la relazione del segretario regionale Lupo. Non vogliono entrare nel tritacarne delle polemiche tra Crocetta e il partito. E non sembrano nemmeno così impressionati dal riferimento ai garanti del Pd, cui il partito si rivolgerebbe in caso di loro permanenza in giunta.

Mariella Lo Bello, Nelli Scilabra, Nino Bartolotta e Luca Bianchi, per il momento, restano al loro posto. Almeno fino a stasera. Quando analizzeranno, insieme, il documento approvato dalla direzione. “Ci attendiamo – ha commentato Mirello Crisafulli alla fine del lungo vertice – che gli assessori si attengano a quanto deciso dal partito. Mi aspetto, insomma, le loro dimissioni”. L’area che fa capo al politico ennese ha espresso, in giunta, Mariella Lo Bello, che durante il suo intervento in direzione ha spiegato: “Sono stata in passato donna della Cgil e oggi sono una donna del Pd. Sono abituata a rispettare le decisioni del partito. Ma non condivido affatto la relazione del segretario Lupo. Questo governo forse ha commesso qualche errore. È andato un po’ a zig zag, magari, anche per l’inesperienza di noi assessori. Certo, c’è stato forse qualche difetto di comunicazione. Ma questo non è il tempo delle divisioni. È il tempo dell’unità. Chiedo al partito – ha aggiunto – la fiducia necessaria. Se si perde un’occasione del genere, non è Mariella Lo Bello a perdere, ma rischiamo di perdere tutti, perché la gente interpreterebbe tutto come una guerra di poltrone”.

Ma di “fiducia”, nel documento approvato dalla relazione, non c’è traccia. Per gli assessori l’aut aut è chiaro. Chi resterà in giunta non rappresenterà il partito. Ma sulla base di quanto trapela già nelle ore immediatamente successive alla direzione, l’assessore all’Ambiente non avrebbe alcuna intenzione di dimettersi. E anche per gli altri assessori, la decisione non pare così automatica. “Spero – ha detto l’assessore alle Infrastrutture Nino Bartolotta – di incontrare nelle prossime ore il mio segretario Giuseppe Lupo, per comprendere bene la natura di quel documento”. Preferisce “glissare” Nelli Scilabra, a lungo a colloquio con Beppe Lumia nei minuti immediatamente successivi al voto della direzione. L’assessore alla Formazione è apparsa un po’ amareggiata. Lo stesso sentimento che emergeva da un sms inviato a Crocetta e letto in pubblico dal governatore durante una festa del Megafono a Gela.

Ha incassato i complimenti di uno dei più convinti sostenitori della necessità del rimpasto, invece, Luca Bianchi. Antonello Cracolici l’ha definito “uno degli assessori più capaci della giunta”. Ma la decisione del partito vale anche per lui. Nonostante il passo indietro richiesto al titolare dell’Economia rischi di creare qualche imbarazzo tra il partito siciliano e quello nazionale. Di alcuni giorni fa, infatti, è la difesa del viceministro Fassina, che ha giudicato come un “pessimo segnale” l’eventuale avvicendamento di Bianchi. Domani gli assessori quindi si incontreranno, e decideranno. Magari dopo aver sentito il governatore, che si è comunque tenuto in contatto con la direzione attraverso uno scambio di sms proprio con Nelli Scilabra.

Ma adesso, per Crocetta, la vicenda della composizione del governo si intreccia inevitabilmente con quella della tenuta della sua maggioranza. Della governabilità di una Sicilia che nei prossimi giorni verrà investita da emergenze gravissime e da scadenze inderogabili. C’è da gestire tutta la vicenda riguardante la Formazione professionale, ad esempio. Proprio la Scilabra ha annunciato la preparazione di due disegni di legge sul tema dei lavoratori licenziati o di quelli appartenente agli enti ai quali è stato revocato l’accreditamento. Ddl che dovrebbero essere approvati da un’Aula fortemente ostile. C’è poi l’emergenza degli sportelli multifunzionali, che si intreccia con l’assessorato al Lavoro. E ancora, bisogna risolvere il nodo dei precari degli enti locali, la vicenda dell’acqua pubblica, e soprattutto c’è un bilancio da approvare. Mentre il Pd ha già sonoramente bocciato la bozza del ddl sulle città metropolitane, che è, di fatto, già carta straccia.

Tutte queste questioni piomberanno su Sala d’Ercole, dove Crocetta non può più contare su una maggioranza numerica. “Governerò attraverso gli atti”, ha assicurato il presidente della Regione. Ma l’impressione è che non sarà affatto facile. Il Pd, infatti, stavolta più che mai, è apparso molto compatto. Tranne qualche apertura dei renziani, infatti, il governo, in caso di ddl non graditi, rischia di trovarsi contro un muro. Un muro contro il quale andare inevitabilmente a sbattere. Successe già in passato, con Raffaele Lombardo, che i partiti a sostegno della maggioranza decidessero di abbandonarla. Ma in quel caso gli step furono diversi. L’addio del Pdl non fu totale, ma portò a una scissione che lasciò nelle mani della maggioranza di Lombardo (una maggioranza, già in partenza, molto più ampia di quella di Crocetta), una dote di voti e deputati utilissima, fino all’accordo proprio col Pd.

Adesso, invece, il governatore non solo ha perso la sua maggioranza. Ma ha perso addirittura il suo partito. E per la prima volta, probabilmente, è alle corde. Davanti a sè, tre possibilità. La prima, quella di accettare l’aut aut del Pd, sedersi attorno a un tavolo, e ripartire al rimpasto. “Ho condiviso – ha dichiarato il capogruppo del Pd Baldo Gucciardi – la sofferta analisi del segretario regionale e ritengo che adesso il PD non debba avviare una traversata nella ‘terra di nessuno’: dal presidente Crocetta – conclude Gucciardi – mi aspetto un gesto di sensibilità che apra prospettive e percorsi di responsabilità”. La seconda possibilità a disposizione di Crocetta è quella di giocare una sorta di roulette russa all’Ars, in occasione del voto di ogni ddl governativo. La terza, sarebbe la più sorprendente: aprire alle opposizioni. Una sorta di “patto istituzionale”. Che, se trovasse la sponda dei partiti di minoranza, finirebbe per tagliare fuori l'”irresponsabile” Pd, e regalare alla Sicilia il meraviglioso paradosso di una rivoluzione che pesca proprio nel recente e assai discusso (soprattutto dal governatore) passato.


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