PALERMO – Una spesa di 2,6 milioni. Un software “esclusivo”. Una trattativa con il ministero per cambiare fornitore. Ma una certezza: l’impossibilità di avvalersi di Sicilia e-Servizi, l’azienda che pure la Regione ha definito “strategica” per i servizi informatici. Non c’è solo il Piano Giovani fra le spese per i servizi digitali che Palazzo d’Orléans paga ai privati: a finire nel mirino, stavolta, è Riscossione Sicilia, l’agenzia – partecipata al 99,85% dalla Regione – che si occupa di notificare e incassare le cartelle esattoriali nell’Isola. Le spese dell’azienda sono finite al centro di un dossier che la capogruppo dell’Udc, Margherita La Rocca Ruvolo, ha consegnato al presidente dell’Antimafia Nello Musumeci, chiedendo di conoscere i dettagli. “I servizi informatici – afferma La Rocca Ruvolo – potrebbero essere affidati a Sicilia e-Servizi”.
Sicilia e-Servizi? No, grazie
In azienda, però, si dicono certi di essere nel giusto. “Il nostro sistema informatico – spiega il direttore generale, Ermanno Sorce – è gestito da esterni. Il costo è di 2,6 milioni all’anno, ma non ci sono alternative”. A occuparsi di archivi e documenti è il consorzio operativo della banca Montepaschi, che aveva una partecipazione in Riscossione Sicilia quando si chiamava Serit Sicilia: “L’ideale per noi – prosegue Sorce – sarebbe passare a Sogei, l’azienda che gestisce gli archivi con Equitalia. In questo modo potremmo incrociare i nostri dati con quelli di tutta Italia. È una trattativa in corso, la gestisce l’assessorato al Bilancio”. Passare a Sicilia e-Servizi? Non se ne parla: “Non so se abbia il potenziale – taglia corto Sorce -. Anzi: credo proprio che non possa gestire questo tipo di servizi. Comunque non ci è mai stato proposto”.
Notifiche e avvocati, tutto all’esterno
Ma nel mirino non ci sono solo le spese informatiche. “La società – afferma La Rocca Ruvolo – spende 3,50 euro per ciascuna notifica, mentre affidarle ai dipendenti costerebbe 30 centesimi”. Il servizio è stato aggiudicato, con una gara d’appalto, alla Nexive Notifiche srl, e per Sorce, anche in questo caso, non c’erano alternative: “Nei 3 euro e 50 – assicura – sono comprese la stampa della cartella, la notifica e l’eventuale raccomandata successiva. Ma soprattutto, con le nostre risorse non possiamo gestire i volumi delle notifiche: nel 2013 ne sono state effettuate tre milioni, e i nostri dipendenti sono solo 701”. Non che tutte le notifiche siano esternalizzate, però: “Una parte – garantisce il direttore generale – viene gestita in house. È l’eccedenza ad andare a Nexive, anche se in passato si è pensato di usare i precari della Regione, un progetto poi naufragato”.
Le eccedenze sono un po’ il filo conduttore della difesa di Riscossione. Per gli avvocati, ad esempio, si spendono circa 3,5 milioni all’anno, “ma i nostri 7 legali – si giustifia Sorce – non possono gestire 35 mila contenzioni ogni anno. Siamo obbligati a difenderci”. Così come è obbligatorio avere sedi, e se necessario affittarle: “Ma adesso – garantisce il direttore generale – stiamo razionalizzando tutto. Ad esempio abbiamo dimezzato il canone di locazione della sede di Palermo, mentre per quella di Catania abbiamo chiesto al Comune e alla Regione di metterci a disposizione gli uffici dal 2016, quando scadrà il contratto”.
La guerra degli sportelli
Sullo sfondo della querelle-spese, però, ci sono gli sportelli decentrati. L’azienda, infatti, ha appena deciso di ridimensionarne 9, lasciando sempre attivi solo i punti nei capoluoghi di provincia: a ridurre l’operatività, così, saranno le sedi di Marsala, Milazzo, Taormina, Sciacca, Modica, Vittoria, Termini Imerese, Acireale e Paternò. Ma la decisione è finita al centro dello scontro politico: la manovra-ter che sabato ha superato il vaglio del commissario dello Stato, infatti, prevede che la riorganizzazione degli sportelli sia “subordinata alla fissazione degli obiettivi strategici previsti dall’ordinamento di settore garantendo la fruibilità delle sedi decentrate”. E se diversi deputati – ancora La Rocca Ruvolo, ma anche Antonio Malafarina, Pietro Alongi e Giovanni Ioppolo – la norma implica l’obbligo per l’azienda di tenere gli sportelli aperti, per Riscossione non è così: “In questo modo – afferma il direttore generale Ermanno Sorce – la fruibilità è comunque garantita. Cambia solo il nostro modo di porgere il servizio alla cittadinanza”.
Gli sportelli, in realtà, non chiuderanno del tutto. Apriranno una o due volte alla settimana. “In molte realtà – si difende Sorce – il flusso è molto ridotto. A Sciacca, ad esempio, ogni nostro operatore gestisce 2,8 contribuenti al giorno. Non è un dato presentabile. Al limite, se i Comuni ci danno una mano, possiamo aprire sportelli multifunzionali. Ma le risorse umane ci servono nei capoluoghi”. Già: ancora il nodo dipendenti. Che negli ultimi due anni si sono dimezzati per effetto di esodi e pensionamenti. E che adesso, secondo Sorce, non bastano più. A tutto il resto possono pensarci gli esterni.