Sicilia, il Consiglio dei ministri ha impugnato la legge di stabilità

Il Consiglio dei ministri impugna due articoli della Finanziaria

Numerose, però, le norme del Collegato a rischio

PALERMO – Stop alla legge di stabilità regionale ma via libera al bilancio triennale 2024-2026. La decisione del governo nazionale di impugnare la Finanziaria regionale approvata a gennaio dall’Ars viene messa nero su bianco nel consueto comunicato diffuso al termine della riunione dell’Esecutivo. A differenza delle altre impugnative registrate negli anni scorsi, però, la nota diffusa da Palazzo Chigi non specifica quali sono gli articoli della legge impugnati su input del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli. Fonti interpellate da LiveSicilia parlano di uno stop relativo soltanto a “tre norme accessorie”, ma a distanza di 12 ore è l’assessore all’Economia Marco Falcone a fare chiarezza: “Le norme impugnate sono soltanto due e sono di natura marginale”.

Si apre il dialogo con il Mef

Roma, però, ha mandato un preciso segnale anche su una trentina di norme approvate con un Collegato successivo: dovranno cambiare o sarà impugnativa anche per quegli articoli. Per quelle disposizioni Falcone è volato a Roma aprendo un dialogo con il Mef.

I due articoli bocciati

Una delle disposizioni già stoppate è quella che trasforma il Cefpas, centro di formazione per il personale della sanità, in ente del sistema sanitario regionale. Fermati anche gli incentivi per i dipendenti Regionali. Smentita, invece, l’ipotesi circolata nelle prime ore di uno stop anche alle norme antincendio che aumentavano le giornate di lavoro dei Forestali.

Gli articoli della Costituzione violati

L’unica traccia che è possibile seguire a tarda sera, ad ogni modo, sono gli articoli della Costituzione che, secondo Chigi, sarebbero stati violati. Disposizioni che, “eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di coordinamento della finanza pubblica”, secondo il governo nazionale “violano gli articoli 97, primo e secondo comma, e 117, terzo comma, della Costituzione“. L’Articolo 97 è quello che delinea gli spazi di azione delle pubbliche amministrazioni, imponendo loro “l’equilibrio dei bilanci” e la “sostenibilità del debito pubblico”. La disposizione, inoltre, impone che agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si acceda “mediante concorso”. L’Articolo 117, invece, è quello che disciplina la “competenza concorrente” nella sfera legislativa tra Stato e Regioni.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI