PALERMO – I prossimi saranno giorni cruciali per la Sicilia e per il gioco delle alleanze che ci porterà alle elezioni regionali. Nei prossimi giorni il presidente della Regione Nello Musumeci farà sapere cosa deciderà: dimettersi per andare al voto nell’election day del 25 settembre, giorno in cui si voterà per il rinnovo del Parlamento nazionale, o andare a scadenza naturale.
A fissare lo scadenzario è lo Statuto siciliano che fissa a 45 giorni prima del voto il limite invalicabile entro cui convocare i comizi elettorali. C’è quindi una data limite entro cui Musumeci può dimettersi: il 9 di agosto.
Il primo effetto della conclusione anticipata della candidatura sarebbe il dimezzamento dei tempi per sancire le cause di ineleggibilità alla carica di deputato regionale. In questo caso, per fare eliminare gli ostacoli basterebbe essere cessati dalle funzioni incompatibili entro dieci giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Regione del decreto di convocazione dei comizi elettorali.
I partiti avrebbero poi 15 giorni per fissare liste e compiere ogni adempimento elettorale. Le liste regionali devono essere presentate alla cancelleria della Corte di appello di Palermo, presso cui ha sede l’Ufficio centrale regionale, a partire dalle ore 09,00 del trentunesimo giorno e non più tardi delle ore 16,00 del trentesimo giorno antecedente quello della votazione: fra il 24 e il 25 agosto. Stessa cosa vale per le liste delle circoscrizioni provinciali
Al di là delle questioni tecniche, che pure hanno rilevanza dato che ogni scelta dovrebbe essere compiuta di qui ai prossimi trenta giorni, la scelta è chiaramente è chiaramente collegata a regioni politiche piuttosto che a ragioni della mera convenienza economica legata al risparmio di spesa per le elezioni.
Trarre il dado delle dimissioni porterebbe a Musumeci il beneficio di spizzare gli alleati che mettono in discussione la sua ricandidatura. Giocare d’anticipo, inoltre renderebbe più difficile la combinazione delle candidature tra chi ambisce a un seggio a Roma e chi opterà per restare a Sala d’Ercole.
L’accelerazione, ancora, rischierebbe di spaccare il centrodestra ma sicuramente, allo stato dei fatti, porrebbe la parola fine su ogni possibile tentativo di ricucitura fra i progressisti. Dal Movimento 5 stelle, la principale argomentazione a giustificazione di una corsa in solitaria è proprio questa: come spiegare agli elettori che alla Regionali Pd e M5s sono alleati e poi attaccarsi a vicenda nei comizi per le nazionali?
Per i progressisti, invece, mettere tempo potrebbe comportare la possibilità di imparare da quello che accadrà alle politiche. Le elezioni regionali si devono tenere in un periodo che va da quattro domeniche prima a due domeniche dopo il 5 novembre, data delle ultime elezioni regionali. Un periodo che va, quindi, dal 9 di ottobre al 13 di novembre. Nel caso in cui le elezioni si celebrassero a novembre i giochi per le regionali si compirebbero tutti dopo le nazionali. La guerra per Palazzo d’Orleans è appena iniziata e si preannuncia tutto un gioco di strategia.