Disco verde dell'Ars alla Finanziaria, nella notte 4 scivoloni del governo - Live Sicilia

Disco verde dell’Ars alla Finanziaria, nella notte 4 scivoloni del governo

Passa anche il maxi-emendamento, battaglia sulle riserve per i Comuni

PALERMO – La Finanziaria regionale è legge. L’Ars, al termine di una maratona notturna durata oltre otto ore, ha approvato il ddl di Bilancio e il ddl di Stabilità 2024-2026. Sala d’Ercole ha dato il suo via libera alla manovra. In precedenza era arrivato l’ok agli articoli che erano rimasti in bilico prima del Natale, poi il via libera finale all’intera manovra con 39 voti favorevoli e 23 contrari. Disco verde anche al maxi-emendamento finale messo a punto dal governo con gli input di maggioranza e opposizione: un lungo elenco di finanziamenti a Comuni, enti e associazioni, unito a numerose norme ordinamentali senza previsioni di spesa. Quest’ultimo testo, come previsto dal patto di non belligeranza stretto dal governo con l’opposizione, è stato poi stralciato dal ddl base dalla presidenza dell’Ars e si è trasformato in un ddl autonomo il cui articolato è stato approvato subito dopo i documenti finanziari. Una strategia concordata anche con gli uffici di Palazzo dei Normanni per consentire alla Finanziaria una pubblicazione più celere sulla Gazzetta ufficiale ed evitare ritardi nell’attivazione della spesa. (Le reazioni della politica)

La battaglia sulle riserve per i Comuni

Nel corso della notte è stata battaglia sull’articolo 2: le riserve per i Comuni. Governo e maggioranza sono stati battuti per quattro volte con il voto segreto sulla lunga scia di decisioni che l’aula ha dovuto adottare rispetto ai 22 commi dell’articolo. Quattro votazioni nelle quali il governo si era espresso contrariamente rispetto alle proposte di modifica e che hanno visto soccombere l’Esecutivo. L’aula ha poi ripreso con l’esame del maxi-emendamento e i voti finali.

I 4 ko del governo

La prima sconfitta sull’articolo 2 è arrivata su un emendamento che cancella il milione di euro destinato, di fatto, al solo Comune di Cerda, guidato dal deputato neo leghista Salvatore Geraci. Il secondo ko sulle risorse per i Comuni che soffrono per i flussi migratori. La terza debacle si è concretizzata con l’approvazione di un emendamento soppressivo presentato dal Movimento cinque stelle che ha fatto decadere il comma 17 lasciando in piedi l’obbligo di restituzione delle risorse per quei Comuni che non rispettano le forme di democrazia partecipata. Esecutivo battuto, infine, sul contestatissimo comma 20 che destinava un milione di euro per i Comuni con una superficie superiore ai 300 chilometri quadrati e una popolazione superiore ai 30.000 abitanti “che non siano capoluogo di Città metropolitana o di libero Consorzio comunale”. Si tratta di caratteristiche nei quali ricadono soltanto le città di Monreale (Palermo) e Caltagirone (Catania).

La norma pro Cerda

La norma su Cerda era contenuta nel comma 6 dell’articolo 2, che aveva in pancia una sfilza di interventi attraverso le cosiddette riserve per i Comuni: il comma destinava un milione di euro ai Comuni con popolazione compresa tra 4.000 e 5.000 abitanti che, nei ventiquattro mesi antecedenti l’entrata in vigore della legge, fossero “usciti dalla condizione di dissesto finanziario e da quella di soprannumero e di eccedenza del personale e dei dirigenti”. Una condizione ricoperta soltanto dalla cittadina palermitana famosa per il carciofo. Dopo due ore di interventi, le opposizioni che avevano puntato il dito contro la norma hanno piazzato il colpo: l’emendamento soppressivo presentato dal Pd, che aveva ricevuto parere contrario del governo, viene approvato da Sala d’Ercole con il voto segreto. Il responso del pallottoliere dell’aula è di 32 sì e 31 no.

Governo ko anche sui fondi per l’immigrazione

Esecutivo sconfitto anche sul subemendamento presentato dal deputato Pd Nello Dipasquale. Il comma destinava due milioni di euro a Pantelleria, Pozzallo, Modica, Augusta, Siculiana e Porto Empedocle “in considerazione delle particolari difficoltà derivanti dal fenomeno migratorio”. La modifica proposta dal Pd, che ha ottenuto 36 voti favorevoli a fronte di 28 contrari, ha aumentato lo stanziamento a tre milioni di euro inserendo anche Trapani, Ragusa e Portopalo di Capo Passero. I deputati agrigentini alla fine riescono anche a inserire anche Lampedusa tra i beneficiari della voce.

Lo scontro sull’articolo 2

In avvio di seduta lo scontro sull’articolo 2 è stato subito evidente. Il deputato M5s Nuccio Di Paola ha chiesto al governo di accogliere le proposte di modifica sulle riserve per i Comuni, “altrimenti l’intesa che ha consentito di arrivare fin qui – è stato l’intervento del coordinatore regionale Cinquestelle – non varrà per questo articolo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Giuseppe Lombardo (Sud chiama nord): “Sull’articolo 2 passa un atto di prepotenza da parte di chi non vuole tornare indietro”. E rivolgendosi all’assessore all’Economia Marco Falcone, Lombardo ha aggiunto: “Lei ha trovato la quadra sul maxi-emendamento ma non su un articolo fondamentale per i Comuni che, così com’è scritto, distribuisce risorse solo ad alcune realtà sulla base della mera estensione territoriale. Queste ‘riserve’ non diventino riserve di caccia solo per alcuni deputati”. Di “insulto ai siciliani” ha parlato anche il capogruppo di Sud chiama nord Matteo Sciotto. Gli inviti di M5s e Scn ad “aggiustare” l’articolo 2 sono stati colti anche dalla deputata FdI Giusy Savarino (“Si ripristino gli aiuti per Lampedusa e Linosa come terre di frontiera sul fronte immigrazione”) finita in rotta con il collega di maggioranza Giuseppe Carta, deputato Mpa e sindaco di Melilli, cittadina siracusana che, a differenza delle Pelagie, ottiene i ristori per i danni in termini turistici. “Alcuni correttivi vanno apportati”, ha tagliato corto il capogruppo M5s Antonio De Luca.

Duri gli interventi anche da parte del Partito democratico, iniziati con Mario Giambona. Per Antonello Cracolici “questo articolo è l’emblema della gestione scellerata del governo. Si parla di premialità per i Comuni – le parole dell’esperto deputato dem -, ma queste sono marchette. L’articolo va modificato o chiederò il comma segreto per tutti i commi”. Il capogruppo Michele Catanzaro ha parlato di “assurda stortura” con misure di sostegno “soltanto i comuni vicini ai deputati di maggioranza”, mentre Dipasquale ha sponsorizzato l’inserimento di Ragusa nella ripartizione delle risorse per i ristori dovuti all’emergenza immigrazione.

In controtendenza il capogruppo della Dc Carmelo Pace: “Dispiace sentire la minaccia del voto segreto dopo la collaborazione che ha caratterizzato il lavoro di maggioranza e opposizione – ha ricordato il presidente dei deputati della Democrazia cristiana -. Anche le opposizioni hanno fatto delle scelte per destinare risorse ad alcuni Comuni piuttosto che ad altri”. Pace ha comunque fatto sponda con Savarino per l’inserimento di Lampedusa tra i Comuni beneficiari delle risorse per l’immigrazione.

Il ricordo di Spampinato

In apertura di seduta il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, aveva ricordato Beppe Spampinato, ex deputato e assessore regionale scomparso all’età di 62 anni. “Amico e collega”, le parole con le quali Galvagno ha annunciato un minuto di silenzio da parte di Sala d’Ercole.

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